Oggi ci immergiamo in una vicenda singolare, nota a tutti noi: il dialogo tra Mosè e Dio sul Monte Sinai. Qui, Mosè si confronta con l’Elohim che si fa chiamare Yahweh. In un momento cruciale, Mosè esprime una richiesta precisa: “Caro Yahweh, affinché io possa convincere il popolo che si trova laggiù a seguire Te e a credere nella Tua capacità di mantenere le promesse, ho bisogno di vedere la Tua potenza”.
La gloria di Dio e il suo Kavod
Dio, comprendendo la validità di questa richiesta, risponde: “Bene, ti mostrerò ciò che viene tradizionalmente indicato come la gloria di Dio”. Tuttavia, in ebraico, l’Elohim specifica: “Ti farò vedere il mio Kavod”. Questo termine, tanto preciso quanto carico di significato, non ha nulla a che vedere con la gloria astratta a cui spesso siamo abituati, ma indica piuttosto un oggetto pesante e potente. Tuttavia, l’Elohim avverte Mosè: “Se io passerò vicino a te con il mio Kavod, ti ucciderò”.
Già a questo punto sorge una prima domanda: è possibile che la gloria di Dio possa uccidere un uomo? Potremmo rispondere di sì. Ma la questione si approfondisce ulteriormente: Dio non è in grado di controllare gli effetti della Sua gloria? Evidentemente, no.
Quando l’Elohim passa con il Suo Kavod, il contatto con un essere umano risulta letale. L’Elohim è consapevole di questo rischio e perciò indica a Mosè: “Per proteggerti, mettiti nella fenditura della roccia”.
Riferimenti biblici
Un esempio chiave di questo dialogo è presente in Esodo 33:18-23:
- 18 Allora disse: «Ti prego, mostrami la tua gloria».
- 19 E il Signore disse: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, e proclamerò il nome del Signore davanti a te; e farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò avere pietà».
- 20 E aggiunse: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e vivere».
- 21 E il Signore disse: «Ecco, vi è un luogo presso di me; tu starai sulla roccia.
- 22 Quando passerà la mia gloria, io ti metterò in una fenditura della roccia e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato.
- 23 Poi ritirerò la mano e tu mi vedrai le spalle, ma il mio volto non può essere visto».
Un ulteriore approfondimento si trova in Esodo 34:5-8:
- 5 Il Signore discese nella nube e si fermò là presso di lui, e proclamò il nome del Signore.
- 6 E il Signore passò davanti a lui, e proclamò: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e abbondante in bontà e verità,
- 7 che conserva la bontà fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato, ma che non lascia impunito il colpevole, e che punisce l’iniquità dei padri sui figli e sui figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione».
- 8 Mosè, affrettandosi, si prostrò a terra e adorò.
Questi versetti evidenziano la richiesta di Mosè di vedere la gloria di Dio, la risposta di Dio riguardo alla Sua gloria e la protezione che offre a Mosè mentre passa davanti a lui.
Carro volante: simbolismo e potere
È affascinante osservare questa dinamica: un Dio desideroso di rivelare la Sua gloria a Mosè, il Suo rappresentante sulla Terra, ma al contempo incapace di controllare le conseguenze di tale rivelazione. Eppure, il riparo dietro la roccia sembra essere sufficiente per contenere ciò che Dio non riesce a governare. Quasi ironicamente, potremmo dire che la roccia diventa più potente di Dio, poiché è in grado di controllare ciò che Dio non può.
E così accade: l’Elohim passa con il Suo Kavod, Mosè si rifugia dietro la roccia e riesce a rimanere in vita, nonostante la prossimità con la gloria divina. Tuttavia, il passaggio del Kavod lascia un segno su di lui, come raccontato nell’Esodo. Mosè, al suo ritorno dal monte Sinai, ha il volto abbagliato dalla potenza divina.
Tanto che, quando si trova nel campo, è costretto a coprirsi il volto con un velo, rivelandosi solo all’interno della sua tenda, ovvero all’ombra. Chiunque abbia mai subito una forte scottatura sa bene quanto possa essere doloroso.
Non possiamo affermare con certezza cosa abbia causato la scottatura sul volto di Mosè, ma è indiscutibile che ci troviamo di fronte a un racconto estremamente concreto e preciso, in cui un Elohim acconsente a una richiesta umana. Tuttavia, il Suo consenso comporta un rischio notevole: il Suo passaggio avrebbe potuto ucciderlo.
L’Elohim, quindi, non riesce a controllare gli effetti della Sua potenza, ma la roccia si rivela in grado di farlo. Mosè si rifugia dietro la roccia, ma il Kavod che passa lascia ugualmente delle ustioni sulla parte scoperta del suo corpo, il viso.
Mauro Biglino, traduttore e scrittore italiano noto per le sue interpretazioni dei testi religiosi antichi, in particolare della Bibbia, ci comunica una visione singolare su questi testi. Sottolinea che il racconto di Mosè sul Monte Sinai è estremamente preciso e concreto, su cui si sono sovrapposte innumerevoli interpretazioni.
Riferendosi al pensiero di Rashi di Troyes, un importante rabbino e commentatore ebraico del XII secolo, ci invita a considerare le parole della Torah nella loro essenza letterale, rivelando così una narrazione sorprendente e densa di significato.
A cura di Ufoalieni.it
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Riferimenti:
- Mauro Biglino, studioso di storia delle religioni, ha ricoperto il ruolo di traduttore di ebraico antico per le Edizioni San Paolo. Da circa trent’anni si dedica allo studio dei cosiddetti testi sacri, sostenendo che solo attraverso la conoscenza e l’analisi diretta delle opere redatte dagli antichi possa emergere una comprensione autentica del pensiero religioso sviluppato dall’umanità nel corso della sua storia. È autore di numerosi bestseller, tra cui La Bibbia non è un libro sacro, Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia e Il dio alieno della Bibbia.
- La Bibbia non parla di Dio – Un libro di Mauro Biglino che propone una lettura alternativa dell’Antico Testamento, sostenendo che i testi biblici non parlano di divinità, ma raccontano eventi storici concreti. Attraverso un’analisi laica e letterale, egli suggerisce che il concetto di Dio trascendente non trova riscontro nella lingua ebraica. Il suo metodo invita a considerare la Bibbia come una narrazione “fisica” dell’origine dell’essere umano sulla Terra.
- La Bibbia non l’ha mai detto – di Mauro Biglino e Lorena Forni analizza l’influenza della cultura cattolica sulle leggi italiane, evidenziando come norme etiche siano spesso basate su interpretazioni soggettive dei testi biblici. Gli autori sostengono che uno Stato laico dovrebbe promuovere leggi laiche, senza imporre dogmi confessionali. Attraverso una traduzione rigorosa dei testi, dimostrano che le prescrizioni morali comunemente associate alla Bibbia non vi sono realmente presenti.
- Antico e Nuovo Testamento. Libri senza Dio – Un’analisi approfondita sul Nuovo Testamento e le contestazioni riguardanti il termine Elohim, esplorando la verità dietro i testi sacri e la figura storica di Gesù.