Triangolo delle bermuda: mistero e sparizioni | Ufo e Alieni
Lun. Dic 23rd, 2024

Conosciuto anche come il “Triangolo del Diavolo”, il Triangolo delle Bermuda è compreso in  una regione nella zona ovest a nord dell’ Oceano Atlantico ed i suoi vertici sono Bermuda, Florida e Puerto Rico. Si estende per poco meno di un migliaio di miglia per ogni lato.

Il triangolo non esiste secondo la Marina degli Stati Uniti ed il nome non è contenuto nella lista ufficiale Statunitense dei nomi geografici.

Triangolo delle Bermuda mistero

Triangolo delle bermuda
Triangolo delle bermuda

Questo misterioso tratto di mare è ricco di storie incredibili e dicerie che, se non sono soprannaturali, sono ultraterrene. È possibile che questo triangolo immaginario sia la prova di attività extraterrestre sul nostro pianeta? Una cosa è sicura: nei secoli passati, il Triangolo delle Bermuda ha “ingoiato” vascelli e fatto sparire aeroplani ed è “accusato” della perdita di centinaia di vite.

In questa parte del mondo non è inusuale avvistare UFO, strane luci e strani fenomeni e si, bisogna ammettere che il suo stesso nome è un po’ inquietante. Il Triangolo delle Bermuda.

Ma cosa causa la scomparsa di aerei e navi senza che lascino traccia? Perché gli strumenti aeronautici e navali funzionano male? Cosa può portare una bussola a roteare e fornire letture sbagliate? Cosa fa smettere di far funzionare la radio rendendo impossibili le comunicazioni?

Fino ad oggi non è stata data nessuna spiegazione logica agli episodi avvenuti in questo luogo (tristemente) famoso: il Triangolo delle Bermuda.

Al contrario di quanto creda il pubblico, le navi che spariscono in questa porzione di mare non sono una novità. Diari di bordo storici dimostrano che i misteri del Triangolo delle Bermuda sono molto più antichi di quanto la si pensi; fin dai primi tempi delle esplorazioni oceaniche, i marinai sono stati testimoni di strane luci e misteriosi avvistamenti.

Canale di Puerto Rico profondità di circa 30.100 piedi
Concessione del NOAA, Centro Monitoraggio e Valutazione Biogeografica| Tim Battista| Nick  Przyuski. Il ritrovamento di aerei e navi affondate nel Triangolo delle Bermuda e particolarmente difficile perché è la sede del Canale di Puerto Rico che raggiunge una profondità di circa 30.100 piedi (9.200 metri) ed è la zona più profonda dell’ Oceano Atlantico.

Cristoforo Colombo fu uno dei primi testimoni dei misteri del Triangolo delle Bermude. Ha riportato di avere avuto malfunzionamenti della bussola, ha visto una palla di fuoco schiantarsi nell’oceano, ha avvistato strane luci e singolari fenomeni meteorologici durante il passaggio in quest’ area e quindi sappiamo che la storia del Triangolo delle Bermuda non è solo una moderna leggenda metropolitana ma è tanto vecchia quanto le testimonianze di personaggi storici passati per quest’area.

TBF Grumman Avengerin
Questa foto mostra una flotta di TBF Grumman Avengerin volo, simili ai velivoli Flight19.

Triangolo delle bermuda ultime sparizioni

Uno degli eventi più recenti collegati al Triangolo delle Bermuda è avvenuto il 5 Dicembre 1945 quando il Flight 19, una flotta di 5 Bombardieri degli Stati Uniti, sparì nel nulla durante un esercitazione di routine. Gli aerei furono completamente equipaggiati e ben controllati prima di partire dalla Stazione Aeronavale di Fort Lauderdale in Florida.

Il piano di volo della flotta fu programmato in maniera tale da partire da Fort Lauderdale per 141 miglia verso est, 73 miglia verso nord e poi tornare indietro con una completa virata del raggio di 140 Miglia per completare l’ esercitazione.

Il volo non è MAI tornato alla base.

