In uno dei suoi ultimi video, Mauro Biglino affronta un tema affascinante e complesso: ‘Belzebù e i carri celesti‘. Sin dall’inizio, si percepisce il tono appassionato con cui cerca di guidare gli spettatori verso una nuova consapevolezza.
Biglino ci invita a riflettere su come le informazioni che emergono progressivamente, in particolare dagli studi storici e dalle nuove scoperte, stiano ridefinendo il nostro modo di intendere la storia dell’umanità. Non si tratta solo di una curiosità intellettuale, ma di una reale esigenza di rivedere le nostre certezze.
1. La ribellione di Moab e la conferma storica:
Biglino comincia il suo discorso con un episodio tratto dal Secondo Libro dei Re, dove si racconta della ribellione di Moab contro Israele dopo la morte del re Akab. Il punto cruciale, secondo lui, è che Moab non era un nemico qualunque: i moabiti discendevano da Lot, il nipote di Abramo, quindi erano in qualche modo imparentati con gli israeliti. Ciò che rende interessante questo racconto biblico è la sua conferma attraverso una fonte archeologica: la stele di Mesha.
La stele di Mesha, spiega Biglino, è un reperto storico che ci racconta esattamente dello scontro tra Mesha, re di Moab, e Israele. La stele narra della ribellione e delle vittorie del re moabita contro quelli che Mesha definisce “quelli di Yahveh“. Questa stele, quindi, fornisce una conferma straordinaria a quanto riportato nella Bibbia, mostrandoci che non siamo di fronte a leggende o racconti puramente mitologici, ma a fatti storici con riscontri tangibili.
La combinazione di fonti bibliche e archeologiche è per Biglino la prova che il testo sacro va letto con occhi diversi: non come un libro di sole allegorie, ma come una cronaca vera e propria, seppure filtrata attraverso le convinzioni religiose dell’epoca.
2. Baal Zebub e l’Elohim di Ekron:
Uno dei momenti centrali del video è la figura di Baal Zebub, divinità di Ekron. Acazia, il figlio di Akab, re d’Israele, dopo un incidente in cui cadde dalla finestra, manda messaggeri a consultare questa divinità per sapere se sarebbe guarito. Questo dettaglio, apparentemente secondario, secondo Biglino ha un significato profondo.
La scelta di Acazia di consultare un Elohim straniero invece di Yahweh dimostra come, per gli israeliti, gli Elohim fossero visti come divinità equivalenti. Baal Zebub, letteralmente “Signore delle Mosche“, era in realtà chiamato così in tono derisorio dagli ebrei: il termine Zebub non si riferiva davvero alle mosche, ma era un modo sarcastico per ridurre la potenza di questo Elohim, che veniva in realtà considerato come “Signore del Principato” o “Signore della Guarigione“.
Biglino sottolinea come nella Bibbia non ci sia mai una negazione esplicita dell’esistenza di altri Elohim. Quando Yahweh si rivolge ad Elia e gli chiede di fermare i messaggeri di Acazia, non dice che Baal Zebub non esiste, né che non ha poteri.
Piuttosto, Yahweh si lamenta: “Perché andate da Baal Zebub, visto che ci sono io?” Il che, per Biglino, evidenzia una rivalità tra divinità, quasi una competizione tra Elohim per il controllo e la fedeltà dei popoli.
Un dettaglio che colpisce è che Baal Zebub, in origine, non era un demone, come viene interpretato successivamente nella tradizione cristiana, ma un dio rispettato, capace di guarire. Il concetto di “demone” nasce solo in seguito, quando la cultura cristiana trasforma queste divinità straniere in figure negative, trasfigurando Baal Zebub in Belzebù, uno dei demoni principali. La storia di Baal Zebub rappresenta un esempio lampante di come la teologia cristiana abbia trasformato antiche divinità politeistiche in demoni malvagi.
