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La Piramide di Chefren custodisce segreti che sfidano la scienza e l’immaginazione. Grazie alla tecnologia d’avanguardia del Synthetic Aperture Radar (SAR) Doppler Tomography, il team composto da Corrado Malanga, già ricercatore in chimica organica all’Università di Pisa con una solida esperienza in pubblicazioni scientifiche e studi multidisciplinari, e Filippo Biondi, esperto in elaborazione del segnale radar e telecomunicazioni con un dottorato all’Università dell’Aquila e collaborazioni con l’Agenzia Spaziale Italiana, ha rivelato non solo anomalie superficiali, ma strutture insospettate.
Queste geometrie, se confermate, potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione del sito. Mentre numerose ricostruzioni grafiche non verificate circolano sui social media, alcune addirittura generate artificialmente, questa analisi si basa su dati radar ufficiali. Ma cosa rende questa tecnologia così rivoluzionaria? E quali sono le implicazioni per l’archeologia moderna?

Perché il SAR può individuare strutture artificiali?
Il SAR Doppler Tomography è una tecnologia radar all’avanguardia che usa i satelliti COSMO-SkyMed per esplorare cosa c’è sotto le piramidi senza toccarle. Il team di Malanga e Biondi ha mandato segnali radar da due satelliti, a 676 km dalla Terra, per captare le vibrazioni del terreno causate da movimenti naturali, come piccoli terremoti o vento. Queste vibrazioni attraversano la piramide e tornano indietro, permettendo di creare immagini 3D di cosa si nasconde sotto.
“I dati dei due satelliti combaciano perfettamente, senza errori,” ha dichiarato Malanga il 22 marzo 2025, come riportato da The Business Standard. Questo sistema a doppia vista aiuta a distinguere i segnali veri da quelli falsi, rendendo i risultati più affidabili.
Nel 2022, questa tecnica ha svelato stanze nascoste nella Piramide di Cheope, come corridoi e una grande cavità chiamata ‘Big Void’, ed è stata riconosciuta dagli scienziati con una pubblicazione su Remote Sensing (vol. 14, n. 20, 5231). A differenza del radar normale, che vede solo pochi metri dentro la roccia, questo metodo usa le vibrazioni per andare molto più in profondità.
Poi, lo stesso team ha puntato i satelliti sulla Piramide di Chefren con il Khafre Research Project. Il 15 marzo 2025, durante l’evento ‘Giza, le Piramidi e la Porta del Tempo‘, hanno mostrato i primi risultati: possibili strutture cilindriche profonde 648 metri e stanze cubiche di 80 metri per lato.
È importante sapere che questa ricerca su Chefren usa lo stesso sistema già testato su Cheope. Molti lettori online pensano che siano due progetti diversi o che quello su Chefren non sia serio, ma è solo un’estensione di ciò che ha funzionato prima.
La ricerca dice che sotto Chefren potrebbero esserci queste grandi strutture, e il team sta preparando un documento ufficiale per dimostrarlo. Per ora, però, i dati su Chefren non sono ancora completi come quelli su Cheope. Snopes (2025) ha fatto notare che mancano prove definitive dopo la conferenza, quindi serve pazienza per vedere se tutto sarà confermato.

Dibattito scientifico: SAR vs Egittologia
L’approccio innovativo del SAR Doppler Tomography, già consolidato per Cheope, ha aperto nuove possibilità per l’archeologia non invasiva. Tuttavia, le interpretazioni di Malanga sulla possibile funzione energetica delle strutture sotto Chefren restano controverse e prive di conferme ufficiali.
L’egittologo Zahi Hawass, ex Ministro delle Antichità egiziano e autorevole voce su Giza, ha respinto con forza le recenti affermazioni sul complesso sotterraneo di Chefren. In una dichiarazione riportata dal Jerusalem Post, Hawass ha definito le notizie di strutture profonde, come cilindri o camere cubiche, “senza basi scientifiche” e “fake news”.
Ha sottolineato che “il Supremo Consiglio delle Antichità non ha autorizzato missioni radar all’interno o attorno alla Piramide di Chefren” e che “nessun dispositivo radar o tecnologia moderna è stato usato per rilevare presunte strutture sotto la piramide”.
Hawass, che privilegia i rilevatori di muoni cosmici, impiegati con successo nel progetto ScanPyramids per identificare cavità nella Piramide di Cheope, ha messo in dubbio l’efficacia del SAR per la penetrazione profonda in formazioni solide come il calcare di Giza, sostenendo che “i dettagli annunciati non possono essere rilevati con tali metodi”. “Queste affermazioni sono un tentativo di screditare la civiltà egizia antica e finiranno nel cestino della storia,” ha aggiunto.
