Progetto Blue Beam: inganno globale o sogno olografico?
Ven. Giu 6th, 2025

Tra le ipotesi più discusse e controverse spicca il cosiddetto Progetto Blue Beam, una teoria che ha guadagnato una diffusione capillare online, in particolare negli Stati Uniti, dove è stata accolta da una parte del pubblico affascinata dai misteri, dalla tecnologia e da visioni del mondo fuori dagli schemi convenzionali.

Le sue origini vengono spesso ricondotte all’ambiente culturale del Quebec, nella parte francofona del Canada, dove avrebbe iniziato a prendere forma.

Oggi, questa narrazione è diventata uno dei pilastri delle più note visioni speculative contemporanee, dimostrando quanto queste costruzioni mentali possano influenzare profondamente la percezione collettiva, interferendo con dinamiche religiose, sociali e persino tecnologiche su scala globale.

Cos’è il Progetto Blue Beam?

Infografica passaggi principali del Progetto Blue Beam
Infografica che illustra i passaggi principali del progetto, come descritti dai suoi sostenitori, per l’instaurazione di una nuova religione universale.

Secondo i promotori di questa visione alternativa, il Progetto Blue Beam rappresenterebbe un piano segreto elaborato per facilitare l’instaurazione di un cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (NWO), una struttura di potere globale capace di unificare l’umanità sotto un’unica religione e un unico sistema di controllo.

Tra i nomi che vengono spesso citati per aver dato eco a questo tipo di speculazioni c’è Morris K. Jessup, ufologo di rilievo negli anni ’50. Jessup era noto per il suo interesse per i fenomeni anomali e le teorie non convenzionali, in particolare quelle legate a presunti esperimenti governativi segreti.

La sua convinzione che fosse possibile manipolare la realtà o che ci fossero tecnologie occulte in grado di farlo, pur non avendo un legame diretto con Monast, creò un fertile terreno culturale in cui idee di grande ingegneria dell’illusione potevano radicarsi, contribuendo indirettamente ad accrescere la legittimità percepita di ipotesi simili.

All’interno di questa narrazione più ampia, il piano stesso prevede una sequenza ben orchestrata di eventi, progettata per minare progressivamente le religioni tradizionali.

Alcuni ritengono che le radici di questa operazione risalgano addirittura a presunti test militari condotti dagli Stati Uniti negli anni ’40, come gli esperimenti di Filadelfia, finalizzati, secondo quanto affermato, a rendere invisibili alcune navi grazie a tecnologie avanzate.

Tuttavia, le prove concrete di tali test sono pressoché inesistenti, e la loro associazione a questa teoria è fortemente criticata da storici e scienziati, che ne evidenziano l’infondatezza e l’assenza di riscontri verificabili.

Ologrammi e controllo mentale

Uno degli aspetti centrali del racconto è l’idea che agenzie come la NASA e le Nazioni Unite abbiano sviluppato tecnologie avanzate per proiettare immagini a scala planetaria nel cielo, sfruttando reti satellitari e sistemi ottici integrati.

Si fa spesso riferimento a droni equipaggiati con luci LED, simili a quelli utilizzati negli spettacoli di luci digitali a Dubai, come strumenti potenzialmente capaci di creare illusioni ottiche su larga scala.

L’intento, secondo questa visione, sarebbe quello di simulare eventi religiosi straordinari, come una presunta seconda venuta di Cristo, per influenzare la psiche collettiva e orientare le credenze spirituali verso una religione artificiale imposta dall’alto.

Anche in Italia, l’ipotesi Blue Beam continua ad attirare l’interesse di molti appassionati di ufologia e cultura del mistero, che vedono in essa una chiave di lettura differente per interpretare fenomeni non spiegati dalla scienza ufficiale.

Tuttavia, numerosi documenti tecnici e analisi scientifiche smentiscono queste possibilità: i sistemi di proiezione olografica esistono, ma funzionano solo in ambienti controllati e in condizioni atmosferiche ottimali, caratteristiche difficilmente replicabili su larga scala e in spazi aperti.

Questo limite, spesso taciuto dai sostenitori della teoria, rappresenta un ostacolo tecnologico cruciale all’attuazione di un simile piano.

Secondo i fautori dell’ipotesi, se il piano dovesse concretizzarsi, potrebbe condurre all’instaurazione di un’autorità centralizzata e globale, con una figura carismatica, talvolta identificata con l’Anticristo, al vertice del presunto sistema di governo planetario. Questa entità, secondo il racconto, eserciterebbe un controllo mentale e sociale totalizzante.

