La Grande Piramide di Giza: l'unica a otto lati
Sab. Dic 21st, 2024

Esistono diversi libri educativi che offrono un’ampia quantità di informazioni sulla costruzione delle Grandi Piramidi. Uno di questi, particolarmente degno di nota, è The Egyptian Pyramids: A Comprehensive, Illustrated Reference di JP Lepre. Lepre, esperto di storia egizia, ha creato un’opera generosamente illustrata, considerata il libro di consultazione più completo su queste straordinarie strutture dell’antico mondo.

Molti credono che gli otto lati della piramide siano stati scoperti nel 1940. In realtà, questa particolarità venne menzionata per la prima volta alla fine del 1700 in Description de l’Égypte, un’opera realizzata da studiosi francesi durante la campagna di Napoleone in Egitto. In seguito, Sir William Matthew Flinders Petrie, egittologo inglese e pioniere di metodi sistematici in archeologia, approfondì lo studio di questa caratteristica nelle sue ricerche.

Petrie tenne la prima cattedra di egittologia nel Regno Unito e scavò molti tra i più importanti siti archeologici in Egitto insieme alla moglie, Hilda. La sua scoperta più famosa fu quella della Stele di Merenptah. Sviluppò inoltre un sistema di datazione stratigrafica basato sull’analisi di ceramiche e reperti.

Durante gli studi condotti sul sito, è stato notato un incavo nella muratura centrale di ciascuna faccia, visibile e misurabile. Questa caratteristica unica e relativamente sconosciuta è molto più facile da vedere dall’alto, ma in condizioni di luce favorevoli risulta visibile anche da terra.

Teorie sulla concavità della Grande Piramide

Diagramma della concavità (non in scala).

Molti ricercatori e archeologi hanno proposto diverse soluzioni, ma finora non è stata fornita una spiegazione accettabile del motivo per cui la piramide sia stata costruita in questo modo. Queste teorie spaziano da approcci ingegneristici a letture più audaci, e le discussioni su questa caratteristica architettonica continuano a essere alimentate dall’enigmaticità del fenomeno, con analisi che riflettono un mix di ricerca scientifica e interpretazioni speculative.

Come affermato nel Journal of the American Research Center in Egypt, 20:1983, pp. 27-32, dove Martin Isler ha delineato diverse spiegazioni che ha pubblicato nel suo lavoro “Riguardo alle superfici concave della Grande Piramide”:

  • Per dare una forma curva al nucleo, per evitare che le superfici scivolino.
  • Il blocco di rivestimento al centro sarebbe stato più grande e avrebbe servito da guida per gli altri dello stesso corso.
  • Per legare meglio il nucleo all’involucro.
  • Per ragioni estetiche, in quanto le facce concave renderebbero la struttura più gradevole alla vista.
  • Quando le pietre dell’involucro vennero rimosse, caddero lungo i lati, consumando così il centro più dei bordi.
  • L’erosione naturale della sabbia spazzata dal vento ha avuto un effetto maggiore sul centro.

Piramide concava otto lati

Isler ha respinto le teorie precedenti, affermando che “ciò che viene proposto per la prima piramide dovrebbe valere per le altre“. Ha suggerito che potrebbe essere il risultato di un metodo di costruzione imperfetto, teorizzando che la forma fosse un errore nella tecnica, un abbassamento nella linea del muratore. Anche questa sembra contraddirsi quando si considerano le altre piramidi costruite con metodi simili.

Altri ricercatori hanno suggerito che la forma concava possa rappresentare le tre lunghezze dell’anno: solare, siderale e ‘anomalistica’, ma questa ipotesi non è stata dimostrata.

Ipotesi audaci e alternative

John Williams, autore di Williams’ Hydraulic Theory to Cheops’ Pyramid, afferma che la forma concava della costruzione sia stata progettata per contenere pressioni interne estremamente elevate. Questa ipotesi richiama la teoria degli ‘Antichi Astronauti’, secondo la quale l’edificio avrebbe potuto funzionare come una centrale elettrica, un concetto distante dalla ricerca archeologica convenzionale, ma che trova spazio in interpretazioni più speculative.

“La maggior parte delle piramidi ha peculiarità difficili da spiegare. Per esempio, nella Piramide di Cheope, come forse in altre, una notevole depressione corre lungo il centro di ogni faccia, implicando una linea di rivestimento molto spessa. Sebbene non vi sia difficoltà nel disporre i materiali in modo che aumentino di dimensioni al centro, non esiste una spiegazione soddisfacente per questa caratteristica, come per i ‘blocchi di cintura’ Grande Passaggio ascendente.” – Clarke e Englebach.

Conclusione

In definitiva, sebbene le caratteristiche della concavità siano documentabili e reali, le ragioni dietro questa scelta progettuale rimangono un affascinante mistero. Le spiegazioni avanzate spaziano da motivazioni puramente pratiche e ingegneristiche a interpretazioni più speculative, che in alcuni casi sfidano le leggi della fisica tradizionale e sconfinano in idee decisamente fantasiose. Senza ulteriori prove concrete, la funzione di questa caratteristica nella Piramide di Cheope resta un argomento di dibattito, alimentando sia le ricerche accademiche sia le più ardite congetture.

Un’ipotesi recente, avanzata dal professor Corrado Malanga nell’articolo “Tecnica per vedere attraverso le Piramidi“, propone nuove tecniche per comprendere meglio queste misteriose strutture e i metodi costruttivi degli antichi egizi.

A cura di Ufoalieni.it

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Di ufoalieni

Da oltre dieci anni mi appassiona scrivere di civiltà antiche, storia, vita aliena e altri temi affascinanti. Sono curioso di natura e cerco sempre di approfondire le mie conoscenze attraverso la lettura, la ricerca e l'esplorazione di nuovi campi di interesse. Con il mio sito, voglio condividere la mia passione e stimolare la vostra curiosità verso il mondo che ci circonda.

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