Vaticano: 30 milioni per un osservatorio astronomico
Dom. Dic 22nd, 2024

Il 14 marzo 1891, Papa Leone XIII emise un Motu Proprio, un decreto personale che ristabiliva la Specola Vaticana, l’osservatorio astronomico della Santa Sede. Nel documento, il Pontefice ribadiva la necessità di sostenere l’indagine scientifica come parte integrante della missione della Chiesa, richiamando una lunga tradizione di supporto papale all’astronomia. Questa scelta si poneva in continuità con l’idea che fede e ragione possano convivere in armonia, aprendo nuovi orizzonti alla comprensione del creato.

Negli ultimi decenni, è stata particolarmente attiva nella ricerca di esopianeti, ossia pianeti al di fuori del sistema solare che potrebbero ospitare forme di esistenza. Tra i centri di ricerca più importanti associati vi è il Vatican Observatory Research Group in Arizona, negli Stati Uniti, dotato di strumenti all’avanguardia per lo studio dell’universo. Questo impegno riflette un interesse crescente per la possibilità di vita extraterrestre, una tematica che negli ultimi anni ha suscitato dibattiti sia in ambito scientifico che teologico.

L’Osservatorio Vaticano e l’esobiologia

osservatorio astronomico del vaticano

Tra i primi ad affrontare il tema dell’intelligenza al di fuori della Terra in chiave religiosa vi fu Monsignor Corrado Balducci. Egli, basandosi sulle Sacre Scritture, ipotizzava l’esistenza di forme intermedie tra l’uomo e gli angeli. Nel Salmo 24 si legge infatti: “Del Signore è la Terra, l’universo e i suoi abitanti”. Balducci interpretava questa frase come un possibile riferimento a creature non terrestri, argomentando che la fede non esclude l’esistenza di altri esseri intelligenti creati da Dio.

Nel 2008, Padre José Gabriel Funes, allora direttore della Specola Vaticana, intervenne sull’argomento in un’intervista all’Osservatore Romano intitolata L’extraterrestre è mio fratello. Funes affermava:

“Gli astronomi stimano che l’universo sia composto da cento miliardi di galassie, ciascuna con cento miliardi di stelle. Molte di queste, se non tutte, potrebbero avere pianeti. Come si può escludere che la vita non si sia sviluppata altrove?”

Funes ha anche proposto una riflessione teologica particolarmente suggestiva:

Dio si è fatto uomo per salvare l’umanità, che potrebbe rappresentare la pecora smarrita dell’universo. Altre forme di vita, invece, potrebbero non aver bisogno di redenzione, essendo rimaste in perfetta comunione con il Creatore.”

Nel panorama accademico cattolico, il tema dell’esistenza di civiltà al di fuori della Terra è stato esplorato anche dal teologo tedesco Armin Kreiner, docente di Teologia Fondamentale a Monaco di Baviera. Nel suo libro Gesù, gli UFO e gli alieni (2012), Kreiner si interroga su come la possibilità di altre civiltà intelligenti possa essere conciliata con i dogmi cristiani, proponendo una riflessione critica e aperta sul rapporto tra fede e scienza.

Le interpretazioni di Mauro Biglino

Su un’ottica più “laicista”, lo studioso e saggista piemontese Mauro Biglino offre una visione alternativa e radicale della Bibbia, distinguendosi per un approccio che si concentra sull’analisi diretta del testo antico masoretico. In particolare, ha approfondito lo studio del Codex Leningradensis, uno dei manoscritti masoretici più completi e autorevoli, dal quale derivano le traduzioni della Bibbia ebraica. Questo codice è la base della versione “stuttgartense”, che è quella in uso nel cristianesimo occidentale, la stessa che molti di noi possiedono nelle loro case.

Biglino, che ha studiato lingua ebraica nella comunità israelitica di Torino e in passato è stato traduttore per le edizioni San Paolo, fornisce un’interpretazione letterale del testo biblico. Mette a nudo errori e contraddizioni che svelerebbero una diversa natura dei fatti narrati circa l’origine del genere umano e sul rapporto con gli Elohim, termine che nella Bibbia viene inteso e tradotto come “il Signore creatore”.

A differenza delle traduzioni tradizionali, sostiene che la versione ebraica originale del testo biblico non contenga il concetto di “Dio” come lo intendiamo nella teologia cristiana. Un esempio è la parola Elohim, tradotta convenzionalmente come “Dio”. Secondo questa interpretazione, il termine indicherebbe una pluralità di esseri superiori, ma non necessariamente divini. Da questa lettura, emerge una visione del cosmo e della creazione che sfida la lettura tradizionale, suggerendo che tali esseri potrebbero essere stati entità mortali che, attraverso interventi materiali, avrebbero creato l’uomo.

Questo approccio ha sollevato molte polemiche, in quanto contrasta con la tradizionale lettura teologica che vede Dio come l’unico creatore del cosmo. Questa analisi ha attirato un pubblico ampio, suscitando un dibattito che va oltre le tradizionali questioni religiose, ponendo interrogativi sull’origine del genere umano e sulle sue possibili connessioni con altre entità superiori.

Alcune polemiche nei confronti di Biglino derivano dal fatto che in passato sia stato membro della Gran Loggia d’Italia, alimentando sospetti su eventuali legami tra la massoneria e le sue pubblicazioni. Ha smentito queste accuse, affermando che il suo lavoro non ha legami con organizzazioni esoteriche, ma si basa esclusivamente su una rilettura dei testi biblici. La domanda solleva – “Se gli Elohim hanno creato l’uomo, chi ha creato gli Elohim?” – resta aperta, stimolando ulteriori riflessioni su scienza, fede e misteri del passato.

Conclusioni: fede, scienza e mistero

Il dibattito sulla vita extraterrestre si sviluppa in un contesto in cui fede e scienza possono coesistere senza contrapposizioni. Mentre la Specola Vaticana continua a supportare la ricerca scientifica in questo campo, teologi come Balducci, Funes e Kreiner esplorano nuove visioni della creazione, aprendo a possibilità oltre i confini della Terra.

Interpretazioni alternative, come quelle proposte dallo studioso piemontese, mettono in discussione le tradizionali letture bibliche, stimolando un ampio dibattito che coinvolge sia il mondo accademico che quello popolare. L’immensità dell’universo, infine, rimane una fonte di mistero, spingendo a ulteriori riflessioni su ciò che resta ancora da scoprire.

A cura di Ufoalieni.it

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Di ufoalieni

Da oltre dieci anni mi appassiona scrivere di civiltà antiche, storia, vita aliena e altri temi affascinanti. Sono curioso di natura e cerco sempre di approfondire le mie conoscenze attraverso la lettura, la ricerca e l'esplorazione di nuovi campi di interesse. Con il mio sito, voglio condividere la mia passione e stimolare la vostra curiosità verso il mondo che ci circonda.

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