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I Sumeri e le origini della Civiltà
Nel ricostruire la storia dell’uomo gli studiosi hanno progressivamente retrodatato le origini della civiltà: prima ritenute frutto della cultura greca, sono state poi rinvenute nella grandezza dell’antico Egitto, almeno fino a quando non si è riconosciuto che Babilonia e Assiria, ma soprattutto i Sumeri di cui sono figlie, risalgono a periodi ancora antecedenti: intorno al 3000 a.C.
La Bibbia nei suoi testi più antichi racconta la storia delle origini dell’uomo e del popolo ebraico. I testi le cui vicende sono le più vicine a quei periodi della storia in cui gli uomini camminavano ancora con gli dèi (gli Anaqìm/Elohìm appunto): con loro parlavano e mangiavano, stipulavano accordi, li servivano ma anche se ne servivano, li tradivano, li seguivano e li abbandonavano, in funzione degli interessi del momento e delle situazioni contingenti.
Un periodo storico in cui gli uomini sceglievano i loro “dèi” tra i tanti possibili, senza porsi mai il problema del dio unico.
Insomma, una visione del divino totalmente diversa da quella che successivamente è stata costruita…
Niburu, il pianeta con l’orbita “al contrario”
E proprio i Sumeri sono la fonte di quelle teorie: che cosa ci raccontano allora i fondatori di tutta la civiltà umana?
Ci raccontano che esiste nel Sistema solare un pianeta di cui noi ufficialmente non conosciamo ancora l’esistenza; un pianeta chiamato NIBIRU che ha un’orbita retrograda rispetto a quella di tutti gli altri pianeti e la cui durata è pari a 3.600 anni terrestri.
Il nome NIBIRU significherebbe “Pianeta dell’attraversamento” proprio perché questo corpo celeste attraversa in senso contrario le ellissi percorse dai suoi “colleghi” (quelle di Marte e Giove in particolare).
L’orbita retrograda ci fa pensare che NIBIRU non può essere stato generato con il Sole, come gli altri pianeti, per cui deve necessariamente essere stato “attratto e catturato” dalle forze gravitazionali del nostro Sistema solare: questo è proprio ciò che affermano i racconti dei Sumeri (secondo le interpretazioni degli autori considerati “alternativi” rispetto alla scienza ufficiale).
Un satellite di questo pianeta avrebbe addirittura impattato con la Terra, producendo la grande depressione che si trova sotto l’Oceano Pacifico: nel corso di questo scontro dalle dimensioni cosmiche si sarebbero originate l’orbita attuale della Luna e la fascia degli asteroidi.
Anunnaki, scesi dal cielo per cercare l’oro
Questo pianeta, proseguono i racconti dei Sumeri, sarebbe abitato da quelli che loro definiscono ANUNNAKI (Sitchin traduce letteralmente questo termine con un’espressione che indica “coloro che dal cielo sono scesi sulla Terra”, corrispondente agli Anaqìm della Bibbia).
Questi individui sarebbero giunti sul nostro pianeta in cerca di oro perché questo metallo era indispensabile per creare una sorta di effetto serra sul loro pianeta: polverizzato e diffuso nell’atmosfera avrebbe rallentato il processo di progressivo raffreddamento che NIBIRU stava subendo.
Come non pensare immediatamente ai miti diffusi pressoché in ogni angolo della Terra (in Occidente ricordiamo Esiodo, Platone, Ovidio…) che affermano come ci sia stata una non meglio precisata “Età dell’Oro”, l’epoca degli dèi, il tempo in cui Essi erano qui tra noi… Se questi racconti sono veritieri, sarebbe facile identificare questo tempo primordiale come quello in cui gli “dèi”, cioè questi esseri venuti dall’alto, erano sulla Terra a cercare l’oro!
In questo caso non sarebbero miti elaborati per fantasticare di una inesistente ma desiderata epoca felice, bensì il ricordo di eventi precisi, il ricordo cioè di quando gli “dèi” erano veramente sulla Terra e l’oro era il motivo concreto della loro presenza. Un’età dedicata interamente alla sua ricerca, estrazione e lavorazione; un’età in cui gli uomini avevano con loro un rapporto diretto.
Nibiru scesero sulla terra gli Anunnaki
Stando a queste “incredibili” teorie, gli ANUNNAKI/ANAQITI scesero sul nostro pianeta in gruppi di 50 (fino a raggiungere il numero complessivo di 600, per un totale finale dunque di 12 gruppi) e costruirono la loro prima base in ERIDU: un avamposto situato all’estremo Sud della Mesopotamia e il cui nome significherebbe, sempre secondo il già citato studioso, “casa del mondo lontano” o “casa lontano da casa”.
Sorgeva su una collina eretta artificialmente alla foce dell’Eufrate: che sia questo il ricordo di quando il Dio della Genesi biblica divise le acque per ricavarne l’asciutto e rendere possibile la vita sulla terra, resa in questo modo disponibile?