Due ore dopo l’inizio del volo, il capo dello squadrone, che volava in quest’area da più di sei (6) mesi, sostenne che la sua bussola, compresa quella di scorta, non funzionò e che non sapeva dove si trovasse. Anche gli altri aerei ebbero problemi analoghi.

Le torri di controllo a terra furono contattate per stabilire la posizione della flotta scomparsa ma nessuno ci riuscì. Dopo altre due ore di messaggi confusi dei piloti, fu ricevuta una trasmissione radio distorta da parte del capitano della flotta intorno alle 7.00 p.m. che, presumibilmente, ordinava ai suoi uomini un ammaraggio di emergenza a causa del basso livello di carburante e quello fu l’ultimo contatto radio stabilito.

A questo punto, diverse stazioni radar da terra determinarono alla fine che il Flight 19 era da qualche parte tra il nord delle Bahamas e l’est della costa della Florida.

Programmazione dell’esercitazione del Flight 19 del 5 Dicembre 1945:

  1. Partire dal NAS (Naval Air Station) di Fort Lauderdale alle 14:10, rotta 091°, sganciare gli ordigni sull’arcipelago di HenFlt19map and Chicken (B) fino alle 15:00 circa per poi continuare sulla rotta 091° per 73 miglia nautiche (140 km).
  2. Virare a sinistra, rotta 346° e volare per 73 miglia nautiche (140 km).
  3. Virare a sinistra, rotta 241° per 120 miglia nautiche (220 km) ed esercitarsi a nord della NAS di Fort Lauderdale.
  4. 17:50 La triangolazione radio stabilisce la posizione del volo entro 50 miglia nautiche (93 km) di 29°N 79°W e la loro ultima posizione, 270°.
  5. PBM Mariner lascia la NAS di Banana River alle 19:27.
  6. 19:50 il Mariner esplode vicino a 28°N 80°W.

Prima di perdere il contatto radio al largo della costa della Florida del Sud, il capo del Flight  19, disse presumibilmente:

“Tutto sembra strano, anche l’oceano,” e “Stiamo entrando in acque bianche, niente sembra in ordine.”

Alle 7:27 p.m., due Martin Marineplanes furono mandati a cercare il Flight 19. Inizialmente fu programmato anche per loro un volo di esercitazione ma furono dirottati per effettuare ricerche a reticolo nell’area Ovest di 29°N 79°W.

PBM-5 BuNo 59225 decollò alle 19:27 dalla stazione aeronavale di Banana River (ora Patrick Air Force Base), contattato per una comunicazione radio di routine alle 19:30 ma non diede mai più risposta.

Lo Stato Maggiore della Marina ha affermato che si sono viste spesso luci verdastre lungo le coste della Florida. Potrebbero essere state queste “luci verdi” la causa della scomparsa di questi aerei? Cose potrebbe essere andato cosi terribilmente storto?

Nel 1986, fu trovato un relitto al largo delle coste della Florida mentre si stava cercando la navicella spaziale Challenger. Il relitto, che non era il Challenger, fu recuperato dall’ archeologo dell’ Aviazione Jon Myhre nel 1990. Era convinto fosse uno degli aerei del Flight 19 ma non riuscì a for  nire una prova definitiva.

Nel 1991 una nave di salvataggio trovò i resti di cinque aerei Avengers a 600 piedi sul fondo dell’ oceano al largo delle coste della Florida. Ma dopo un esame, fu confermato che non erano gli aerei del Flight 19. Cosi un altro mistero del Triangolo delle Bermuda è rimasto inspiegato.

Alle 21:15, la petroliera SS Gaines Mills riportò di aver visto le fiamme di una probabile esplosione levarsi a 100 piedi (30 m) di altezza e bruciare per 10 minuti alla posizione 28.59°N 80.25°W. Il capitano Shonna Stanley registrò la ricerca fallimentare di sopravvissuti in una pozza di petrolio. Anche la nave scorta USS Solomons afferma di aver perso i contatti radio con un velivolo alla stessa ora nella stessa posizione.

