Indice
Il misterioso rapimento di Romolo, fondatore dell’antica Roma che scomparve in un giorno in cui il cielo era coperto di fitte tenebre, tuoni, fumo e fulmini.
Secondo le antiche leggende, il potente fondatore di Roma fu rapito ‘preso’ dagli Dei, e scomparve senza lasciare traccia.
Preso dalle divinità … fumo, fulmini, tuoni, tenebre…! Non ti suona un po’ familiare?
Che cosa significa questa descrizione? Non suona simile alla descrizione degli addotti moderni? Che sono stati presi da soggetti ultraterreni? E se gli dei citati nella Roma antica non sono altro che carne e sangue di extraterrestri? E se il tuono, e la grande illuminazione non sono che il risultato di una nave spaziale che tocca verso il basso?
Romolo fondatore di Roma
Nel 753 aC i gemelli Romolo e Remo, figli del dio della guerra Marte, fondarono la potente città di Roma. Dopo aver ucciso suo fratello Remo, Romolo diventò il primo governatore della città e regnò per 39 anni. Romolo e Remo e la loro incredibile storia è sia storica che leggendaria.
Tuttavia, il fondatore di Roma scomparve misteriosamente dalle pagine della storia del 7 luglio 714 aC, quando era nel tempio di Vulcano che dava istruzioni ai suoi senatori.
Romolo scomparve senza lasciare traccia. Nella sua monumentale opera chiamata Ab Urbe Condita, Livio (Titus Livius (Livio), La storia di Roma), menziona l’incredibile storia che suona, senza dubbio, come una descrizione moderna dei rapimenti alieni.
Il misterioso rapimento di Romolo
Dopo innumerevoli successi immortali, Romolo era con il suo esercito e i suoi senatori al ‘Caprae Palus‘ nel Campo Marzio; all’improvviso, un violento tuono si alzò e avvolse il re in una densa nube piena di fulmini.
Da allora Romolo non fu più visto sulla terra. Quando la paura tra la gioventù romana si placò al ritorno di una brillante luce solare, dopo un tale tempo temuto, si accorsero che la sede reale dove si trovava Romolo era vacante.
Mentre credevano pienamente alle affermazione dei senatori che erano rimasti in piedi vicino a lui, dicendo che era stato portato via in cielo da una tromba d’aria, gli uomini improvvisamente rimasero afflitti dalla paura e dal dolore rimanendo senza parole su quanto era successo
Dopo che alcuni presero l’iniziativa, tutti i presenti salutano Romolo come ‘«un dio, figlio di un dio», il re e padre della città di Roma.’
Ma ci sono molti altri racconti che descrivono la misteriosa scomparsa del ‘Padre di Roma‘. Alcuni scritti collocano la scomparsa di Romolo il 26 maggio, il giorno in cui ebbe luogo un eclissi solare.
Stranamente, in molti casi di sparizioni inspiegabili ci sono rapporti che suggeriscono la scomparsa accompagnata da fenomeni meteorologici o astronomici estremi. Questo è il racconto degli eventi di Plutarco, che descrive il misterioso rapimento di Romolo nel modo seguente: (Plutarco, Vita di Romolo XXVI)
“In quella circostanza, l’aria improvvisamente divenne più densa, e miracolosamente la luce del sole si affievolì, e tutti furono inghiottiti da un buio sorprendente, accompagnato da tuoni e una terrificante tempesta. Poi la folla dispersa nel panico, cominciò a scappare, ma la nobiltà e i senatori si unirono formando un gruppo separato.
Quando la tempesta finì e la luce riprese a splendere, il popolo tornò al proprio posto e presi dalla paura, chiedevano dov’era il loro re, ma di Romolo non c’era alcuna traccia”. ( Fonte )
La misteriosa ricomparsa di Romolo
Anche se la scomparsa del Grande Romolo è una storia piena di misteri enigmatici, il padre di Roma riapparve uno giorno al compagno Giulio Proculo.
Secondo Proculo, un senatore romano distinto, grande amico di Romolo, riferì all’assemblea dei romani di avere avuto una visione dell’amico (dopo la sua misteriosa scomparsa), che sembrava più nobile che mai; vestito di armatura scintillante, così brillante che faceva male agli occhi solo a guardare.
Egli ha inoltre dichiarato che nel suo stupore alla vista, gli ha detto: “Per quale nostro comportamento, o re, o con quale motivazione ci hai lasciato a lavorare sotto le calunnie più pesanti, da far affondare tutta la città sotto il dolore indicibile?”.
A questo Romolo rispose: “piace agli dei mio buon Proculo, che dovranno abitare con gli uomini per un certo tempo, e dopo aver fondato una città, che sarà la più potente e gloriosa al mondo, torneremo in cielo da dove veniamo”.
Addio dunque, riferisci ai romani che con l’esercizio della temperanza, essi raggiungere il più alto passo della grandezza umana, e io, il dio Quirino, sarò sempre propizio a loro “.
Dopo la dichiarazione di Giulio Proculo, nessun romano aveva dubbi sul fatto che Romolo era in realtà il dio Quirino, mettendo fine a tutti i dubbi riguardanti l’omicidio del padre di Roma.
A cura di Ufoalieni.it