Il politicamente corretto è una forma di imposizione ideologica che cerca di eliminare la diversità di opinioni e di valori. Si tratta di una minaccia per la libertà di espressione, di pensiero e di critica.
Il politicamente corretto si manifesta in vari modi, come la censura, la manipolazione, la distorsione e la semplificazione del linguaggio. Il suo obiettivo è di creare una società omogenea, conformista e acritica, in cui non ci sia spazio per il dissenso, il dubbio e la ricerca della verità.
Il politicamente corretto ha diverse origini e motivazioni, ma una delle sue principali fonti è il relativismo morale. Il relativismo morale è la teoria che sostiene che non esistono valori oggettivi e universali, ma solo valori soggettivi e relativi.
Secondo il relativismo morale, ogni opinione è valida e nessuna opinione è migliore o peggiore di un’altra. Questa teoria porta a negare la possibilità di una verità oggettiva e a rifiutare ogni forma di giudizio e di confronto.
Il relativismo morale, tuttavia, è una teoria contraddittoria e insostenibile. Se ogni opinione è valida, allora anche l’opinione che il relativismo morale è falso è valida.
Se nessuna opinione è migliore o peggiore di un’altra, allora anche l’opinione che il relativismo morale è migliore o peggiore di un’altra è valida. Se non esiste una verità oggettiva, allora anche la verità che il relativismo morale è vero è soggettiva.
Se non si può giudicare e confrontare, allora anche il giudizio e il confronto che il relativismo morale è preferibile sono illegittimi.
Il politicamente corretto, basandosi sul relativismo morale, cerca di imporre una visione del mondo che non ammette discussioni e che non tollera le differenze. Il politicamente corretto, inoltre, usa il linguaggio come strumento di manipolazione e di controllo.
Il linguaggio, infatti, non è solo un mezzo di comunicazione, ma anche un mezzo di conoscenza e di formazione della realtà. Il linguaggio, quindi, può essere usato per descrivere la realtà, ma anche per nascondere, deformare o creare la realtà.
Il politicamente corretto, per raggiungere i suoi scopi, usa diverse tecniche linguistiche, come:
- La censura: consiste nell’eliminare o vietare le parole o le espressioni che sono considerate offensive, discriminatorie o sgradite. La censura, però, non elimina i problemi, ma li nasconde. La censura, inoltre, limita la libertà di espressione e di pensiero, impedendo il confronto e il dialogo.
- La manipolazione: consiste nel modificare o alterare il significato delle parole o delle espressioni per adattarle alla propria visione del mondo. La manipolazione, però, non risolve i problemi, ma li distorce. La manipolazione, inoltre, inganna e confonde le persone, impedendo la comprensione e la verità.
- La distorsione: consiste nell’usare le parole o le espressioni in modo improprio o fuorviante, per creare effetti emotivi o persuasivi. La distorsione, però, non affronta i problemi, ma li esagera. La distorsione, inoltre, manipola e condiziona le persone, impedendo la razionalità e la critica.
- La semplificazione: consiste nell’usare le parole o le espressioni in modo generico o vago, per evitare di entrare nel merito dei problemi o delle questioni. La semplificazione, però, non chiarisce i problemi, ma li riduce. La semplificazione, inoltre, appiattisce e banalizza le persone, impedendo la profondità e la creatività.
Il politicamente corretto, quindi, è una minaccia per la libertà e la verità, perché cerca di imporre una visione del mondo unica e indiscutibile, usando il linguaggio come strumento di manipolazione e di controllo. Il politicamente corretto, inoltre, è una minaccia per la diversità e il dialogo, perché cerca di eliminare la pluralità di opinioni e di valori, usando il linguaggio come strumento di censura e di distorsione.
Per contrastare il politicamente corretto, è necessario recuperare il significato e la funzione del linguaggio, come mezzo di comunicazione, di conoscenza e di formazione della realtà. Il linguaggio, infatti, non deve essere usato per nascondere, deformare o creare la realtà, ma per descrivere, comprendere e interpretare la realtà.
Il linguaggio, inoltre, non deve essere usato per eliminare, alterare o esagerare i problemi o le questioni, ma per affrontare, risolvere e chiarire i problemi o le questioni.
Per recuperare il significato e la funzione del linguaggio, è necessario:
- Ristabilire la gerarchia di concetti e conoscenze, basandosi su fonti affidabili e verificabili.
- Sviluppare il senso critico, confrontandosi con diverse prospettive e argomentazioni.
- Esprimere le proprie idee con coraggio e rispetto, senza lasciarsi intimidire o censurare.
- Valorizzare la diversità culturale, religiosa e morale, come risorsa e non come ostacolo.
Queste sono solo alcune possibili vie per contrastare il politicamente corretto e promuovere il pluralismo e il dialogo. Solo così si potrà difendere la libertà e la verità, che sono i valori fondamentali di una società democratica e civile.
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A cura di Ufoalieni.it
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Riferimenti:
Ho cercato sul web alcune fonti che potrebbero essere utili per approfondire il tema del politicamente corretto. Ecco una breve lista:
- La guida di Esquire al politicamente corretto: un articolo che analizza le origini, le motivazioni e le conseguenze del fenomeno, con esempi e riflessioni critiche.
- Il Politicamente corretto: una nuova barbarie della riflessione?: un saggio che esamina il rapporto tra parola e realtà, tra relativismo morale e verità oggettiva, tra libertà e conformismo, alla luce della tradizione filosofica occidentale.
- Tema di Italiano: Politicamente corretto: un esempio di elaborato scolastico che affronta il tema del politicamente corretto, con una tesi, degli argomenti e una conclusione.
- Come smontare 8 frasi politicamente corrette: un articolo che smaschera le contraddizioni e le ipocrisie di alcune espressioni tipiche del politicamente corretto, con ironia e sarcasmo.