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La storia delle missioni spaziali è ricca di successi, fallimenti e misteri irrisolti. Tra questi, la teoria del complotto legata al presunto programma Apollo 20 ha catturato l’attenzione di appassionati di ufologia e misteri spaziali.
Questo articolo esplora le origini di questa teoria, analizzando le prove, le testimonianze e la confessione dell’artista che ha ammesso di aver creato la storia immaginaria dell’Apollo 20.
Scopriamo insieme i dettagli di questa intrigante vicenda e valutiamo se le affermazioni presentate siano credibili o semplicemente frutto dell’immaginazione.
Apollo 20: missione segreta o bufala?
Il programma Apollo si concluse ufficialmente nel 1972 con la missione Apollo 17, l’ultima a portare l’uomo sulla Luna. Tuttavia, la NASA aveva inizialmente pianificato altre tre missioni:
Apollo 18, Apollo 19 e Apollo 20.
Secondo alcune teorie del complotto, queste missioni avrebbero scoperto antiche strutture artificiali sulla Luna, e la NASA avrebbe voluto esplorarle in segreto, senza informare il pubblico. L’Apollo 20 è considerato uno degli insabbiamenti più controversi della storia spaziale.
Nel 2007, diversi video furono caricati su YouTube da un utente che affermava fossero riprese originali della missione. I filmati, sgranati e apparentemente impressi su pellicola da 16 mm, mostrano l’interno del modulo di comando dell’Apollo 20 e quello che sembra essere un’intricata città lunare abbandonata.
William Rutledge: il segreto dell’Apollo 20
William Rutledge, un presunto ex astronauta, ha dichiarato di essere stato parte della missione Apollo 20, avvenuta nel 1976 grazie a una collaborazione segreta tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Rutledge, ateo, fu selezionato per la missione proprio per la sua mancanza di credenze religiose, forse per evitare conflitti interiori legati alla scoperta di vita extraterrestre.
Secondo Rutledge, la missione Apollo 14 aveva già sorvolato la regione polare meridionale della Luna, avvistando navi spaziali e città abbandonate, tra cui strutture a forma di torre. L’Apollo 20 atterrò invece vicino al Cratere Delporte, con l’obiettivo di esplorare una nave madre a forma di sigaro, abbandonata da 1,5 milioni di anni.
Monna Lisa: l’aliena in sospensione
All’interno della nave, gli astronauti trovarono due corpi alieni. Il maschio era morto ma ben conservato, mentre la femmina, soprannominata Monna Lisa, era in uno stato di sospensione vitale. Rutledge la descrisse come un essere umanoide con sei dita, lineamenti simili a quelli umani ma priva di narici. Era attaccata alla plancia di controllo della nave con tubi che penetravano nel suo corpo e ricoperta da una sostanza simile alla cera.
Monna Lisa fu portata sulla Terra, e Rutledge sospettò che fosse stata rianimata e tenuta nascosta. Anche il corpo del maschio fu sottoposto a un’autopsia. Gli astronauti recuperarono quanta più tecnologia possibile prima di fare ritorno. Oggi, Rutledge, 78enne residente in Rwanda, afferma di non sentirsi più vincolato dal segreto e ritiene che la verità debba essere rivelata al mondo.
Apollo 20: una bufala perfetta?
Alcuni sostengono che si tratti di una bufala perfetta, con una testimonianza che dichiara di averla progettata. In questo caso, una pagina di WikiBooks indica che la presunta missione segreta è in realtà una messinscena creata da un artista video francese di nome Thierry Speth, il quale avrebbe ammesso di aver diffuso i filmati il 9 luglio 2007.
Nonostante le affascinanti dichiarazioni di Rutledge, molti sostengono che l’intera storia sia una bufala ben orchestrata. Una testimonianza indica che la missione segreta è in realtà una messinscena creata da Thierry Speth, un artista video francese. Speth avrebbe ammesso di aver diffuso i filmati il 9 luglio 2007, alimentando il mito dell’Apollo 20.
Thierry Speth: la confessione
Thierry Speth, un artista francese, ha ammesso di essere l’autore della storia immaginaria dell’Apollo 20 il 9 luglio 2007. Nonostante la sua confessione, molte persone inizialmente hanno dubitato della sua affermazione, e ancora oggi in pochi conoscono il ruolo di Speth in questa vicenda.
La teoria del complotto sull’Apollo 20 ha trovato nuova linfa vitale su TikTok, dove numerosi utenti pubblicano, condividono e remixano clip video. Alcuni di questi video sono diventati virali, e dai commenti lasciati dagli utenti emerge che molti credono ancora alla veridicità della storia. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la storia dell’Apollo 20 è frutto della fantasia di Thierry Speth e non ha alcun fondamento reale.
Fact-checking: i video sono falsi
Nonostante la popolarità della teoria, molte fonti affidabili hanno smentito i video originali. Purtroppo, molti dei primi video e siti web di fact-checking sono stati rimossi nel tempo.
Un esempio significativo è l’analisi condotta dal Centro Ufologico Nazionale CUN Italiano – Sezione Triveneto, che ha dimostrato la falsificazione di un video dell’Apollo 20. L’articolo di debunking, suddiviso in tre parti, è disponibile in formato PDF e rappresenta una risorsa preziosa per chi vuole approfondire.
