Indice
Alla fine, potrebbe non avere molta importanza se Gesù di Nazareth fosse bianco o nero. Tuttavia, in un contesto storico, forse è il momento di chiedersi: chi era veramente Gesù Cristo? Di che colore era la sua pelle? Perché Gesù viene raffigurato con capelli lunghi, barba e pelle chiara? Questa rappresentazione è sempre stata la stessa o è mutata nel corso del tempo?
La risposta potrebbe sorprendervi.
La maggior parte degli storici e studiosi della Bibbia concordano sul fatto che Gesù di Nazareth nacque nell’attuale capitale del Distretto settentrionale di Israele. Nel Nuovo Testamento, questa città è descritta come il luogo dell’infanzia di Gesù, diventando così un centro di pellegrinaggio cristiano con numerosi santuari che commemorano eventi biblici.
La rappresentazione di Gesù di Nazareth
Non esiste un consenso accademico sull’aspetto fisico di Gesù; nel corso dei secoli, è stato rappresentato in molteplici modi. Questo dato storico potrebbe offrire una riflessione sulla possibile fisionomia di Gesù. È plausibile che avesse un aspetto tipicamente mediorientale?
Nonostante l’evidente contesto mediorientale, il dibattito rimane acceso tra alcuni studiosi che sostengono che Gesù fosse un uomo bianco. Nei testi biblici troviamo poche descrizioni dettagliate del suo aspetto fisico; quelle esistenti si concentrano maggiormente sulla sua divinità e potenza, piuttosto che sulla sua figura terrena.
Come possiamo allora conoscere l’aspetto di Gesù
La maggior parte degli esperti concorda che per avere un’idea più precisa dell’aspetto di Gesù si debba fare riferimento all’area geografica in cui è nato. Si ritiene che gli antichi ebrei avessero caratteristiche fisiche simili ai loro vicini mediorientali, caratterizzate da pelle e capelli scuri. Curiosamente, le prime raffigurazioni di Cristo sottolineavano proprio le sue origini semitiche. Tuttavia, nel tempo, questa immagine è stata radicalmente modificata.
La scienza interviene
Richard Neave, scienziato dell’Università di Manchester, ha cercato di ricostruire il volto di Gesù di Nazareth attraverso tecniche di antropologia forense, una branca dell’antropologia fisica. Neave non è nuovo a questo tipo di ricerca: aveva già ricostruito i volti di figure storiche come Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, e il re Mida. Utilizzando tre teschi ben conservati del I secolo ritrovati in Israele, Neave ha applicato la tomografia computerizzata per estrarre anche i dettagli più sottili.
Questa ricostruzione, presentata nel 2001 da un team di ricercatori britannici, è considerata la più vicina alla realtà secondo l’antropologia forense. Siamo abituati a vedere Gesù raffigurato con capelli castani, pelle chiara, occhi chiari e barba, ma la scienza mette ora in discussione questo aspetto idealizzato. Secondo recenti studi, Gesù potrebbe aver avuto la pelle scura, un naso più pronunciato e una corporatura più robusta.
Come riportato da Popular Mechanics, questa ricostruzione è ritenuta la più accurata finora. Alison Galloway, professore di antropologia all’Università della California, ha dichiarato: “È probabilmente più vicino alla realtà rispetto a quanto non lo sia l’opera di molti grandi maestri della pittura“.
Perché allora continuiamo a rappresentare Gesù come un uomo bianco?
Quando l’imperatore Costantino si convertì al cristianesimo e la religione si diffuse nell’Impero romano, l’immagine di Gesù iniziò a cambiare. Gli artisti romani cominciarono a raffigurarlo con pelle chiara, barba e lunghi capelli castani, per avvicinare la sua figura al popolo dell’Impero e dell’Europa. Questa rappresentazione si è poi diffusa in tutto il mondo, fino a prevalere su quella delle sue reali origini mediorientali.
A cura di Ufoalieni.it
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook
© Riproduzione riservata
Riferimenti:
- Wikipedia – Richard Neave – Questo articolo offre una panoramica sulla carriera di Richard Neave, con particolare attenzione ai suoi lavori di ricostruzione facciale forense e archeologica. Viene evidenziato il suo approccio innovativo nell’applicazione di tecniche forensi per ricostruire volti storici, tra cui quello di Gesù di Nazareth, contribuendo a una comprensione più accurata delle caratteristiche fisiche delle persone del passato.
- The Independent – parla della ricostruzione forense di Richard Neave, che ha utilizzato teschi di uomini semiti dell’antica Galilea per proporre un’immagine di Gesù più aderente alla realtà storica, sfidando le tradizionali rappresentazioni occidentali che lo ritraggono come un uomo bianco.
BBC News: Questo articolo esplora il lavoro di Richard Neave nella ricostruzione facciale di Gesù di Nazareth, utilizzando tecniche forensi su teschi di uomini ebrei dell’antichità. La ricerca sfida le rappresentazioni tradizionali di Gesù, suggerendo un aspetto più coerente con le caratteristiche tipiche degli uomini del Medio Oriente dell’epoca.
forse. di Gesu’ non conosciamo che poco, solo quelle storielle che ci hanno tramandato, e che andavano bene con la limitata mentalita’ dell’epoca. Nel Corano, dato dall’Arcangelo Gabriele al Profeta, e’ scritto che almeno altri 5-6 furono i “mandati” in quel tempo, e la cosa che da fedele in Gesu’ non posso piu’ ammettere, e’ che per oltre duemila anni lui stesso ci abbia nascosto di esser medium di Emanuele di Beemme, nato da vergine e che era illuminto e perfetto sin
dalla nascita, e che Gesu, medesimo abbia continuato codesta messinscena da teatro dei burattini per oltre duemila anni, quando e’ stato scritto : sura IV vers 157. Cercavate complotti della”zia” questo e’ immenso, e sotto gli occhi di tutti. E proprio lui non ha il coraggio di venircelo a dire in faccia