Ufo di Mussolini? La notizia risale all’aprile 2000, ma su stampa e tv non ha ottenuto il riscontro che meritava. Sono stati il presidente e il segretario del Centro Ufologico Nazionale, Roberto Pinotti e Alfredo Lissoni, a divulgare l’incredibile scoperta: risulta da documenti attendibili che nel giugno 1933, a Milano, un oggetto non identificato piombò dal cielo, schiantandosi a terra.
Un autentico caso di UFO-crash, in pieno regime fascista. Dai documenti emerge che i resti della navicella distruttasi al suolo vennero occultati, mentre le alte sfere del governo di Mussolini si mettevano in moto per impedire che la notizia venisse diramata dall’Agenzia Stefani (l’Ansa dei tempi).
L’Ufo di Mussolini
Pinotti ha divulgato il testo di un telegramma datato 13 Giugno 1933, ore 16 che reca l’intestazione “Ufficio telegrafico di Milano” e la dicitura “Riservatissimo – lampo – priorità su tutte le priorità“. Come mittente reca la voce prestampata “Agenzia Stefani”.
Primo telegramma
Ecco il testo: “D’ordine personale del Duce disponesi assoluto silenzio su presunto atterraggio su suolo nazionale at opera aeromobile sconosciuto Stop Confermasi versione pubblicanda diffusa dispaccio Stefani odierno stop Idem versione anche at personale e giornalisti Stop Previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello Stato stop Per immediata conferma ricevimento stop Direzione affari speciali“.
Secondo telegramma
In un secondo telegramma della Direzione affari speciali, trasmesso alle 17.07, si precisa l’ora in cui l’Ufo si è schiantato “D’ordine personale del Duce disponesi immediato dicesi immediato arresto diffusione notizia relativa at aeromobile natura et provenienza sconosciuta di cui at dispaccio Stefani data odierna hore 7 et 30 Stop Disponesi istantanea rifusione eventuali piombi giornalistici recanti detta notizia Stop Previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello Stato Stop dare immediata conferma del ricevimento Stop“.
Pinotti e Lissoni dispongono di ulteriori documenti, al vaglio di esperti per confermare la correttezza della datazione. Alcune indicazioni di massima: del caso milanese fu informato anche Galeazzo Ciano;
il disco volante recuperato dai fascisti all’alba del 13 giugno del ’33 sarebbe stato nascosto negli stabilimenti della Siai Marchetti di Vergiate o Sesto Calende (VA), che presero misteriosamente fuoco nel ’43; la censura fu potente e immediata e trascinò nelle pesti chi tentava di fare luce (tale Moretti, relegato in manicomio, un funzionario che il regime aveva incaricato di trasmettere i risultati di ricerche segrete sull’Ufo ai nazisti);
infine, lo stesso Guglielmo Marconi indagò sul fatto, sempre su indicazione di alte gerarchie fasciste.