Apriamo un’altra parentesi sugli UFO del passato, in questo articolo parliamo della visione di Ezechiele il profeta. Vivendo in un’epoca in cui le tecnologie più avanzate erano costituite da semplici carrucole e strumenti rudimentali, Ezechiele non poteva fare riferimento a concetti moderni per descrivere ciò che aveva visto. Era dunque costretto a usare immagini legate agli elementi e ai materiali conosciuti della sua epoca.
La sua descrizione, tuttavia, è straordinariamente dettagliata e ricca di particolari. Essa sembra indicare che Ezechiele vide un’enorme macchina complessa che brillava nello spazio con straordinaria luminosità.
La visione di Ezechiele: Il carro di fuoco
Una traduzione letterale del versetto 43,9 del libro dell’Ecclesiastico recita: “Sulle alture vi è una macchina da guerra, che brilla gloriosamente nel firmamento“.
Nel libro di Ezechiele, si legge: “Il cinque del quarto mese dell’anno trentesimo, mentre mi trovavo fra i deportati lungo il fiume Chebàr, i cieli si aprirono ed ebbi visioni divine. Il cinque del mese – era l’anno quinto della deportazione del re Ioiachin – la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzì, nel paese dei Caldei, lungo il fiume Chebàr.
Qui fu sopra di lui la mano del Signore. Guardavo, ed ecco un uragano avanzare dal settentrione (ruaj: turbine), una grande nube (senza dubbio la fiammeggiante Shekinah, ossia l’abitazione di Dio), e un turbinio di fuoco che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un bagliore di metallo incandescente.
Al centro apparve la figura di quattro esseri animati (zoa: esseri viventi, nella versione greca dei Settanta; in quella versione non appare la parola greca theriòn, che significa bestie, animali), dei quali questo era l’aspetto: avevano sembianza umana e ciascuno aveva quattro facce e quattro ali. Le loro gambe erano diritte e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli di un vitello, splendenti come bronzo lucido.”
“Sotto le loro ali si scorgevano mani d’uomo ai quattro lati. Tutti e quattro avevano ali e sembianze identiche. Mentre avanzavano, non si voltavano, ma ciascuno procedeva diritto davanti a sé. Quanto alle loro fattezze, ognuno aveva una faccia d’uomo; sul lato destro, una faccia di leone, a sinistra una faccia di toro e, infine, una faccia d’aquila. Le loro ali erano spiegate verso l’alto; due ali si toccavano tra loro, mentre due ricoprivano il corpo.”
“Tra quei quattro esseri si vedeva qualcosa simile a carboni ardenti, come torce che si muovevano in mezzo a loro. Il fuoco brillava intensamente e dal fuoco scaturivano lampi.”
“Gli esseri andavano e venivano come un baleno. Io guardavo quegli esseri ed ecco sul terreno una ruota (Ofan: ruota, cerchio, disco, circonferenza, mulinello) al loro fianco, di tutti e quattro. Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio (turchese, acquamarina) e tutte e quattro avevano la medesima forma; il loro aspetto e la loro struttura erano come di ruota in mezzo a un’altra ruota.
Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltarsi. La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutte e quattro erano pieni di occhi tutt’intorno. Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando quegli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote (galgal: ruota, mulinello, sfera, cerchio, disco).
“Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile a un cristallo splendente, disteso sopra le loro teste, e sotto il firmamento vi erano le loro ali distese, l’una di contro all’altra; ciascuno ne aveva due che gli coprivano il corpo.
Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell’Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto di un accampamento. Quando si fermavano, ripiegavano le ali. Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste. Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane.”
Un’allegoria o un’osservazione concreta?
Nel capitolo 3, versetto 12, si legge: “Lo spirito mi sollevò, e io udii dietro a me il suono d’un gran fragore di gran terremoto, mentre la gloria del Signore si alzava da quel posto e udii pure il rumore delle ali degli esseri viventi che battevano l’una contro l’altra, il rumore delle ruote accanto ad esse, e il suono d’un gran fragore. E lo spirito mi sollevò e mi portò via; e io andai, pieno d’amarezza nello sdegno del mio spirito; e la mano dell’Eterno era forte su di me.”
