Speriamo solo che – un tale Mr. Burns – non raduni mille scimmie e mille macchine da scrivere per finire il più grande romanzo di sempre.
Durante una demo di giovedì sera, Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, ha mostrato a cosa ha lavorato Neuralink, la sua startup Brain-Computer Interface (BCI).
La società ha mostrato le immagini di una scimmia che, secondo quanto affermato, potrebbe “digitare” su una tastiera su schermo utilizzando un chip delle dimensioni di una moneta incorporato nel suo cervello. Ovviamente la scimmia non riusciva a capire il significato delle lettere scritte; hai semplicemente spostato il cursore per fare clic sulle lettere precedentemente evidenziate per ottenere una ricompensa sotto forma di frullato di frutta.
“È come sostituire una parte del tuo cranio con uno smartwatch, in mancanza di un’analogia migliore“, ha detto Musk all’evento, giurando di impiantare uno dei dispositivi nel proprio cervello.
Ciò che Neuralink è stato in grado di contribuire, dicono gli esperti, è un’interfaccia wireless più elegante, che potenzialmente la rende meno ingombrante della tecnologia esistente. Le matrici Utah sono ingombranti, sporgono dal cranio e richiedono agli utenti di essere fisicamente connessi al computer.
Durante la presentazione è stato mostrato anche il grande robot “chirurgo” che verrà utilizzato per impiantare il suo chip, chiamato N1, in un buco nel cranio, dove può interagire con il cervello.
Tornare a vedere
Il magnate ha fatto altre promesse estremamente elevate su Neuralink durante l’evento, affermando che il dispositivo sarà in grado di restituire la vista a coloro che non sono mai stati in grado di vedere prima e consentire alle persone con paralisi di camminare di nuovo.
Queste affermazioni si basano su precedenti promesse che il dispositivo potrebbe un giorno “risolvere” l’autismo e la schizofrenia e persino trasmettere musica direttamente al cervello.
“Il nostro obiettivo sarà accendere le luci per qualcuno che ha passato decenni a vivere nell’oscurità“, ha detto il ricercatore di Neuralink Dan Adams durante la presentazione.
Per ora, tuttavia, l’azienda ha molti compiti da fare prima di poter realizzare una tale visione. È certo che dovrà affrontare una dura battaglia per impiantare il suo primo chip cerebrale in un essere umano, dopo altri esperimenti con pecore e maiali, oltre che con scimmie. Le autorità di regolamentazione devono ancora valutare il potenziale danno che un tale dispositivo potrebbe causare al cervello umano.
Poi c’è la questione di quanto tempo un tale dispositivo potrebbe durare all’interno del cranio senza rompersi o corrodersi, cosa che si è già dimostrata difficile per altri dispositivi BCI.
E questo per non parlare del fatto che qualcuno debba fidarsi del famigerato approccio all’ingegneria “muoviti velocemente e rompi le cose” di Musk quando si tratta di consentire a un robot di inserire un microchip nel proprio cranio.
A cura di Ufoalieni.it