Fata Morgana e città nel cielo

Uno degli esempi citati con maggiore insistenza dai sostenitori è il famoso video di una “città fluttuante” apparsa nei cieli della Cina. Secondo chi promuove l’autenticità del filmato, si tratterebbe della prova che immagini tridimensionali possono essere proiettate nell’atmosfera su scala reale.

Tuttavia, analisi indipendenti e dichiarazioni ufficiali dei media locali hanno spiegato che si trattava semplicemente di un fenomeno ottico noto come Fata Morgana, una forma di miraggio provocata dalla rifrazione della luce in determinate condizioni climatiche.

Altri studiosi hanno ipotizzato che si trattasse addirittura di una manipolazione video, dimostrando come la viralità della disinformazione online possa generare confusione e alimentare narrazioni fuorvianti.

In un’ottica più contemporanea, nel 2023-2024, alcuni hanno tentato di collegare le visioni futuribili del mega-progetto saudita NEOM, in particolare la città “The Line”, con il Blue Beam.

Le promesse di una metropoli interamente artificiale e altamente tecnologica, descritta come un modello di vita ultracontrollata, hanno alimentato l’idea che potesse trattarsi di un banco di prova per il controllo sociale su larga scala o per la simulazione di ambienti artificiali.

Anche in questo caso, tuttavia, non esistono prove concrete che colleghino gli ambiziosi piani di NEOM con gli obiettivi del Blue Beam; si tratta piuttosto di un esempio di come nuove tecnologie e progetti urbanistici avanguardistici vengano interpretati e integrati nelle narrazioni complottistiche esistenti. (Per approfondimenti su “The Line”, vedi la sezione Riferimenti).

Città galleggiante Cina Blue Beam
Esempio di “città galleggiante” in Cina, attribuita a un miraggio ottico.

Come molte teorie speculative contemporanee, questa ha trovato terreno fertile sul web, associata a presunti aumenti di attività sismica o a avvistamenti di oggetti volanti non identificati.

Nel 2023, la pubblicazione da parte del Pentagono di video ufficiali relativi a fenomeni aerei anomali (UAP) ha ulteriormente alimentato i sospetti tra chi segue con interesse queste tematiche. Tuttavia, non esiste alcuna prova concreta che colleghi direttamente questi eventi a questo piano.

A differenza di molte leggende metropolitane senza volto, questa teoria presenta un’origine tracciabile e ha stimolato dibattiti anche in ambito accademico e mediatico, rivelando quanto possa essere forte l’impatto psicologico di alcune costruzioni ideologiche, soprattutto su individui predisposti a interpretare la realtà attraverso una lente alternativa.

Origini del Blue Beam: Serge Monast

L’ipotesi del cosiddetto Progetto Blue Beam ha preso forma in modo più definito negli anni ’90, grazie al lavoro del giornalista investigativo canadese Serge Monast. Attivo nel Quebec, Monast divenne rapidamente un nome di riferimento per chi si interessava a narrazioni non convenzionali riguardo al potere globale e ai processi di controllo sociale.

La sua morte improvvisa nel 1996, in circostanze che non furono mai del tutto chiarite, alimentò una serie di ipotesi speculative, contribuendo a costruire un’aura di mistero attorno alla sua figura.

Per molti suoi seguaci, fu proprio questo evento a conferire ulteriore forza alla percezione che Monast fosse “scomodo” per qualche potere occulto, anche se mancano prove concrete a sostegno di tali supposizioni.

Durante la sua attività, Monast fondò l’International Free Press Agency, una piattaforma attraverso la quale iniziò a diffondere le sue interpretazioni su temi delicati come la massoneria e la possibilità dell’instaurazione di un governo mondiale unificato.

Il suo pensiero si ispirava agli scritti di William Guy Carr, autore canadese noto per aver intrecciato geopolitica, religione e controllo delle masse in chiave fortemente critica nei confronti dell’élite internazionale.

Fonti, influenze e immaginari fantascientifici

Monast costruì il suo impianto teorico attingendo a un ampio ventaglio di fonti: dalle letture apocalittiche della società a suggestioni tratte dalla fantascienza.

Tra i riferimenti più curiosi spicca “The God Thing”, un episodio mai andato in onda della serie originale Star Trek, in cui un’entità artificiale si spaccia per una divinità per dominare l’umanità. L’idea di una tecnologia capace di simulare il divino fu una delle colonne portanti della narrazione di Monast.

A questo si aggiungeva il riferimento al progetto HAARP (High-frequency Active Auroral Research Program), un programma scientifico reale degli Stati Uniti dedicato allo studio della ionosfera.

Nonostante la sua natura accademica e militare trasparente, HAARP è stato spesso frainteso e trasformato in simbolo di presunti strumenti di manipolazione climatica o mentale. Per una visione corretta e verificata, è sempre utile consultare fonti ufficiali come il sito istituzionale del programma.

