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Le piramidi e la Sfinge di Giza, straordinarie testimonianze dell’ingegno umano, sono spesso considerate tra i più grandi misteri della storia antica. Tuttavia, studiosi hanno avanzato una teoria affascinante, ipotizzando che queste antiche opere possano essere di gran lunga più antiche di quanto indicano le cronologie ufficiali.
Studi avanzano l’idea che le strutture di Giza possano risalire a un’epoca precedente alla civiltà egizia, suscitando domande sul loro scopo originario e sulla civiltà che le costruì. In questo articolo esploreremo le proposte che suggeriscono un possibile legame con il Grande Diluvio e cercheremo di verificare se esistano prove scientifiche a sostegno di queste intuizioni, o se si tratti invece di congetture non ancora confermate.
Le prime prove di erosione da acqua
Il cuore del mistero che circonda l’altopiano di Giza risiede nell’erosione visibile sui blocchi megalitici, che molti ricercatori attribuiscono a un’antica immersione nell’acqua. Si sono sviluppate varie spiegazioni analizzando i danni riscontrati, considerati segni lasciati dalla forza dell’acqua, in particolare sul corpo della Sfinge e nelle aree circostanti.
Il dottor Robert M. Schoch, rinomato geologo, è stato tra i primi a fare luce su queste tracce, ipotizzando che queste strutture e le piramidi fossero molto più antiche di quanto comunemente accettato. Sostiene infatti che i danni ai monumenti non corrispondono alle condizioni climatiche del periodo dell’antico Egitto, ma piuttosto a un periodo molto più remoto, quando la zona era soggetta a forti piogge o addirittura a un’antica inondazione catastrofica.
La Sfinge e il mistero della sua antichità
Il caso della Grande Sfinge è emblematico di quanto le teorie sulla sua età possano essere controverse. Alcuni scienziati, tra cui il geologo Robert Schoch, ipotizzano che questa possa risalire a periodi molto precedenti la civiltà egizia, addirittura tra il 5000 e il 9000 a.C.
Queste teorie si basano sull’analisi dei segni di usura, che sembrano non corrispondere al modello di danneggiamento causato dal vento, tipico della regione, ma piuttosto ai segni lasciati dall’acqua. I geologi Manichev e Parkhomenko, in particolare, hanno avanzato l’idea che l’imponente figura possa avere centinaia di migliaia di anni, indicandone la sommità come prova di un’intensa esposizione all’acqua. Per questi studiosi, l’acqua salata potrebbe aver ricoperto l’area per lunghi periodi, evidenziando un legame tra questa antica opera e civiltà antecedenti a quella dei Faraoni.
Inondazioni nell’altopiano di Giza
La teoria dell’erosione da acqua non si limita alla Sfinge, ma si estende anche ad altre formazioni dell’altopiano di Giza, tra cui la Grande Piramide. L’archeologo Sherif El-Morsi ha contribuito a questa teoria, osservando che la necropoli, insieme ai templi e al celebre sito, potrebbe essere stata sommersa durante una catastrofica inondazione.
Le sue ricerche indicano che un livello del mare particolarmente elevato, fino a 75 metri sopra l’attuale, avrebbe sommerso gran parte dell’altopiano. Queste evidenze, tra cui fossili marini rinvenuti nei blocchi di pietra, rafforzano l’idea che l’intera area di Giza possa aver subito un’alluvione di dimensioni straordinarie.
Speculazioni o prove scientifiche?
Le evidenze raccolte finora, sebbene affascinanti, non bastano ancora a dimostrare con certezza che le opere di Giza siano più antiche della civiltà egizia. Restano interpretazioni che le vedono come vestigia di una civiltà scomparsa, forse collegata a un antico diluvio globale, menzionato in numerosi miti antichi, tra cui la Bibbia e i testi sumero-babilonesi.
L’ipotesi di una grande inondazione, pur trovando riscontro in studi geologici, resta oggetto di dibattito. Ricercatori come Robert Ballard hanno presentato prove di antiche inondazioni globali, ma resta incerto se questi eventi possano essere collegati direttamente al sito di Giza.
Conclusione
In sintesi, il mistero delle piramidi e della Sfinge di Giza continua a stimolare il dibattito scientifico e culturale. Nonostante le analisi avanzate e le numerose interpretazioni, la mancanza di prove conclusive lascia aperta la possibilità che queste realizzazioni appartengano a una civiltà ancora più antica rispetto a quella egizia.
Le tracce di erosione e le teorie sul diluvio universale ci portano a riflettere sulla possibilità che questi luoghi siano sopravvissuti a catastrofi globali, ma la verità potrebbe essere ancora nascosta sotto strati di sabbia e di storia. Ciononostante, la ricerca continua, e ogni nuova scoperta potrebbe avvicinarci alla verità su queste antiche meraviglie.
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Riferimenti:
- Robert M. Schoch: Research Highlights – The Great Sphinx – Pagina di Robert M. Schoch che evidenzia la sua ricerca sulla Grande Sfinge, con diagrammi che mostrano le fissure profonde e le superfici ondulate causate dall’erosione da pioggia.
- Ipotesi di erosione idrica della Sfinge – Teoria proposta dal geologo Robert Schoch, presentata su Wikipedia, che ipotizza segni di erosione da piogge sulla Sfinge, sfidando la datazione tradizionale.
- Wind May Have Helped Sculpt Egypt’s Famous Sphinx – Articolo del Smithsonian Magazine che esplora la teoria secondo cui il vento, oltre a mani umane, avrebbe modellato la Sfinge.