Protoclone V1: il robot che suda e sembra umano
Sab. Feb 22nd, 2025

Immaginate un laboratorio asettico, illuminato da luci fredde. Al centro, il Protoclone V1, un robot umanoide rivoluzionario sviluppato da Clone Robotics, oscilla sospeso, le gambe che si piegano e scalciano nell’aria come un bambino che scopre i propri arti.

Non ha un volto, solo una maschera nera riflettente che nasconde ogni traccia di umanità. I suoi muscoli artificiali pulsano: non carne, ma fibre sintetiche che si tendono e si rilassano con una precisione inquietante.

Presentato a gennaio 2025, questo gioiello di tecnologia bionica ha conquistato i social con un video di 40 secondi, diventando virale e suscitando un mix di meraviglia e timore, quel fenomeno noto come uncanny valley.

Con oltre 200 gradi di libertà, 1.000 muscoli artificiali Myofiber, un sistema nervoso sintetico e un meccanismo di sudorazione robotica che imita il corpo umano, questo prototipo è un’anteprima degli androidi sintetici del futuro. Ma cosa lo rende così speciale?

Perché sta spaventando e affascinando milioni di persone? E come si confronta con i giganti dell’innovazione robotica come Tesla e Boston Dynamics? Preparatevi a scoprire tutto.

L’anatomia del Protoclone V1: un corpo sintetico

Protoclone V1 seduto su una sedia, movimenti fluidi

Il Protoclone V1 inizia con uno scheletro che sembra uscito da un libro di anatomia. Realizzato in polimero stampato in 3D, replica le 206 ossa del corpo umano, dalle piccole falangi delle dita alle robuste articolazioni dell’anca.

Ogni giuntura – caviglie, ginocchia, gomiti, spalle, collo – è progettata per muoversi con una fluidità che i robot tradizionali possono solo sognare. Con più di 200 gradi di libertà, supera di gran lunga i 28 di Atlas di Boston Dynamics o i 30 di Tesla Optimus.

Clone Robotics, fondata nel 2021 a Wrocław, Polonia, ha scelto materiali leggeri ma resistenti, capaci di sopportare torsioni e pressioni senza sacrificare agilità. Questo scheletro è la base di un sistema muscolo-scheletrico all’avanguardia, un capolavoro di ingegneria robotica che sfida ogni convenzione.

Provate a immaginare un braccio che si flette morbido come il vostro, o una gamba che si piega senza scatti meccanici. Questo è il risultato di anni di ricerca, un progetto che Clone Robotics ha coltivato con 6,5 milioni di dollari di finanziamenti seed, secondo i dati raccolti dalla stampa tecnologica. Qui vi diamo il quadro completo: materiali innovativi, design anatomico e una visione che guarda al domani.</p>

Passiamo ai muscoli artificiali Myofiber, il cuore pulsante di questo robot umanoide. Non si tratta di motori elettrici o pistoni rigidi come quelli di Optimus. Parliamo di 1.000 fibre sintetiche che si contraggono sotto pressione idraulica o pneumatica, imitando i movimenti umani con una precisione sbalorditiva.

Come funzionano? Immaginate un piccolo palloncino interno, rivestito da una rete elastica simile a tendini. Quando il fluido – spinto a una pressione di 7 bar – lo gonfia, la rete si accorcia, tirando lo scheletro in un movimento fluido. Le specifiche tecniche, riportate dal sito ufficiale di Clone Robotics, parlano chiaro: queste fibre si contraggono di oltre il 30% in meno di 50 millisecondi, generando una forza di 1 kg per ogni 3 g di peso.

È un rapporto potenza-peso che surclassa i motori tradizionali, eliminando i cedimenti dei tendini, un problema cronico nei robot con attuatori rigidi. Questa tecnologia bionica permette al Protoclone V1 di afferrare un bicchiere senza romperlo o di oscillare una gamba con una grazia quasi naturale.

È un balzo in avanti rispetto ai sistemi meccanici standard, e rappresenta il motivo per cui il video virale ha lasciato a bocca aperta milioni di spettatori. Non è solo potenza: è eleganza sintetica, un esempio di come l’innovazione robotica possa avvicinarsi alla biologia.

Un altro dettaglio distintivo è il sistema di raffreddamento. Una pompa da 500 watt, delle dimensioni di un cuore umano, spinge un flusso di 40 litri al minuto a una pressione di 100 psi attraverso un sistema di microcanali. Questo fluido assorbe il calore generato dai Myofiber, dissipandolo come il sudore sulla nostra pelle.

È una soluzione di sudorazione robotica che ricorda Kengoro, un robot giapponese del 2017, ma Clone Robotics la porta a un livello commerciale. I robot tradizionali, come Atlas, spesso si surriscaldano dopo movimenti intensi. Questo androide, invece, regola la sua temperatura con un’efficienza che lo rende adatto a lunghi periodi

di attività, un aspetto che lo distingue nel campo della tecnologia bionica.

Il cervello del Protoclone V1: sensori e intelligenza

Questo robot umanoide non è solo un corpo: ha un sistema nervoso sintetico che lo rende consapevole del suo ambiente. È equipaggiato con oltre 500 sensori: 70 inerziali monitorano l’orientamento e il bilanciamento, 320 di pressione regolano la forza di ogni movimento, e 4 telecamere di profondità offrono una visione 3D dettagliata.

Questi strumenti lavorano insieme per creare un feedback in tempo reale, permettendo al Protoclone V1 di adattarsi a superfici irregolari o di calibrare la presa su un oggetto fragile. Immaginate di versare acqua in un bicchiere: senza una percezione precisa, il risultato sarebbe un disastro.

Questo androide, invece, “sente” il peso e la resistenza, un’abilità che lo prepara per compiti domestici complessi. È un esempio di come l’innovazione robotica possa tradursi in applicazioni pratiche.