Pochi sono sopravvissuti per raccontare delle strane anomalie che si sono verificate nel Triangolo delle Bermuda. Il pilota americano Bruce Gernon è uno di quelli che ci racconta la storia del Triangolo delle Bermuda.

Nel 1970 Gernon, suo padre e un socio in affari stavano volando dalle Bahamas alla Florida quando Gernon afferma di aver visto una strana nuvola proprio davanti al loro aereo. Non appena furono vicini, Gernon dice che si formò un buco nella nuvola simile a quello di una ciambella, un vortice.

Il tunnel era gigantesco all’ inizio ma poi ha iniziato a restringersi rapidamente. Non appena fummo entrati, successe una cosa incredibile. Si formarono strane linee e sembrava come se stessimo guardando all’ interno della canna di un fucile perché le linee vorticavano lentamente in senso antiorario. Ho percepito un’ intensa elettricità e lampeggiava e tutto quello che riuscivo a vedere era questa strana nebbia grigio-giallastra. Io la chiamo “nebbia elettronica”. Ho notato che i miei strumenti di bordo funzionavano male e, allo stesso tempo, sentivo questa incredibile sensazione.” – Bruce Gernon. 

Gernon disse che quando finalmente uscì dal tunnel, ricevette una comunicazione dalla torre di controllo di Miami ma che non riuscivano a stabilire la posizione dell’ aereo sul loro schermo radar. Dopo pochi minuti, la torre di controllo contattò Gernon per fargli sapere che avevano stabilito la loro posizione: erano sopra Miami.

Gernon lo trovò difficile da credere perché stava viaggiando da soli 33 minuti e, per quanto riguarda la posizione, sopra Miami, ci sarebbe voluta 1 ora e 30 minuti. Cos’era quel vortice attraverso cui passò Gernon?