Questo è ciò che i teologi considerano un’allegoria, una metafora. Adesso vediamo la versione originale con i nomi originali che vengono sostituiti con “spirito” e “la gloria del Signore” di questa visione di Ezechiele:
Ezechiele capitolo 3:12, si legge: “E il ruach mi sollevò, e io udii dietro a me il suono d’un gran fragore di gran terremoto, mentre il kavod di Yahweh si alzava da quel posto e udii pure il rumore delle ali degli esseri viventi che battevano l’una contro l’altra, il rumore delle ruote accanto ad esse, e il suono d’un gran fragore. E il ruach mi sollevò e mi portò via; e io andai, pieno d’amarezza nello sdegno del mio spirito; e la mano dell’Eterno era forte su di me.”
Questo è un piccolo esempio di come leggere la Bibbia con i termini originali non sostituiti.
Qui abbiamo visto la visione di Ezechiele, in cui lui racconta cosa ha visto. Monsignor Avondios ha detto chiaramente: “È ovvio che Ezechiele ha visto delle macchine volanti, non si può negare; qualunque persona di buon senso lo capisce“.
I teologi, invece, sostengono che è chiaro che l’esperienza descritta da Ezechiele va ricondotta alle cosiddette visioni allucinogene.
Conclusione
La visione di Ezechiele rappresenta un intrigante punto di partenza per interrogarsi sulle proprie convinzioni. È più grave pensare che Ezechiele abbia descritto l’avvistamento di macchine volanti, oppure considerare che la propria fede si fondi su presunti stati allucinatori? Questa riflessione si rivolge non solo a chi cerca di interpretare le visioni attraverso una lente scientifica, ma anche a coloro che abbracciano senza riserve il mistero del divino.
Coloro che sostengono la veridicità delle visioni bibliche spesso si trovano di fronte a un dilemma. Se si accetta l’idea che Ezechiele abbia avuto un’esperienza mistica di carattere trascendente, si deve anche considerare il rischio che questa possa apparire come un racconto fantastico, privo di fondamento nella realtà. D’altro canto, relegare tali visioni a semplici allucinazioni mette in discussione la profondità della fede stessa, riducendo a mere illusioni ciò che potrebbe essere un messaggio spirituale autentico.
È fondamentale, quindi, interrogarsi sull’essenza della fede. Questa si basa su esperienze concrete, su rivelazioni personali o su un’interpretazione delle scritture che trascende il semplice dato fattuale? La fede, per essere solida e duratura, ha bisogno di una base che non si sgretoli di fronte ai dubbi. Non è sufficiente credere acriticamente; è necessario un dialogo interiore, una ricerca continua che miri a comprendere il significato di ciò che ci è stato trasmesso.
La complessità delle visioni di Ezechiele ci offre, quindi, l’opportunità di esplorare non solo il mistero del divino, ma anche la nostra personale concezione di fede. Riflettere su questa dicotomia—tra il riconoscimento di esperienze straordinarie e il rischio di scivolare nell’irrilevanza—è cruciale per ogni credente. Solo così si può giungere a una comprensione più profonda del nostro rapporto con il sacro, senza cadere nel tranello di una fede che si fonda su basi fragili e facilmente contestabili.
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Riferimenti:
- Analisi della visione di Ezechiele: descrive davvero un UFO? – Un approfondimento sulla possibile interpretazione delle visioni di Ezechiele come fenomeni UFO, con riferimenti al testo originale.
- Il cielo si aprì: la visione di Ezechiele – Una pagina di Wikipedia che analizza il contesto e la significato della visione di Ezechiele, con riferimenti storici e teologici.
- La Bibbia non parla di Dio – Un libro di Mauro Biglino che propone una lettura alternativa dell’Antico Testamento, sostenendo che i testi biblici non parlano di divinità, ma raccontano eventi storici concreti. Attraverso un’analisi laica e letterale, egli suggerisce che il concetto di Dio trascendente non trova riscontro nella lingua ebraica. Il suo metodo invita a considerare la Bibbia come una narrazione “fisica” dell’origine dell’essere umano sulla Terra.
- La Bibbia non l’ha mai detto – di Mauro Biglino e Lorena Forni analizza l’influenza della cultura cattolica sulle leggi italiane, evidenziando come norme etiche siano spesso basate su interpretazioni soggettive dei testi biblici. Gli autori sostengono che uno Stato laico dovrebbe promuovere leggi laiche, senza imporre dogmi confessionali. Attraverso una traduzione rigorosa dei testi, dimostrano che le prescrizioni morali comunemente associate alla Bibbia non vi sono realmente presenti.