Il controllo di questo sistema nervoso sintetico è affidato a Cybernet, un modello visuo-motorio che integra dati visivi e tattili, e a una GPU NVIDIA Jetson Thor. La GPU processa milioni di calcoli al secondo, traducendo i segnali dei sensori in movimenti precisi.

Cybernet, invece, è il software che “insegna” al robot a coordinare occhi e mani, un po’ come il nostro cervelletto. Non è ancora un’intelligenza artificiale avanzata, ma è un passo avanti rispetto ai semplici script dei robot industriali. E poi c’è Telekinesis, una piattaforma di Clone Robotics per addestrare il robot.

Con Telekinesis, un operatore può mostrare un compito – come piegare una maglietta – e il Protoclone V1 lo impara osservando. È una prospettiva futura che apre scenari incredibili per l’autonomia degli androidi sintetici, un aspetto che lo distingue nel panorama della tecnologia robotica.

Il Protoclone V1 è un prototipo, ma il suo successore, Clone Alpha, è già pronto a fare il salto nel mercato. Con 279 unità disponibili per il pre-ordine sul sito ufficiale (Clone Robotics Pre-Order), Clone Alpha è progettato per rivoluzionare la vita domestica con abilità pratiche.

Può preparare sandwich e versare bevande con precisione, aspirare pavimenti e piegare vestiti senza rumore, memorizzare la disposizione della casa e seguire il proprietario, ricaricarsi autonomamente quando necessario. Si parla di capacità che lo rendono un vero assistente domestico, un’evoluzione degli androidi sintetici verso l’uso quotidiano.

Un post su X del 20 febbraio 2025 stima un costo di circa $20.000 (X Post by MaxiDeMuro), una cifra plausibile ma non confermata. Clone Alpha, in arrivo nel 2025, sarà un pioniere tra i robot umanoidi commerciali.

Protoclone V1 nel panorama robotico: un confronto

Ecco come questo robot si posiziona rispetto ai big della tecnologia robotica:

RobotGradi libertàMuscoli/sensoriCaratteristica unicaStato
Protoclone V1200+1.000 / 500+Sudorazione, MyofiberPrototipo
Tesla Optimus~30Motori elettrici / ~200Efficienza economicaIn sviluppo
Atlas (BD)~28Attuatori idraulici / ~50Mobilità acrobaticaPrototipo
Kengoro~116116 / ~100Sudorazione (ricerca)Non commerciale

Tesla Optimus è progettato per il lavoro ripetitivo, più semplice ed economico, ma lontano dal realismo anatomico. Boston Dynamics Atlas è un maestro di salti e capriole, ma con un design meno umanoide. Kengoro, precursore della sudorazione robotica, resta un esperimento accademico.

Il Protoclone V1 vince per il suo approccio bio-ispirato, unendo flessibilità e muscoli artificiali innovativi. Clone Robotics nasce nel 2021 a Wrocław, Polonia, dalle menti di Dhanush Radhakrishna e Lukasz Kozlik. Con 6,5 milioni di dollari di finanziamenti seed, l’azienda ha una missione ambiziosa: “replicare ogni attività quotidiana umana”, come dichiarato sul loro sito.

Questo prototipo, presentato a gennaio 2025, è il loro biglietto da visita, definito da Radhakrishna “l’epicentro dell’era degli androidi” in un post su X. È una storia di innovazione robotica che guarda al futuro.

Viralità e futuro: il destino degli androidi sintetici

Il video di 40 secondi (YouTube Protoclone V1) ha fatto il giro del mondo, con milioni di visualizzazioni e commenti contrastanti. Su X, c’è chi lo chiama “un capolavoro” e chi “roba spaventosa” (X Post by ai_for_success). È il fenomeno dell’uncanny valley: troppo umano per essere un robot, ma non abbastanza per non inquietare. Quel volto nero e vuoto, quei movimenti fluidi, risvegliano un disagio primordiale.

Un futuro con androidi sintetici porta con sé implicazioni profonde. Clone Alpha potrebbe liberarci dai compiti noiosi, ma anche sostituire lavoratori manuali. I Myofiber potrebbero ispirare protesi avanzate o robot per la riabilitazione. Un robot umanoide così realistico solleva domande su controllo e autonomia. È progresso o rischio? Una riflessione che merita attenzione.

Il Protoclone V1 non cammina ancora: nei test è sospeso e usa sistemi pneumatici, non idraulici. Ma con Clone Alpha alle porte, il passo verso l’autonomia è vicino. Non è solo un robot: è un esperimento che ci costringe a guardarci allo specchio.

Con i suoi muscoli artificiali che si contraggono, il sistema di sudorazione robotica e un’intelligenza in evoluzione, Clone Robotics ci sta portando verso un’era di androidi sintetici. Clone Alpha sarà tra noi nel 2025, ma siamo pronti a convivere con macchine che ci somigliano così tanto? O forse, come suggerisce il video virale, ci spaventeranno più di quanto ci aiuteranno?

A cura di Ufoalieni.it

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© Riproduzione riservata


Riferimenti:

  • Sito ufficiale di Clone Robotics – Secondo il sito ufficiale, il Protoclone V1 è dotato di oltre 1.000 Myofiber e un sistema vascolare che simula la sudorazione umana, un’innovazione unica nel panorama robotico.

Di UFO84

Da oltre dieci anni mi appassiona scrivere di civiltà antiche, storia, vita aliena e altri temi affascinanti. Sono curioso di natura e cerco sempre di approfondire le mie conoscenze attraverso la lettura, la ricerca e l'esplorazione di nuovi campi di interesse. Con il mio sito, voglio condividere la mia passione e stimolare la vostra curiosità verso il mondo che ci circonda.

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