La perdita di astronauti nello spazio, i cosiddetti cosmonauti fantasma, fa parte della leggenda – anche della cospirazione – della razza spaziale.
C’è chi crede che da qualche parte nella vasta oscurità dello spazio, attualmente a circa 9.000 milioni di chilometri dal Sole, sia il primo umano a raggiungere i limiti del Sistema Solare.
Il suo corpo, perfettamente conservato, è congelato a 270 gradi sotto zero; La sua piccola capsula si sta allontanando dalla Terra a quasi 30.000 km / h per 50 anni. Sarebbe il primo cosmonauta perso nello spazio, quando a causa di un errore di propulsione non potrebbe mai tornare.
In “Cosmonauti perduti” tutte le informazioni relative alle opere dei fratelli Achille e Giovanni Judica-Cordiglia, due radioamatori italiani che nei primi anni della corsa allo spazio furono in grado di intercettare le comunicazioni provenienti dallo spazio dalla loro stazione Torino.
Questa zona dell’Europa è stata parzialmente pilotata da navi sovietiche lanciate in orbita attorno alla Terra. Tra gli anni ’50 e ’60 i fratelli furono in grado di registrare le comunicazioni delle missioni Sputnik ed Explorer.
La prima significativa registrazione è stata ottenuta il 28 novembre 1960, quando hanno riconosciuto un segnale di soccorso da un oggetto in movimento, allontanandosi dalla Terra.
Alcuni mesi dopo, nel maggio del 1961, registrarono la voce di quella che doveva essere stata la prima donna nello spazio, Ludmila Tokovy, ma che nella sua ultima trasmissione sulla Terra riferì che c’era qualcosa che non andava e che “stava bruciando”.
Due giorni dopo queste registrazioni, i sovietici riportarono un incidente con una nave senza equipaggio, Sputnik 7, che era stata bruciata nell’atmosfera durante il rientro.
Secondo l’elenco nell’articolo accuse di cospirazione del programma spaziale sovietico di Wikipedia raccolgono una quindicina di questi casi, oltre ad altri tre casi di astronauti perduti che sono stati in qualche modo confermati falsi.
Di tutti i presunti casi di astronauti che non esistevano, il più documentato – ma non necessariamente vero o no – è quello di Vladimir Il’jušin.
Ognuna di queste storie o teorie dovrebbe essere presa come sono: leggende urbane e storie non confermate normalmente raccontate come vere con cospirazione e mezzi sensazionali.
Gli esperti spaziali ritengono che non esistessero più astronauti morti di quelli ufficialmente riconosciuti dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica. Cosa ne pensi?
Le registrazioni più inquietanti dallo spazio