Il matrimonio? Un’invenzione…
È sempre la stessa storia: la religione si arroga il diritto (e l’esclusiva) di interpretare le Scritture e, nel farlo, di trarne quegli insegnamenti che le servono per esercitare il proprio controllo e regolamentare le masse e la vita privata dei singoli, senza che quei contenuti abbiano una minima traccia nella fonte da cui pretendono di provenire.
Il caso del matrimonio è emblematico.
La religione si è inventata di sana pianta che ad istituire il matrimonio sia stato Dio e che, sempre quel Dio che avrebbe creato la sessualità con tutte le sue implicazioni, ne proibisca severamente l’esercizio, a meno che non rientri in certi limiti e sempre e comunque all’interno del matrimonio.
Eppure la realtà dei fatti è ben diversa: innanzitutto la Bibbia non punisce né vieta il sesso prematrimoniale* e non esiste neppure alcuna base per supporre che l’istituzione matrimoniale sia divina o, perlomeno, biblica.
Elohim fece l’uomo a sua immagine e somiglianza
Una delle principali scritture prese a sostegno della presunta – ma inesistente – provenienza divina del matrimonio è Genesi 1:27, 28, che afferma:
«E Elohim fece l’uomo con sua immagine; con immagine di Elohim lo fece; maschio e femmina li fece. E Elohim li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”.»
La chiarezza del testo è disarmante: dove si intravede la benché minima traccia di qualcosa di simile all’istituzione del matrimonio in questi due versetti?
In questa scrittura viene semplicisticamente descritta la formazione del maschio e della femmina della razza umana volta alla moltiplicazione della specie.
La stessa descrizione calzerebbe a pennello nel caso di un leone e una leonessa o di qualsiasi altra coppia di animali, fatto salvo che per la preannunciata supremazia sulle altre specie.
Genesi: “… E saranno una sola carne”, la formula matrimoniale che NON ha detto Yahweh
Un’altra scrittura attribuita a fondamento dell’istituzione matrimoniale è Genesi 2:22-24, che dice:
E Yahweh elohim edificò la costola che aveva preso dall’uomo in una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso delle mie ossa e carne dalla mia carne. Lei sarà chiamata isha[individuo maschio con aggiunta di desinenza femminile] perché da ish [individuo maschio] è stata presa. Per questo l’ish abbandonerà suo padre e sua madre e si attaccherà alla sua isha, e saranno una sola carne».
Fatto curioso: i traduttori hanno deciso di chiudere le virgolette dell’esclamazione dell’uomo non dopo la parola “carne” (come in questo caso) ma alla fine dell’affermazione precedente, ossia subito dopo la parola “presa”.
Con questo “escamotage” i traduttori fanno intendere che cessa di parlare l’uomo e comincia a parlare Yahweh: in tal modo possono creare da queste parole “la formula matrimoniale” da attribuire al loro presunto dio. Eppure Genesi non lascia adito a dubbi: a pronunciare quelle parole fu l’adam, non Yahweh.
In ultimo possiamo fare un ulteriore appunto: il fatto che l’Adam dica “QUESTA VOLTA è osso delle mie ossa e carne della mia carne”, anche alla luce dei versetti in cui viene detto che ogni animale aveva la sua compagna, può lasciar supporre anche un’altra considerazione: se “questa volta” l’adam aveva beneficiato di carne della sua carne per il soddisfacimento dei suoi bisogni sessuali, c’erano forse state altre volte in cui aveva usufruito di una carne diversa dalla sua?
Dov’è, dunque, questa divina istituzione matrimoniale?
A prescindere da chi le abbia pronunciate, comunque, quelle parole non costituiscono di certo l’istituzione del sacramento matrimoniale, ma solo l’ovvia previsione del fatto che ogni (o quasi) essere umano, in età adulta, avrebbe avuto una vita di coppia con un altro essere umano di sesso opposto e non avrebbe più vissuto con la famiglia parentale.
In conclusione possiamo tranquillamente affermare che la creazione del contratto matrimoniale altro non è che l’ennesimo tentativo (riuscito con successo) dell’istituzione religiosa di mettere le mani nel privato delle persone, appropriandosi del controllo della loro vita sentimentale e sessuale.
Una cosa spontanea e naturale come il sentimento tra un uomo e una donna e la libera espressione della loro sessualità viene messa sotto contratto e regolamentata dalla legge laica ed ecclesiastica, dalla quale la prima è fortemente influenzata.
Ma ci si deve amare perché spinti dal cuore e dalla spontaneità di un sentimento o perché un contratto vincola a farlo? Nell’immaginario comune il matrimonio è l’apice del romanticismo, ma ad una più attenta analisi esso risulta essere l’innaturale atto di mettere il romanticismo sotto contratto.
* non esiste un unico caso in tutta la Bibbia. E con il termine “fornicazione” – in greco “porneia” – si intendeva altro. Questo tema verrà approfondito nel prossimo articolo.
A cura di Ufoalieni.it
Autore: Dario Gallinaro nasce a Napoli in una famiglia di testimoni di Geova. Allevato come tale, inizia presto a scontrarsi prima con le contraddizioni interne alla religione nella quale è stato allevato, poi con quelle presenti nel teismo biblico. Dal suo percorso personale nasce il libro: “Geova, un Elohim divenuto Dio“. Fonte: https://unoeditori.com/