Tutti gli approfondimenti tecnici condotti sui video hanno portato alla stessa conclusione: le immagini non sono autentiche e non sono state girate nello spazio o sulla Luna. In realtà, sono state create utilizzando computer grafica, effetti speciali e modellini.
Anche gli esami non tecnici, come quelli sui membri dell’equipaggio e sui dettagli del distintivo della missione, hanno confermato che la storia rappresentata nei video è completamente inventata.
Il ruolo di Luca Scantamburlo
L’ufologo italiano Luca Scantamburlo ha affermato di aver intervistato l’astronauta William Rutledge tramite Yahoo Messenger nel maggio 2007. Tuttavia, non è chiaro se l’intervista sia stata reale o se qualcuno abbia impersonato Rutledge, che potrebbe non esistere affatto.
Scantamburlo ha anche scritto un libro intitolato “Apollo 20. The Disclosure” nel 2010. Al momento della pubblicazione, non è stato possibile verificare se il libro contenesse informazioni provenienti da fonti attendibili, lasciando molti dubbi sulla sua credibilità.
Thierry Speth: il creatore del mito Apollo 20
Il focus di questa sezione è sull’artista che ha creato la storia dell’Apollo 20: Thierry Speth. Attraverso un’intervista, un libro e numerose risorse online, è emerso che Speth è l’autore dei video originali e dell’intera narrazione.
Intervista a Speth: i retroscena
Curiosamente, sono trascorsi 10 anni prima che qualcuno decidesse di intervistare Thierry Speth. Nel 2017, Chad Baxter ha condotto un’intervista di un’ora con l’artista, rivelando dettagli fondamentali sulla creazione della vicenda dell’Apollo 20.
Durante il colloquio, Speth ha spiegato come ha realizzato gli effetti visivi, gli accessori e persino la maschera di Monna Lisa, la presunta umanoide extraterrestre. Questa intervista rappresenta una pietra miliare per comprendere come sia nata e si sia diffusa una delle teorie del complotto più affascinanti degli ultimi decenni.
Il libro e il gruppo di Thierry Speth
Thierry Speth ha pubblicato nel 2017 il libro “Apollo 20, the Unknown Mission”, disponibile su Amazon. Il testo, di genere fantascientifico, si basa sulla storia originale del 2007. Speth ha anche creato un gruppo Facebook dedicato al libro, dove ha confermato di essere l’autore dei video originali. Ha condiviso nuovi filmati e immagini inedite, dimostrando il suo ruolo centrale nella creazione della narrazione.
Speth è un appassionato di fantascienza e missioni Apollo. Tra il 2004 e il 2005, ha costruito un simulatore spaziale con pannelli di controllo e software di simulazione. È probabile che abbia utilizzato parti di questo progetto per realizzare i video dell’Apollo 20, aggiungendo dettagli realistici alla sua creazione.
Speth confermato come autore
Speth si è rivelato un appassionato di fantascienza e delle missioni Apollo. Tra il 2004 e il 2005, ha costruito un simulatore spaziale a grandezza naturale, completo di pannelli di controllo e software di simulazione. È probabile che alcune parti di questo progetto siano state utilizzate per realizzare i video dell’Apollo 20.
Il nome di Speth è emerso rapidamente come l’artista dietro la storia dell’Apollo 20. Le verifiche dei fatti hanno confermato che i video non sono autentici e che la storia è frutto della sua immaginazione.
Nonostante ciò, la narrazione originale continua a diffondersi, soprattutto su piattaforme come TikTok. Ascoltando l’intervista di Speth, esaminando i suoi post su Facebook e consultando i vecchi smascheramenti, è evidente che la sua confessione del 2007 è veritiera: è stato lui a creare i video dell’Apollo 20.
Realizzare i video ha richiesto un notevole impegno. Speth ha utilizzato repliche delle missioni Apollo, costumi, software di montaggio video e tecniche fai-da-te. È l’unica persona conosciuta ad avere i mezzi, le motivazioni e i materiali necessari per creare i filmati originali.
Conclusione: Apollo 20, bufala o verità?
La storia dell’Apollo 20 ha suscitato dibattiti e controversie tra gli appassionati di misteri spaziali e ufologia. Sebbene Thierry Speth abbia ammesso di essere l’autore della storia e dei video, alcuni continuano a credere che ci sia un fondo di verità.
È difficile stabilire con certezza se si tratti di una bufala perfetta o di un tentativo di depistare il pubblico su presunte missioni segrete. In ultima analisi, spetta a ogni lettore valutare le prove e trarre le proprie conclusioni sulla veridicità della teoria del complotto dell’Apollo 20.
A cura di Ufoalieni.it
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© Riproduzione riservata
Riferimenti:
- Apollo 20. The Disclosure – Indagine su presunte missioni segrete USA/URSS, tra interviste, video e ricerche.
- WikiBook – La bufala dell’Apollo 20 nasce da video YouTube del 2007 su una finta missione lunare.
- Gruppo Facebook – Apollo 20 the book. official account.
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