Triangolo delle bermuda navi scomparse

USS Cyclops
Testimonianza della Cyclops: Biblioteca del Congresso|Comando di Storia Navale e Patrimonio Culturale degli Stati Uniti. Questa foto mostra la USS Cyclops (AC-4), una gigantesca carboniera che andò dispersa in mare nel 1918. Dopo aver lasciato le Barbados in direzione Baltimora, Md (Maryland), il 4 Marzo, il vascello sparì senza lasciare traccia, portandosi via 306 persone tra membri dell’ equipaggio e passeggeri. Rimane la più numerosa perdita in un singolo evento della storia Navale degli Stati Uniti non causata da una battaglia.
USS_Proteus_AC-9_
Testimonianza della Proteus: Marina degli Stati Uniti. La USS Proteus (AC-9) era una carboniera della Marina che fu convertita a mercantile. Se ne persero i contatti dopo il 23 Novembre 1941, quando lasciò il porto di St. Thomas, nelle Isole Vergini, diretta in un porto sulla Costa Est degli Stati Uniti. La nave, lunga approssimativamente 500 piedi (165 m) stava trasportando 58 uomini ed un carico di bauxite grezza per essere trasformato in alluminio. Due delle tre navi sorelle, la Cyclops e la Nereus, sparirono anche loro senza lasciare traccia nel Triangolo delle Bermuda.
La USS Nereus
Testimonianza della Nereus: Marina degli Stati Uniti. La USS Nereus (AC-10) era una delle quattro carboniere sorelle di Proteus costruite per la Marina degli Stati Uniti durante la Prima Guerra Mondiale. L’ imbarcazione fu denominata cosi prendendo spunto dal Dio del mare Greco Nereus, protettore dei marinai. La USS Nereus andò persa in mare qualche tempo dopo il 10 Dicembre 1941, quando partì per Portland, nel Maine, da St. Thomas nelle Isole Vergini. Sparì con un equipaggio di 61 persone lungo la stessa rotta della sua nave sorella, la USS Proteus, che sparì il mese precedente.
star-ariel
Testimonianza dello Star Ariel: Avro (A.V Roe & Company). Il Triangolo delle Bermuda è considerato responsabile della misteriosa scomparsa di più di 50 navi e 20 aerei durante il secolo scorso, secondo la Marina degli Stati Uniti. Il G-AGRE Star Ariel, un velivolo per trasporto passeggeri dell’ Aviazione del Sud America Britannico, andò disperso il 17 Gennaio 1949. L’ aereo stava volando sul Triangolo delle Bermuda mentre seguiva la sua rotta da Kindley Field, sull’ isola di Bermuda, a Kingston, Jamaica. Le condizioni atmosferiche al momento della scomparsa erano calme e chiare e nessun relitto fu mai trovato. Tutti e sette i membri dell’ equipaggio e 13 passeggeri andarono dispersi.
 velivolo Douglas DC-3
Il 28 Dicembre 1948, un velivolo Douglas DC-3 sparì mentre volava da San Juan, Puerto Rico, a Miami. Non fu mai più ritrovata nessuna traccia del velivolo o delle 32 persone a bordo. Dalla documentazione compilata dalla Commissione investigativa dell’ Aeronautica Civile, è stata elaborata una possibile ipotesi sulla scomparsa dell’ aeroplano ma a malapena considerata dagli “scrittori del Triangolo”: le batterie dell’ aeroplano furono ispezionate e trovate scariche ma fatte rimontare sull’ aereo senza essere state ricaricate su ordine del pilota a San Juan. Se questo portò ad un completo collasso dei sistemi elettronici, non si potrà mai sapere. Tuttavia, dal momento che i velivoli a pistoni fanno affidamento su magneti per fornire la scintilla ai suoi cilindri piuttosto che su una batteria di un sistema di avviamento a carbone, questa teoria non è molto convincente.
Velivolo simile al Flight 441 andato disperso
(Velivolo simile al Flight 441 andato disperso) Il 30 Ottobre 1954, il Flight 441 decollò dalla Stazione Navale di Patuxent River diretto a Lajes, nelle Azzorre. C’ erano 42 passeggeri. L’ ultima trasmissione fu ricevuta intorno alle 11:30 p.m., un regolare rapporto che teneva aggiornati sulla sua posizione. In quel momento il velivolo era a circa 400 miglia al largo della costa. Dopodiché, il Flight 441 è semplicemente sparito. La scomparsa del Flight 441 rimane uno dei più grandi misteri del Triangolo delle Bermuda.

Possiamo trovare intere liste di aerei e navi andate disperse, che nessuno ha mai più sentito senza una spiegazione. Scomparse. Tutte nel Triangolo delle Bermuda.

A cosa possiamo attribuire questi strani fenomeni nel Triangolo delle bermuda? È possibile che quest’ area sia sotto il controllo di una razza extraterrestre? È possibile che questo posto sia usato da visitatori extraterrestri per viaggiare DA e VERSO la Terra?

Il Triangolo delle Bermuda potrebbe avere una spiegazione più “logica”, una che non abbia a che fare con visitatori extraterrestri? Il Triangolo delle Bermuda potrebbe essere un portale o un vortice interdimensionale? E se tutte queste domande sembrano stupide, perché non esiste una spiegazione ufficiale sul Triangolo delle Bermuda? Perché gli aerei e le navi scomparse restano un mistero?

Una cosa è sicura: fino ad oggi non c’ è una singola teoria che possa spiegare tutti gli incidenti e le scomparse nel Triangolo delle Bermuda.

Aggiornamento sul mistero del Triangolo delle Bermude:

Triangolo delle bermuda mistero risolto

Come abbiamo visto, per secoli, questa zona enigmatica è stato uno dei più grandi misteri del nostro pianeta, colpendo la paura in chiunque osi di viaggiare attraverso di esso. Ma ora, il motivo per cui questo enigmatico corpo d’acqua ha rivendicato così tante navi e velivoli può essere stato scoperto.

Secondo i rapporti, gli scienziati sono un passo più vicino per risolvere finalmente un secolo-lungo mistero dopo aver trovato una serie di crateri al largo della costa della Norvegia nel Mare di Barents, che credono, in grado di spiegare i misteri del triangolo delle Bermuda.