3. Il conflitto tra Yahweh e gli Elohim rivali:
Nella narrazione biblica, continua Biglino, si evidenzia come ci fosse una costante competizione tra Yahweh e le altre divinità. Non è solo una questione teologica, ma una realtà pratica per le persone del tempo. Gli israeliti, ad esempio, abbandonavano spesso Yahweh per seguire Baal Peor, una divinità associata a riti sessuali celebrati sul monte Peor, come raccontato nella Bibbia.
Questo aspetto rende la visione del monoteismo molto più complessa di quanto possa sembrare: ci sono tracce di un politeismo latente, con Yahweh che si afferma gradualmente come l’Elohim dominante.
Biglino sottolinea il racconto biblico in cui Yahweh manda Elia a fermare i messaggeri di Acazia e a sfidare i profeti di Baal. Questo confronto viene vinto da Yahweh in modo spettacolare: Elia riesce, grazie alle sue conoscenze, a far incendiare un altare, cosa che i profeti di Baal non riescono a fare.
Questo episodio non è solo un aneddoto, ma un simbolo del potere superiore di Yahweh rispetto agli altri Elohim, almeno nella visione dei redattori biblici.
4. Le rappresentazioni di Yahweh su un carro celeste:
Una parte davvero interessante del video è quando Biglino mostra una xilografia del 1625, che raffigura Yahweh su un carro celeste. Questa rappresentazione, inserita in una Bibbia approvata da Papa Sisto V, ci presenta Dio non come un’entità astratta, ma come una figura concreta, fisica, che viaggia su un carro volante.
Questo è un dettaglio straordinario, perché, secondo Biglino, ci mette di fronte all’idea che nel passato fosse perfettamente normale immaginare divinità come entità che si spostano su mezzi volanti. Non si tratta di una metafora, ma di una visione realistica del tempo.
Biglino collega questa rappresentazione a fenomeni celesti documentati in Europa tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, come le sfere volanti viste nei cieli di Basilea e i cilindri volanti avvistati a Norimberga. Questi avvistamenti, che oggi definiremmo UAP (fenomeni aerei non identificati), erano raffigurati e descritti con dettagli sorprendenti, e per Biglino è interessante notare come le immagini di divinità su carri volanti siano state così diffuse anche in contesti religiosi ufficiali.
5. Il legame tra il passato e le nuove scoperte sui fenomeni celesti:
Il discorso di Biglino si conclude con una riflessione su come queste rappresentazioni antiche possano essere interpretate alla luce delle nuove informazioni che ci arrivano oggi sui fenomeni aerei non identificati. La recente apertura del Pentagono sugli UAP ha dato legittimità a domande che, fino a poco tempo fa, venivano liquidate come fantasie o complotti.
Questo ci offre, secondo Biglino, l’opportunità di rivedere i testi antichi e le testimonianze storiche sotto una nuova luce. Quello che una volta poteva sembrare un racconto mitologico o ingenuo, potrebbe invece nascondere una conoscenza più avanzata della realtà, che gli antichi descrivevano con il linguaggio e le immagini del loro tempo.
In sintesi, Biglino ci invita a ripensare la nostra comprensione delle divinità antiche, dei testi sacri e delle rappresentazioni di fenomeni celesti, non come superstizioni, ma come riflessi di una realtà storica e culturale che merita di essere esplorata con mente aperta.
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Riferimenti:
- La Bibbia non parla di Dio. Mauro Biglino propone una lettura laica e letterale dell’Antico Testamento, suggerendo che i testi biblici non parlano di Dio, ma di eventi storici “fisici”, rivelando ipotesi rivoluzionarie sull’origine dell’essere umano.
- Il falso testamento. Creazione, miracoli, patto d’allenza: l’altra verità dietro la Bibbia: Il libro di Mauro Biglino esplora la Bibbia con nuove chiavi di lettura, analizzando genetica, traduzioni letterali e somiglianze con mitologie classiche, rivelando interpretazioni inedite e potenzialmente rivoluzionarie.
- Belzebù e i Carri Celesti | Mauro Biglino
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