George Hotz hacker: liberare l’umanità dalla simulazione IA
Gio. Giu 5th, 2025

L’ipotesi che il nostro universo sia una simulazione digitale, più che una mera provocazione filosofica, ha assunto negli ultimi anni un ruolo centrale nel dibattito tra scienziati, tecnologi e pensatori critici.

A rilanciarla con forza e originalità è George Hotz, uno degli hacker più celebri a livello mondiale e fondatore della startup Comma.ai, che sostiene non solo di credere nella “Matrix” in cui viviamo, ma di sapere come uscirne.

In questo articolo approfondiremo le sue dichiarazioni, le ragioni che rendono credibile la teoria della simulazione e le implicazioni sociali, culturali e tecniche di una “chiesa digitale” dedicata alla liberazione dalla simulazione stessa.

La premessa: perché parlare di simulazione oggi

George Hotz spiega la sua teoria sulla realtà simulata
Hotz durante una conferenza dove espone le sue teorie sulla natura simulata della realtà.

Negli ultimi decenni l’avanzamento vertiginoso di tecnologie come intelligenza artificiale, realtà virtuale e interfacce cervello-computer ha reso sempre più sfumata la distinzione tra ciò che definiamo “reale” e la costruzione digitale.

Secondo Nick Bostrom, importante filosofo dell’Università di Oxford, se una civiltà tecnologicamente avanzata potesse generare simulazioni di coscienze altrettanto consapevoli delle proprie, diventa molto probabile che ci troviamo in una di queste realtà artificiali.

Il CEO di Tesla e SpaceX, Elon Musk, ha ripreso più volte questo concetto: esisteremmo in un gigantesco videogioco creato da una civiltà postumana, con un livello di dettaglio e complessità tale da ingannarci completamente. Queste idee, nate in ambito filosofico, incontrano oggi un terreno fertile grazie agli sviluppi pratici nella grafica real-time e negli ambienti immersivi.

George Hotz: dal jailbreak dell’iPhone alla visione radicale

George Hotz, noto come “geohot”, è entrato nell’Olimpo degli hacker giovanissimi nel 2007, quando sbloccò completamente il primo iPhone, permettendo l’installazione di software non autorizzati da Apple. Questa impresa segnò una svolta nell’accesso e nella personalizzazione dei dispositivi mobili, aprendo il cammino alla community del jailbreak.

Nel 2015 Hotz ha fondato Comma.ai, con l’obiettivo di democratizzare la tecnologia per la guida autonoma, sviluppando sistemi aftermarket accessibili a tutti anziché chiusi e costosi offerti dai grandi costruttori.

La sua esperienza lo ha convinto che molti colossi del settore stiano, di fatto, ingannando l’utenza sulla reale sicurezza e autonomia dei loro veicoli.

Durante il panel al SXSW di Austin nel marzo 2019, Hotz ha messo in discussione le certezze stesse dei convenzionali paradigmi scientifici:

“È facile immaginare cose molto più intelligenti di te e che potrebbero costruire una gabbia che non riconosceresti nemmeno. ” – George Hotz

Con questo passaggio, Hotz evidenzia il limite della nostra percezione: se la simulazione è stata creata da entità dotate di intelligenza superiore, la realtà percepita potrebbe essere una prigione perfettamente verosimile, una “gabbia invisibile” dalla quale non sapremmo come fuggire o persino riconoscere di essere imprigionati.

Dalla teoria alla proposta: una “chiesa” per uscire da Matrix

Mentre molti filosofi e scienziati si limitano a discutere l’ipotesi della simulazione in astratto, Hotz avanza un’idea concreta e provocatoria: costituire una comunità organizzata, una vera e propria “chiesa digitale” dedicata alla liberazione dalla simulazione. Come ha spiegato lui stesso:

“Sto pensando di fondare una chiesa. Ci sono molti problemi strutturali con le aziende capitaliste. Penso che le chiese potrebbero essere molto più allineate con questi obiettivi e l’obiettivo della chiesa sarebbe riallineare gli sforzi della società per uscire dalla simulazione.”