Gli scienziati ritengono che i crateri sono profondi 150 piedi ( circa 46 metri ), i crateri sembrano essere causati dal rilascio esplosivo di idrato di metano, noto anche come clatrato di metano o gas naturale, che era stato depositato milioni di anni fa, nel sedimento sottostante.

Dopo la scoperta nei pressi della Norvegia, gli scienziati ipotizzano che la stesso identico fenomeno potrebbe essere responsabile delle sparizioni anomale nel Triangolo delle Bermuda.

Attualmente non è noto se queste esplosioni di metano possano accadere nella regione del Triangolo delle Bermuda. Se così fosse, però, gli scienziati suggeriscono che i disturbi violenti nell’acqua e nell’atmosfera potrebbero investire una nave o un aereo, causandone il capovolgimento o qualche altra calamità improvvisa.

Mentre il rischio per le navi di passaggio in quell’area deve essere ancora definitivamente stabilito, in ogni caso gli idrati di gas sono molto reali. Normalmente, siamo abituati a pensare che gli idrati di metano si possano creare e trovare solo sui pianeti ghiacciati, ma delle esplorazioni e le ricerche più recenti, hanno stabilito che potremmo trovare questi depositi cristallini di metano nei fondali oceanici della Terra.

Il metano è un gas incolore e inodore, ed è anche apolare – normalmente, si comporta come se fosse olio in acqua, rifiutandosi ostinatamente di mescolarsi o sciogliersi nell’acqua.

In alcuni casi però, potrebbe accadere ad esempio che una grande quantità di metano della Terra è stata prodotto tanto tempo fa, in seguito alla decomposizione di antiche distese di plancton sepolti nel fondo del mare, soggette alle pressioni di schiacciamento nel mare profondo.

La pressione significa che le molecole di metano sono fisicamente costrette a mescolarsi con le molecole d’acqua – da cui il nome, idrato. La sostanza risultante viene mantenuta stabile in una forma cristallina solida dal peso di tutta quell’acqua che la schiaccia.

Questo è anche il motivo per cui non troviamo clatrati di metano nei mari poco profondi; le pressioni non sono sufficienti per mantenere il metano solido. Ma con il giusto tipo di disturbo, parti dei depositi di idrati cristallini delle profondità oceaniche, possono staccarsi e addirittura esplodere violentemente in seguito alla transizione da stato solido a gassoso. I lavoratori del settore petrolifero chiamano queste esplosioni di gas, “rutti di morte.”

Ci sono stati una serie di teorie cospirative riguardanti il ben noto Triangolo delle Bermuda, alcuni meglio motivate di altre, ma molti esperti rimangono convinti che la zona possa essere soggetta ad un’anomalia di questo tipo.

Occorre precisare che questa è una regione di grande traffico, e lo è stata per lungo tempo. Analizzando i dati sulle navi e gli aerei scomparsi dal Triangolo delle Bermuda, si è scoperto che in realtà, essi si verificano a circa la stessa frequenza di qualsiasi altro luogo, sollevando dubbi sul fatto che il triangolo non è altro, se non un caso collettivo di pregiudizio di conferma.

Le acque potrebbero anche non essere abbastanza in proppfondità perché si formino i depositi di metano idrato. Se comunque gli scienziati dovessero avere ragione,  con il cambiamento climatico che riscalda gli oceani (aiutato con, poeticamente, l’aiuto del metano in qualità di potente gas serra), si verificheranno sempre di più di questi rilasci tumultuosi di metano, facilitando il loro studio.

A cura di Ufoalieni.it 

Riferimenti: wikipedia.org/National Geographic/bermuda-attractions.com/ History.com

Di ufoalieni

Da oltre dieci anni mi appassiona scrivere di civiltà antiche, storia, vita aliena e altri temi affascinanti. Sono curioso di natura e cerco sempre di approfondire le mie conoscenze attraverso la lettura, la ricerca e l'esplorazione di nuovi campi di interesse. Con il mio sito, voglio condividere la mia passione e stimolare la vostra curiosità verso il mondo che ci circonda.

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