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Nel corso dei secoli, molti credenti hanno trovato nella profezia di Isaia una delle fondamenta della loro fede, vedendo in essa la promessa di un Messia che sarebbe nato da una vergine, segno tangibile della salvezza divina. Questa convinzione ha plasmato il cristianesimo e il modo in cui milioni di persone hanno interpretato la storia sacra.
In ogni caso, se riflettiamo sul testo originale, emerge un interrogativo profondo: come possono le nostre credenze essere influenzate dalle traduzioni e dalle interpretazioni che abbiamo ricevuto nel tempo? E se ciò che pensavamo di sapere su un passo biblico così centrale fosse stato costruito su un’errata comprensione linguistica e storica? Esaminare questo passo sotto una nuova prospettiva ci spinge a mettere in discussione non solo il significato del versetto, ma anche le fondamenta su cui si sono costruite le nostre convinzioni.
Profezia di Isaia: significato originale
Isaia 7:14 (CEI) recita:
“Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.”
Tradizionalmente, questo versetto è stato letto come una profezia della nascita di Gesù, e in particolare della nascita da una vergine. Tuttavia, un’analisi più approfondita del testo ebraico ci offre una comprensione diversa.
Il passo di Isaia in ebraico è il seguente:
«לָכֵן יִתֵּן אֲדֹנָי הוּא לָכֶם אוֹת הִנֵּה הָעַלְמָה הָרָה וְיֹלֶדֶת בֵּן וְקָרָאת שְׁמוֹ עִמָּנוּאֵל»
(Isaia 7:14)
La traduzione letterale del testo ebraico è:
“Perciò darà mio-signore egli [egli stesso] a te segno vedere la-giovane-donna concepito (è incinta) e-partorire figlio e-lei chiama nome-suo Emmanuele.”
La parola ebraica “הָעַלְמָה” (ha’almah) significa “giovane donna”, e non implica verginità, come spesso è stato tradotto erroneamente. La parola per “vergine” in ebraico è “בְּתוּלָה” (betulah), che non compare in questo contesto. Inoltre, il termine “הָרָה” (harah) non è un verbo, ma un aggettivo che significa “incinta”. Questo suggerisce che Isaia non stia parlando di una “vergine” che concepirà, ma di una giovane donna incinta che darà alla luce un figlio, e il suo nome sarà Emmanuele, che significa “Dio con noi”.
Contesto storico e speranza
Nel contesto storico in cui Isaia pronunciò la sua profezia, il regno di Giuda stava affrontando una grave minaccia da parte delle potenze vicine, in particolare Israele e Aram. Il re Acaz, spaventato dalla possibilità di invasione, era alla ricerca di alleanze per garantire la sicurezza del suo popolo. In questo scenario, il profeta non stava annunciando un avvenimento legato a un Messia divino che sarebbe arrivato nel futuro, ma stava offrendo un segno immediato di speranza per il popolo di Israele, legato alla situazione concreta di quel momento.
La ‘giovane donna’ descritta nel passo (la moglie di Acaz, Abiha) stava per dare alla luce un bambino, simbolo di liberazione per il popolo di Giuda. Il bambino non rappresentava una figura messianica, ma il segno di una salvezza imminente, un messaggio di speranza in un periodo di grande difficoltà politica. Il passo, quindi, non parlava della nascita di un Salvatore divino, ma di una concreta promessa di redenzione per il regno di Giuda in quel preciso momento storico.
Isaia e la visione di Mauro Biglino
Mauro Biglino è un traduttore e studioso delle Scritture, noto per le sue analisi delle versioni bibliche. Secondo lui, molte delle cosiddette “profezie” dell’Antico Testamento, inclusa quella in questione, non erano previsioni di eventi futuri, ma riflettevano situazioni già in corso. Secondo Biglino, la concezione cristiana del “Messia” come salvatore universale è una successiva interpretazione teologica che non trova riscontro nei testi ebraici originali. Le sue opinioni, sebbene provocatorie, sono oggetto di dibattito tra gli studiosi, e la sua lettura non è condivisa da tutti.
Le modifiche nel testo
Nel corso dei secoli, i testi biblici sono stati influenzati dalle interpretazioni teologiche del tempo, spesso alterando il significato originale. Il passo di Isaia 7:14 è un esempio lampante di questo fenomeno. Tradizionalmente, il versetto è stato letto come “la vergine concepirà“, in linea con l’interpretazione cristiana che vedeva in esso una profezia della nascita miracolosa di Gesù. Tuttavia, negli ultimi decenni, alcune versioni hanno cercato di restituire il testo al suo significato più preciso.
A partire dal 2017, la Conferenza Episcopale Tedesca ha pubblicato una versione della Bibbia che ha modificato il passo di Isaia 7:14, sostituendo “vergine” con “giovane donna“. Questa modifica riflette una comprensione più accurata del termine ebraico “הָעַלְמָה” (ha’almah), che non implica verginità, ma semplicemente una giovane donna. La Bibbia tedesca ha così iniziato a correggere l’errore di traduzione che per secoli aveva caratterizzato il passo, riflettendo una lettura più aderente al testo ebraico originale.
Il versetto potrebbe quindi essere tradotto più correttamente come:
“la giovane donna ha concepito e sta per partorire un figlio.”
Evoluzione delle traduzioni
La revisione della Bibbia tedesca non è un caso isolato. I testi biblici continuano a evolversi nel tempo, man mano che nuovi studi e ricerche linguistiche portano a una comprensione più accurata del significato originale. Le modifiche, come quella introdotta dalla Bibbia tedesca del 2017, sono il risultato di un lungo processo di revisione che mira a correggere gli errori che si sono accumulati nel corso dei secoli.
In questo contesto, la Nuova Riveduta, una delle edizioni italiane più diffuse, ha già aggiornato il suo testo, modificando il passo di Isaia 7:14. Nella nuova versione, il versetto recita:
“Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.”
Questo cambiamento, pur limitato all’uso della parola “giovane” invece di “vergine”, riflette una comprensione più accurata del termine ebraico “הָעַלְמָה” (ha’almah), che non implica verginità, ma semplicemente una giovane donna. La modifica elimina così l’interpretazione cristiana tradizionale che attribuiva al passo il significato di una previsione sulla vergine concepita da uno spirito santo.
Conclusione
Il passo di Isaia 7:14, letto nel suo contesto originale, non è una predizione della nascita miracolosa di Gesù da una vergine, come per secoli è stato interpretato dalla tradizione cristiana. Recenti revisioni dei testi biblici, attraverso nuove traduzioni e aggiornamenti, offrono una comprensione più precisa del passo, che descrive semplicemente una giovane donna incinta che darà alla luce un figlio. Questo approccio invita a una riflessione più profonda sul significato autentico delle Scritture e su come le interpretazioni teologiche abbiano influenzato la nostra comprensione della Bibbia.
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Riferimenti:
- Is Mary not a virgin? The German bishops’ new Bible translation leaves it… unclear – Analisi della nuova interpretazione tedesca della Bibbia, che dal 2017 sostituisce “vergine” con “giovane donna” in Isaia 7:14.
- Neue Bibel distanziert sich vom Wort „Jungfrau“ – La nuova modifica tedesca della Bibbia sostituisce “vergine” con “giovane donna” e include innovazioni legate alla “questione di genere”.
- Isaia 7:14 NR06 – Bible.com – Questa fonte mostra la traduzione di Isaia 7:14 nella Nuova Riveduta 2006, che utilizza il termine “giovane” al posto di “vergine”.