Corrado Malanga – Tecnica per vedere attraverso le piramidi: Zahi Hawass ha nascosto la verità sulle piramidi e vuole eliminare la storia.
Un’importante scoperta è stata fatta da Corrado Malanga insieme a Filippo Biondi: sono riusciti a vedere dall’alto, grazie a un satellite, all’interno e sotto la Piramide di Cheope. È noto che ogni scoperta scientifica viene immediatamente esaminata dalle forze militari. Pertanto, se fosse possibile scoprire cosa c’è all’interno delle piramidi, sarebbe altrettanto possibile vedere sotto le basi militari o sotto il misterioso Antartide. Per questo motivo, Corrado e Filippo rischierebbero la vita.
La scoperta è pubblicata su Remote Sensing “La tomografia radar-doppler ad apertura sintetica rivela i dettagli della struttura interna ad alta risoluzione sconosciuta della Grande Piramide di Giza”.
E alla fine Corrado Malanga ce l’ha fatta: con l’aiuto di un Sar, radar satellitare ad apertura sintetica, ha messo a nudo la Piramide di Cheope smentendo Zahi Hawass, l’inquietante custode dei segreti egizi. Per la prima volta, l’edificio più famoso al mondo è stato sottoposto, dal cielo, a una sorta di TAC, subito validata dalla comunità scientifica.
È stata una grande vittoria per Malanga, che ha visto così confermata la sua formidabile intuizione iniziale: la grande piramide non era altro che una colossale macchina, con un sofisticato cuore idraulico, progettata per trasferire energia.
Un capolavoro di ingegneria, anche meccanica e sonora, in grado di generare una speciale frequenza vibrazionale attivabile dall’acqua: la piramide di pietra veniva periodicamente inondata, come confermano le evidenti tracce di erosione interna. Hawass negava l’esistenza di locali finora inesplorati? Falso: Malanga ha scoperto che sotto la Camera della Regina si trova una vasca di decantazione per regolare il deflusso delle acque, dopo l’uso. Ma quale uso?
“Nonostante possa sembrare una teoria bizzarra, la nostra ricostruzione è probabilmente la più realistica mai formulata fino ad oggi. La grande piramide era un perfetto strumento in grado di produrre determinate vibrazioni attraverso l’aria, l’acqua e il granito.”
Per quale scopo sono destinate? Da qui in poi, la tesi di Malanga sostiene che i primi faraoni, a cui la tradizione cronologica attribuisce vite lunghissime (migliaia di anni), potevano essere “rigenerati” attraverso un ingegnosissimo “trasferimento energetico”.
Ovvero: la cosiddetta “frequenza animica” di un malcapitato suddito, collocato nel sarcofago (che in realtà è una vasca sistemata nella cosiddetta Camera del Re), poteva essere trasferita al faraone che, nel frattempo, attendeva al piano di sotto nella Camera della Regina. Il faraone veniva poi introdotto in una sorta di secondo recipiente, questa volta di forma cilindrica. Infine, terminato il “trasferimento” che teoricamente era in grado di prolungare la vita del sovrano, l’acqua veniva fatta defluire, in modo che tornasse al Nilo.
Ad insospettire Malanga anni fa, fu la stessa narrazione mitologica egizia. “Nei testi antichi è scritto che alcune civiltà usavano il suono per curarsi e guarirsi. Nei testi egizi si accenna alla Casa della Vita, diretta verso nord (come la Piramide di Cheope), dove risiedono la dea Sesat e il dio Knum. Il nome “Cheope” è frutto di una traduzione imprecisa, dal greco, di Knum-Kufu, il vero nome della grande piramide di Giza. E Knum-Kufu significa “Kufu protetto da Knum”, il quale trasportava il Ba (“l’anima” di qualcuno) nel corpo di qualcun altro.”
Scienziato eclettico e ricercatore in campo chimico presso la Normale di Pisa per decenni, il professor Malanga è divenuto famoso grazie alle migliaia di sedute di ipnosi regressiva eseguite su “addotti”, ovvero persone convinte di aver subito danni in seguito al contatto con gli “alieni“.
Il racconto di queste persone, riportato sotto ipnosi, consisteva spesso nella seguente descrizione: “Riferivano che la loro anima, una parte energetica, fosse stata staccata dal loro corpo e introdotta nel corpo di un alieno che stava per morire; successivamente, quell’alieno riviveva”.
Succedeva qualcosa del genere anche nella Piramide di Cheope?
Quello che oggi sappiamo con certezza, grazie a Malanga, è che il mastodontico edificio è dotato di ambienti non ancora esplorati, almeno ufficialmente, e di cui è stata sempre negata l’esistenza. Si tratta di ambienti la cui funzione idraulica sembra ormai palese.
Ma non solo: nonostante l’egittologia ufficiale continui a ripetere che le piramidi erano tombe monumentali costruite dagli Egizi poche migliaia di anni fa, è ormai emerso che la Piramide di Cheope risale a 36.500 anni fa, quando la civiltà egizia non esisteva ancora.
Inoltre, lo studio accurato dei volumi, ora confortato anche dall’inedita “tomografia tridimensionale” realizzata con il radar, dimostra che in ogni angolo della piramide “ricorrono tre elementi-chiave: il pi greco (π), la ‘sezione aurea’ e il 432, numero misterioso che pervade l’intero universo.” Ciò esclude ovviamente la possibilità che la piramide sia stata realizzata dai primitivi Cro-Magnon che abitavano l’Egitto 36.500 anni fa e smentisce quindi l’intera storiografia convenzionale, inclusa la nascita delle religioni, così come ci è stata raccontata finora.
Nel frattempo, le ricerche di Corrado Malanga e Filippo Biondi sono state validate dalla comunità scientifica. Il certificato di accettazione (ISSN 207-4292), emesso il 12 ottobre, è un importante documento indelebile che riconosce la validità di tutto ciò che è stato affermato da Malanga in questa intervista.
Inoltre, invito tutti gli interessati a guardare i video della bellissima spiegazione fatta dal professor Malanga in persona. Sono sicuro che potranno offrire ulteriori approfondimenti sulla scoperta del tunnel nella piramide di Cheope.
Nota.
Vorrei aggiornarvi sulla scoperta di un tunnel all’interno della Piramide di Cheope avvenuta nel marzo 2023. Purtroppo, ci sono state alcune complicazioni riguardo alla menzione del Professore Corrado Malanga e del Dottor Filippo Biondi nella scoperta, in quanto non sono stati citati dal famoso archeologo Zahi Hawass durante l’annuncio ufficiale del 2 marzo 2023.
Se desiderate approfondire l’argomento, potete leggere l’articolo che tratta questa vicenda. Saremo in attesa di ulteriori sviluppi sulla questione e vi terremo informati.
[…] si ottenga il periodo iniziale, indicato come il regno di Ptah, creatore e primo sovrano dell’antico Egitto, risalente a 39.000 anni […]