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Quando Squid Game è stato lanciato su Netflix il 17 settembre 2021, ha subito conquistato il pubblico con la sua narrazione inquietante e visivamente potente. Ma dietro le violente sfide tra i concorrenti si cela una L’epocale crisi del 1997 ha lasciato un segno indelebile sulla Corea del Sud, spingendo milioni di persone alla povertà.
Non solo una critica al capitalismo moderno, la serie è anche uno specchio delle fragilità strutturali della Corea del Sud, un Paese che ha affrontato innumerevoli crisi economiche e tensioni interne negli ultimi decenni.
In questo articolo esploreremo le vere ispirazioni storiche e culturali dietro Squid Game, svelando il legame tra la produzione e gli eventi cruciali che hanno segnato la Corea del Sud. Analizzeremo anche come la seconda stagione stia ampliando le tematiche trattate, offrendo nuove riflessioni sul mondo contemporaneo.
Le ispirazioni storiche di Squid Game
Sciopero Ssangyong del 2009
Nel 2009, durante una delle peggiori crisi industriali della Corea del Sud, la casa automobilistica Ssangyong Motors licenziò oltre 2.600 dipendenti, provocando un’ondata di indignazione e una protesta senza precedenti. Gli operai occuparono lo stabilimento per 77 giorni, resistendo a un assedio durissimo da parte della polizia, che fece ricorso a lacrimogeni, proiettili di gomma e armi stordenti pur di sgomberare la fabbrica.
Le immagini di quegli scontri, trasmesse dai media nazionali, mostrarono un Paese diviso, dove il lavoro non garantiva più sicurezza e dignità. Questo episodio ha lasciato un’impronta profonda nella coscienza collettiva sudcoreana, ed è uno degli echi reali che il creatore della serie ha voluto integrare nella narrazione, trasformando una crisi operaia in materia narrativa potente.
Lager Brothers Home negli anni ’80
Un altro riferimento oscuro che ha influenzato la narrazione della serie è la vicenda dell’Istituto Brothers Home, una struttura di assistenza per minori abbandonati attiva negli anni ’80 in Corea del Sud. In quel contesto, migliaia di bambini furono internati con la forza e sottoposti a maltrattamenti, lavori forzati e violenze sistematiche sotto il controllo dello Stato.
Quell’abisso istituzionale, in cui l’infanzia veniva cancellata in nome del controllo e dell’ordine, evoca un sistema in cui il valore umano si dissolve davanti alla logica dell’obbedienza e della selezione. Non è solo una vicenda di abusi: è l’emblema di un meccanismo spietato che annienta chi è percepito come debole o inutile.
Crisi finanziaria del 1997 e debito privato
La crisi asiatica del 1997 è stata un altro momento cruciale per la Corea del Sud, con un impatto devastante sulle classi più vulnerabili, aumentando il debito privato e spingendo molte famiglie nell’indigenza.
Questo scenario di precarietà economica trova eco nelle esperienze di molti protagonisti della serie, come Gi-hun, che si trova a lottare con le difficoltà finanziarie e la paura della povertà, temi che riflettono una realtà sociale diffusa. La crisi ha segnato profondamente la società coreana, creando una generazione costretta ad affrontare il rischio di cadere nell’indigenza, una condizione che i partecipanti di Squid Game sono costretti a vivere in un contesto estremo.
“Hell Joseon” e il tasso di suicidi
Il termine “Hell Joseon” descrive una Corea del Sud dove molti, soprattutto i giovani, si sentono imprigionati in un sistema che non offre loro vie di salvezza. La mancanza di opportunità e la frustrazione cronica hanno generato un sentimento di impotenza che permea la società.
In questo scenario, il suicidio è diventato un atto tragico, rappresentativo della disillusione che segna molte vite. Nella serie, alcuni personaggi incarnano questa disperazione, pronti a rischiare tutto pur di evadere da un’esistenza che sembra non lasciare alcuna possibilità di speranza.
Dominio dei chaebol
Un aspetto cruciale in Squid Game è la denuncia del potere pervasivo dei chaebol, i conglomerati familiari che dominano l’economia sudcoreana. Queste entità non solo influenzano le dinamiche economiche, ma plasmano anche la politica e le relazioni sociali, contribuendo a cementare le disuguaglianze all’interno della società.
La serie dipinge un mondo in cui una ristretta élite manipola ogni aspetto della vita collettiva. I concorrenti, ridotti a semplici pedine, sono costretti a partecipare a un gioco mortale, intrappolati in un sistema che li sfrutta a vantaggio di pochi privilegiati, il cui interesse è mantenere inalterata la loro supremazia.
Giochi tradizionali coreani e simbolismo
Un elemento distintivo della produzione è l’impiego di giochi tradizionali coreani, che non solo evocano le difficoltà e le tradizioni culturali della Corea del Sud, ma diventano anche simboli di una società che ha attraversato cambiamenti radicali negli ultimi decenni.
Giochi come Red Light, Green Light, Dalgona e il Gioco del calamaro affondano le radici in un passato ormai lontano, ma continuano a portare con sé un significato che riflette la tensione e la lotta sociale contemporanea.
In un contesto estremo, questi giochi, un tempo semplici attività infantili, si trasformano in crudeli metafore di una società che costringe gli individui a competere spietatamente per la sopravvivenza, dove l’inganno, la violenza e la disperazione sono elementi quotidiani.
Influenze cinematografiche
Le ispirazioni cinematografiche che hanno influenzato Squid Game sono chiare, con riferimenti a opere come Battle Royale e The Hunger Games, ma con un carattere unico. Hwang Dong-Hyuk ha enfatizzato la critica, evidenziando la brutalità di un sistema che non è solo imposto da forze esterne, ma che permea profondamente la struttura della società.
A differenza dei film precedenti, dove la lotta è contro un potere lontano, la serie rivela una dinamica più complessa: l’oppressione è intrinseca al sistema stesso, un meccanismo che coinvolge le vittime, costrette a partecipare per sopravvivere. In questo contesto, ciascun individuo diventa parte di un ciclo che alimenta l’ingiustizia e il sacrificio.
La seconda stagione e le nuove tematiche
Con l’arrivo della nuova stagione, Hwang ha annunciato un ampliamento delle tematiche, con particolare enfasi su disuguaglianze legate a genere, etnia, status economico e religione. La narrazione si estenderà oltre i confini sudcoreani per affrontare le fratture globali e i meccanismi che alimentano l’inequità su scala mondiale.
Al centro del racconto ci saranno soprattutto le nuove generazioni, mettendo in luce come le sfide imposte da un sistema spietato possano compromettere il futuro di chi è più vulnerabile.
Conclusione
In sintesi, Squid Game non è solo un’opera di intrattenimento, ma una forte critica alle disparità che segnano le nostre società. La serie dipinge una realtà distopica che, pur nella sua drammaticità, rispecchia molti aspetti della nostra quotidianità.
La lotta per la sopravvivenza, l’oppressione di un sistema economico ingiusto e la paura del fallimento sono esperienze condivise da milioni di persone in tutto il mondo. Come suggerito dalla trama, la nostra realtà potrebbe rivelarsi sorprendentemente simile a quella mostrata nella serie, forse più di quanto siamo disposti ad ammettere.
Nel frattempo, Netflix ha confermato l’arrivo del terzo capitolo Squid Game nel corso del 2025, ampliando ulteriormente le tematiche e offrendo nuove prospettive sul nostro mondo. Se vuoi approfondire i temi trattati e rimanere aggiornato, leggi il nostro articolo completo sulla terza stagione di Squid Game.
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