Il sottosuolo, come ben sappiamo, era ricco di petrolio ed era quindi una fonte di energia preziosa per le strutture che dovevano essere realizzate. Inoltre le ampie pianure favorivano la costruzione di veri e propri campi di atterraggio…
Il comando dell’intera spedizione era in capo a quello che noi potremmo considerare una sorta di imperatore, ANU, il Sovrano assoluto che risiedeva su NIBIRU.
La direzione operativa venne affidata in un primo tempo a uno dei suoi due figli, ENKI, cui si affiancò e poi sostituì il fratello ENLIL. Questo passaggio di comando avvenne quando ENKI assunse il controllo delle operazioni di scavo nelle miniere d’oro situate nel Sud dell’Africa, nel territorio che corrisponderebbe all’attuale Zimbabwe.
Homo sapians sapiens: un esperimento genetico
Raccontano i Sumeri che gli ANUNNAKI addetti ai faticosissimi lavori di scavo, dopo alcune decine (di migliaia!) di anni terrestri si ribellarono e chiesero di poter essere dispensati.
Dopo vari tentativi di comporre quella che aveva tutta l’aria di essere ciò che noi definiremmo una vera e propria “vertenza sindacale”, ENKI riuscì a ipotizzare ed elaborare una soluzione alternativa che si rivelò veramente decisiva: non solo per loro, ma anche per noi, possiamo dire ora!
Nel corso della permanenza in quel territorio, il comandante ENKI aveva infatti avuto modo di osservare alcuni piccoli ominidi (Homo erectus? Homo habilis?) e pensò che avrebbero potuto essere opportunamente trasformati e utilizzati per sostituire gli ANUNNAKI, stanchi e in perenne stato di protesta e rivolta.
Narra il mito sumerico che gli dèi, costretti a scavare e ammucchiare terra, si lamentavano della loro vita e ritenevano ENKI colpevole di quella loro gravosa situazione.
La madre di ENKI, allora, sollecita il figlio a intervenire per aiutare gli ANUNNAKI che faticano troppo: lo invita apertamente a creare un sostituto – un doppio – degli dèi affinché possano liberarsi dal peso del lavoro… gli suggerisce di plasmare dei servitori.
Il figlio le risponde che la creatura che lei ha indicato in realtà esiste già e le chiede di fissare su di essa l’immagine degli dèi. Grazie alle loro conoscenze scientifiche, questi ANUNNAKI effettuarono così una serie di esperimenti manipolando geneticamente gli ominidi con l’innesto di una porzione del proprio DNA.
Tale progetto fu realizzato in collaborazione con NINHURSAG, la sposa di ENKI, conosciuta poi – non a caso! – come “la Dea Madre” (o “Mami”) o anche come “Colei che dà la vita”. Operando nel loro laboratorio, conosciuto come “Camera delle creazioni”, dopo vari tentativi – di cui molti fallimentari… – produssero la nuova creatura chiamata LULU, cioè “il mescolato, il misto”, il prodotto di una commistione di patrimoni genetici.
… E gli anunnaki crearono l’adam
Questa nuova creatura era anche chiamata ADÁMÁ, da cui il biblico ADÁM, “quello della terra”, “il terrestre”… Questi esseri (dèi? Anunnaki/Anaqiti?), scesi dal cielo sulla Terra, avevano insomma generato l’Homo sapiens.
Tutto questo sarebbe avvenuto circa 300.000 anni fa a nord dello Zimbabwe e, a quanto si sa, è proprio intorno a quell’epoca e in quella parte dell’Africa Orientale che i paleoantropologi farebbero risalire la comparsa dell’Homo sapiens.
Gli ANUNNAKI produssero dunque una razza di lavoratori resistenti, e intelligenti quel tanto che bastava perché comprendessero le necessità e gli ordini dei loro creatori/padroni.
Torna in mente quell’espressione che dice che noi «siamo stati creati per amare e servire Dio»: forse contiene molta più verità di quanto non si pensi! Questi “dèi” avrebbero creato una vera e propria razza destinata ai lavori servili.
Possiamo pensare che sia banalmente un caso o una curiosa coincidenza il fatto che la Genesi (2,2) ci dica letteralmente che dopo avere creato l’uomo: “Elohìm desistette da ogni opera sua”?
Non era proprio quello lo scopo dichiarato degli Anunnaki?”
Mauro Biglino, studioso di storia delle religioni, è stato traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo. Da circa 30 anni si occupa dei cosiddetti testi sacri nella convinzione che solo la conoscenza e l’analisi diretta di ciò che hanno scritto gli antichi redattori possano aiutare a comprendere veramente il pensiero religioso formulato dall’umanità nella sua storia. Autore di numerosi best seller, tra cui: “La Bibbia non è un Libro Sacro“, “Il Libro che Cambierà per Sempre le Nostre Idee sulla Bibbia“, “Il dio alieno della Bibbia” Fonte: unoeditori.com
Tratto da: Il Libro che Cambierà per Sempre le Nostre Idee sulla Bibbia.
A cura di Ufoalieni.it