Ufo che guidò i Re Magi | Ufo e Alieni
Gio. Mar 28th, 2024

Dopo aver esaminato il fenomeno di Mosè sul Monte Sinai che parla con l’Elohim Yahweh, successivamente interpretato come Dio, un altro tema controverso riguarda la famosa cometa che guidò i Magi dell’Oriente alla nascita di Gesù. Questo articolo cerca di rispondere alla domanda: “La stella di Betlemme era in realtà un UFO?” Esaminiamo alcune delle principali teorie e fonti che cercano di spiegare questo mistero.

Uno dei lavori più autorevoli in questo campo è la pubblicazione “Sacerdoti o cosmonauti?” di Andreas Faber Kaiser. In questo libro, l’autore esplora la connessione tra la stella di Betlemme e gli elementi biblici con gli extraterrestri.

Ufo che guidò i Re Magi

i re magi e ufo

Nei Vangeli, la cometa di Betlemme è descritta come una stella che si muove e si ferma in un certo punto. Non è strano che una stella appaia “ferma” nel firmamento, come quelle che vediamo normalmente, né è sorprendente che si muova, come le stelle cadenti o le comete.

Tuttavia, è sorprendente che una stella faccia entrambe le cose e dimostri di essere intelligente. Questo ha portato alcuni a suggerire che la stella di Betlemme potrebbe essere stata un UFO che guidava i Re Magi.

E che, oltre a questo, dimostri di essere intelligente:

Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino“. (Matteo. 2.9)

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce..” (Luca. 2,9)

Queste citazioni bastino a segnalare la somiglianza tra l’ambientazione di questa scena e quella delle apparizioni mariane, con le conclusioni che se ne possono ricavare, tenendo conto anche di ciò che diremo a proposito di alcuni passaggi della Bibbia.

L’ “angelo” annunciò la nascita di Gesù. Ma ritorniamo alla stella cometa.

Viacheslav Zaitsev cita la “Narrazione dei Re Magi” (libro apocrifo, scritto probabilmente in latino a metà del III secolo e tradotto successivamente in altre lingue) in una versione del XV secolo, che descrive la stella come un oggetto alato, simile a un’aquila, con lunghi raggi che la facevano “ruotare in circolo” ogni volta che scendeva verso il monte Wans.

gesu crsito sulla stella cometa

La Chiesa stessa è convinta di questo

Nella prefazione, il professor Antonio Murziani cita un episodio che sarebbe accaduto nel 1961 all’allora pontefice Giovanni XXIII: «Papa Roncalli, passeggiando nei giardini di Castelgandolfo, insieme col suo segretario monsignor Capovilla, fu avvicinato da un essere alieno, simile a noi terrestri, sceso da un disco volante, atterrato insieme a altri nelle estreme vicinanze.
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Secondo i cronisti del periodo, Papa Giovanni si avvicinò a quell’essere e parlò con lui. Alla fine dell’incontro disse a monsignor Capovilla: “I figli di Dio sono dappertutto, anche se, a volte, abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri fratelli”. Parole mai smentite dall’ormai scomparso cardinale monsignor Capovilla”.

Perché il racconto dei Magi è stato inserito nella nascita di Gesù.

Matteo è l’unico fra i quattro evangelisti canonici a parlare dei magi. Anche il Protovangelo di Giacomo lo segue però in questa narrazione, e anche un altro apocrifo, il Vangelo dello Pseudo-Matteo. Si tratta di un’evidente leggenda, non di un fatto storico.

È tuttavia importante il motivo per cui Matteo inserisce questo racconto. La parola magos (al plurale magoi) secondo Erodoto stava a significare un uomo saggio o anche un saggio sacerdote (persiano o babilonese) esperto in astrologia, interpretazione dei sogni e altre arti occulte.

Lo storico Flavio Giuseppe, ebreo contemporaneo del Vangelo di Matteo, usa spesso il termine in senso positivo. Per esempio nell’episodio in cui Daniele (2,31 sgg.) alla corte di Nabucodonosor riesce a interpretare il sogno del re che i suoi profeti e maghi (magoi, la stessa parola usata da Matteo) non erano riusciti a decifrare pur essendo sapienti e a ciò deputati.

La vicenda dei magi è, da alcuni punti di vista, una controstoria dell’episodio di Daniele. Il re babilonese, responsabile della distruzione del Tempio di Gerusalemme (non lo dimentichiamo!), ha un sogno nel quale è prefigurata la monarchia di Israele che dominerà il mondo dopo gli imperi dei gentili (i Cosiddetti pagani).

Al re Erode, invece, non arriva alcuna rivelazione, né da un sogno né dai teologi di Gerusalemme. La ricevono invece proprio gli eredi di quei magoi che erano stati incapaci di interpretare il sogno di Nabucodonosor riguardante l’avvento del ragno di Dio e la fine del regno dei pagani.

Quel sogno si realizza ora. Matteo dice infatti chiaramente che il Gesù neonato è “il re dei Giudei” ed è il “messia“. E non è solo Erode a essere preoccupato dalla nascita del re dei Giudei, ma “tutta Gerusalemme”. Matteo insiste sul fatto che tutta Gerusalemme è contraria al fatto che Gesù diventi il re dei Giudei ed è corresponsabile della strage degli innocenti che Erode ordina per ostacolarne il possibile regno.

Sempre secondo Matteo un episodio analogo sembra ripetersi durante la passione di Gesù, quando «tutto» il popolo di Gerusalemme chiederà a Pilato di crocifiggerlo a costo di dover subire la vendetta di Dio.

Infatti, anche quella versione dei fatti è inattendibile, compresa l’orribile concezione di un Dio vendicativo. Matteo ha anche un altro intento citando l’episodio dei magi: vuole mostrare che la rivelazione riguardante Gesù come re dei Giudei e messia è stata affidata a sacerdoti e sapienti non ebrei.

In tal modo giustifica il fatto che quel messaggio, che Gesù aveva indirizzato solo agli ebrei, dopo la sua morte può essere diffuso a tutte le genti. Alla fine del vangelo è scritto proprio così:

«Andate e battezzate tutte le genti». La storia dei magi ha avuto una grande risonanza nella tradizione cristiana. Francesco Scorza Barcellona, dell’Università di Roma, ha dedicato molti studi alla vicenda dimostrando, fra l’altro, che anche Marco Polo, raggiunta una zona dell’Asia centrale, vi ha trovato un racconto della storia dei magi elaborato e modificato da alcuni cristiani per giustificare la loro presenza all’interno di popolazioni dedite a una diversa religione. Fonte: Inchiesta su Gesù

Conclusione

La teoria che la stella di Betlemme fosse un UFO rimane un argomento controverso e dibattuto. Le prove presentate in questo articolo offrono diverse interpretazioni della stella e del suo possibile legame con gli extraterrestri.

Tuttavia, è importante notare che, mentre alcune fonti e teorie suggeriscono un possibile collegamento tra la stella di Betlemme e gli UFO, non esiste una prova definitiva che confermi questa ipotesi. La ricerca e il dibattito su questo argomento continueranno sicuramente nel futuro, ma per ora, la questione rimane aperta.

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A cura di Ufoalieni.it

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Di ufoalieni

Da oltre dieci anni mi appassiona scrivere di civiltà antiche, storia, vita aliena e altri temi affascinanti. Sono curioso di natura e cerco sempre di approfondire le mie conoscenze attraverso la lettura, la ricerca e l'esplorazione di nuovi campi di interesse. Con il mio sito, voglio condividere la mia passione e stimolare la vostra curiosità verso il mondo che ci circonda.

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