Il contrasto si acuisce con le critiche di altri esperti. Il dottor Hussein Abdel-Basir, direttore del Museo delle Antichità della Bibliotheca Alexandrina, ha definito le rivendicazioni di Malanga e Biondi “esagerazioni e inganni”, sottolineando che “qualsiasi scoperta archeologica reale deve essere prima pubblicata su una rivista scientifica affidabile dopo revisione da parte di esperti indipendenti” (Asharq Al-Awsat, 2025).
Abdel-Basir ha precisato che tecniche geofisiche, come il radar a penetrazione di terra o l’analisi sismica, raggiungono al massimo decine di metri, non le profondità dichiarate di 648 metri o oltre.
Questa divergenza è evidente confrontando i limiti tecnici reali con le affermazioni riportate:
Tecnologia | Profondità reale | Profondità dichiarata | Limiti reali |
---|---|---|---|
SAR Classico | 1-5 m | Non applicabile | Inefficace oltre pochi metri in calcare |
SAR Doppler Tomography | Centinaia di metri (teorica, per vibrazioni) | 648 m | Dipende da validazione sismica, non ancora confermata |
Muografia | Centinaia di metri (vuoti) | Non specificata | Solo per cavità grandi, tempi lunghi |
GPR | 15-50 m | Non specificata | Limitato da umidità e densità |
Fonti: SAR Classico – Standard tecnici; SAR Doppler – Remote Sensing (2022); Muografia – Nature (2023); GPR – Jol (2008).
Allo stesso modo, il professor Lawrence Conyers, esperto di radar applicato all’archeologia presso l’Università di Denver, ha espresso scetticismo: “Non è possibile che questa tecnologia penetri così in profondità nel terreno,” ha dichiarato al Daily Mail, definendo l’idea di una vasta città sotterranea “una enorme esagerazione”.
Pur ammettendo che piccole strutture, come pozzi o camere, potrebbero esistere sotto le piramidi, come accadeva presso i Maya, che costruivano su ingressi di caverne cerimoniali, Conyers ha sottolineato che solo scavi mirati potrebbero confermare tali ipotesi.
L’annuncio del 2025 sul presunto sistema sotterraneo di Chefren, presentato come una “città nascosta” da Malanga e Biondi, ha suscitato interesse mediatico ma resta privo di un articolo scientifico sottoposto a peer review. La posizione di Hawass e della comunità accademica evidenzia una tensione tra l’entusiasmo per tecnologie innovative e la necessità di prove verificabili, rafforzando l’appello alla cautela finché dati concreti non emergano.
Il caso del tunnel di Cheope
L’attuale ricerca su Chefren si collega a un importante precedente: nel 2022, lo stesso team aveva identificato un tunnel nella Piramide di Cheope utilizzando la tecnologia SAR. Questa scoperta, inizialmente annunciata tramite video YouTube, trovò poi conferma ufficiale nel 2023 grazie al progetto ScanPyramids (Nature, 2023), che rilevò il corridoio di 9 metri con i muoni cosmici.
Sebbene la metodologia SAR si sia rivelata efficace in questo caso, la mancata attribuzione del contributo da parte di Hawass ha generato dibattito. Questo episodio dimostra come:
- Le tecnologie non invasive possano anticipare scoperte
- Le verifiche tradizionali rimangano essenziali
- Il confronto scientifico sia parte del processo
Per i dettagli completi sul caso di Cheope, consulta il nostro articolo dedicato.
Conclusioni: mistero o scienza?
Il SAR Doppler Tomography segna un passo avanti nell’archeologia non invasiva. I dati COSMO-SkyMed di Malanga e Biondi indicano strutture sotto Chefren, pozzi verticali e piattaforme calcaree, che sfidano le teorie tradizionali, ma le ipotesi di una “città nascosta” o funzioni energetiche mancano di supporto scientifico ufficiale. Le scoperte suggeriscono un sistema idrico sotterraneo e un complesso che il team collega alle leggendarie “Sale di Amenti,” mitiche camere di sapere perduto.
La comunità accademica, guidata da figure come Hawass, insiste su verifiche rigorose, muografia o scavi mirati, e pubblicazioni peer-reviewed. Senza questi, il 2025 resta un anno di promesse, non di certezze. Auguriamo a Malanga e Biondi un buon lavoro per consolidare le loro scoperte con evidenze solide. Il progresso risiede nel metodo: il SAR apre orizzonti, ma solo l’evidenza trasforma congetture in fatti.
A cura di Singolaris
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Riferimenti:
- Studio SAR su Giza – Remote Sensing (2022)
- Manuale COSMO-SkyMed – Specifiche tecniche SAR (ASI, 2022)
- Jerusalem Post – Dichiarazione di Zahi Hawass (2025)
- The Business Standard – Dettagli tecnici SAR e annunci (2025)
- Jol, H.M. (2008). Ground Penetrating Radar: Theory and Applications. Elsevier.
- ScanPyramids: corridoio di Cheope – Nature (2023)
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