Questa proposta mescola critica al sistema capitalistico, accusato di mantenere l’umanità in uno stato di alienazione, con un nuovo concetto di spiritualità tecnologica. La “chiesa” non avrebbe dogmi religiosi tradizionali, ma un manifesto basato su ricerca scientifica, sviluppo di strumenti di verifica della realtà e metodologie collettive per “rompere” i vincoli digitali che ci limitano.

Perché questa visione è rilevante oggi

La crescente popolarità della teoria della simulazione riflette alcune esigenze e ansie della nostra epoca:

  • Alienazione tecnologica: connessi h24 a schermi e dati, molti avvertono un senso di disincanto e perdita di significato.
  • Crisi delle istituzioni: le strutture politiche ed economiche tradizionali mostrano sempre più crepe, alimentando la ricerca di alternative radicali.
  • Sviluppi scientifici: progressi in AI, VR e neuroscienze rendono plausibile immaginare forme di realtà ibride e simulazioni avanzate.

In questo contesto, la proposta di Hotz non è solo un espediente narrativo, ma un richiamo a rimettere al centro la nostra capacità di pensiero critico e di azione collettiva, superando la solitudine digitale che caratterizza molti cittadini del XXI secolo.

Limiti e obiezioni: dalla scienza al complottismo

Non mancano, tuttavia, voci critiche. Gli scettici sottolineano che:

  • Mancanza di evidenze empiriche: finora non esiste un esperimento in grado di distinguere definitivamente tra “realtà simulata” e “realtà biologica”.
  • Rischio di pseudoscienza: l’eterna attrazione per le teorie del complotto può trasportare il discorso nel campo della disinformazione, delegittimando le riflessioni più serie.
  • Dimensione esistenziale: anche se fossimo in una simulazione, il valore delle esperienze umane (amore, creatività, gioia) rimarrebbe intatto per chi le vive.

Un approccio equilibrato richiede dunque di coniugare la meraviglia filosofica con metodi rigorosi, basati su dati e sperimentazione.

Conclusioni: la sfida di “uscire da Matrix”

Che le nostre esistenze siano costruite da bit o da atomi, la domanda rimane: come possiamo acquisire maggiore consapevolezza di ciò che definiamo “reale” e agire per trasformarlo? George Hotz ci invita a non accettare passivamente la narrazione dominante, ma a esplorare in modo radicale nuove forme di comunità, tecnologia e riflessione filosofica.

La sua “chiesa digitale” rappresenta un simbolo provocatorio di questa sfida: un locus collettivo dove sperimentare pratiche di liberazione dalla simulazione.

Che si tratti di utopia o di possibile futuro, il dibattito su Matrix ci spinge a riscoprire la potenza del pensiero critico e della cooperazione umana, capaci di immaginare mondi alternativi e di costruirli realmente.
👉 Approfondisci qui: Come uscire dalla Matrix – Guida pratica alla consapevolezza digitale e interiore

A cura di Singolaris

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Di Singolaris

Da oltre dieci anni mi dedico alla ricerca e alla divulgazione su tecnologie emergenti, intelligenza artificiale, ufologia e scienza. Con Singolaris voglio offrire un punto di riferimento per chi desidera approfondire questi temi con un approccio serio e documentato.

Un pensiero su “George Hotz hacker: liberare l’umanità dalla simulazione IA”
  1. Non capisco perché dubitare di matrix !? certo, è artificialmente creato partendo dal volere di pochi, chiamati “padroni” del Mondo i quali hanno tutto in amicizia e che dalla speculazione locale e globale guadagnano. Sostanzialmente è possibile avere accesso a quello naturale fatto di radio frequenza e materia ma “perché rendere il giocattolo accessibile a tutti , si sono chiesti i “padroni del mondo” !? bravi comunque un bell’articolo.

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