Il manifesto “Project Blue Beam (NASA)”

Nel 1994, Monast pubblicò il libro Project Blue Beam (NASA), un testo in cui esponeva l’idea di un piano articolato per instaurare una sorta di ordine planetario centralizzato, passando per la creazione di un’unica religione mondiale.

Il libro descriveva una serie di “fasi” che avrebbero condotto a tale risultato, come eventi soprannaturali simulati con tecnologia avanzata, destabilizzazione psicologica delle masse e distruzione programmata dei valori religiosi tradizionali.

Il testo suscitò reazioni contrastanti. Da un lato affascinò lettori inclini alla diffidenza verso le istituzioni; dall’altro, ricevette forti critiche da parte del mondo accademico e scientifico, che lo giudicò privo di riscontri documentali.

A prescindere dalla sua validità, questa teoria riuscì a influenzare profondamente l’immaginario collettivo di un’epoca segnata dalla fine della Guerra Fredda, dall’instabilità economica e dalla crescente percezione di opacità nelle dinamiche geopolitiche globali.

Paralleli culturali e influenza mediatica

Sebbene il termine Blue Beam sia stato coniato direttamente da Monast, diversi studiosi hanno evidenziato similitudini tra la sua visione e contenuti già presenti nella cultura popolare. Oltre a The God Thing, anche un episodio del 1991 di Star Trek: The Next Generation intitolato Devil’s Due propone tematiche analoghe, con esseri tecnologicamente avanzati che si spacciano per divinità per controllare interi pianeti.

Nonostante queste affinità con la fiction, l’opera di Monast non fu trattata come semplice narrativa speculativa. Al contrario, per molti rappresentò un’interpretazione alternativa del futuro prossimo, alimentando dibattiti, forum e comunità online in espansione. La cultura digitale dei primi anni 2000 contribuì a dare nuova vita alle sue idee, proiettandole ben oltre il contesto originario.

Motivazioni e ricezione critica

Rimane aperta la domanda sulle reali intenzioni di Monast. Credeva realmente in ciò che scriveva? Oppure stava costruendo un discorso provocatorio, destinato a stimolare riflessione e vendere libri? Le risposte variano.

Alcuni sociologi interpretano la sua opera come una forma di resistenza culturale alle incertezze del mondo post-Guerra Fredda, mentre altri la considerano un esercizio narrativo profondamente influenzato da paure collettive.

In ogni caso, il Progetto Blue Beam ha lasciato un’impronta duratura. Più che una semplice teoria marginale, ha contribuito a definire un sottogenere del pensiero non convenzionale contemporaneo, dove religione, tecnologia e geopolitica si intrecciano in una visione distopica della modernità.

Le 4 fasi del Blue Beam: inganno e controllo globale

 Infografica fasi controllo masse blue beam
Le quattro fasi principali del presunto controllo delle masse, finalizzate a unificare l’umanità sotto un nuovo ordine.

Secondo Serge Monast, il piano si articola in quattro fasi fondamentali, concepite per sovvertire le credenze religiose e sociali a livello globale.

Fase 1: Distruzione delle conoscenze archeologiche

La prima fase prevederebbe la messa in scena di terremoti artificiali in punti strategici del pianeta, con l’obiettivo di “scoprire” reperti archeologici falsificati. Queste scoperte riscrivrebbero la storia delle religioni, seminando dubbi su cristianesimo, islam e altre fedi monoteiste.

Questa parte della teoria è spesso contestata per la totale assenza di riscontri scientifici e per il disprezzo nei confronti del lavoro degli archeologi e storici.

Fase 2: Apparizioni divine tramite ologrammi

La seconda fase consisterebbe in una gigantesca simulazione globale: nel cielo apparirebbero figure divine proiettate grazie a tecnologie olografiche avanzate, personalizzate secondo le credenze delle diverse aree del mondo.

L’ipotesi di proiezioni celesti in 3D ha affascinato molti teorici, ma gli scienziati sottolineano che ologrammi visibili su scala planetaria sono attualmente impossibili da realizzare, nonostante i progressi nella realtà aumentata e nella tecnologia laser.

Fase 3: Controllo mentale elettromagnetico

Il terzo passaggio prevederebbe l’uso di onde elettromagnetiche per influenzare direttamente i pensieri delle persone, spingendole verso un’unica ideologia controllata da una figura di potere globale.

Alcuni collegano questa parte della teoria a tecnologie reali come la stimolazione magnetica transcranica (TMS), effettivamente usata in campo medico. Tuttavia, non esiste alcuna evidenza che tali tecnologie siano in grado di manipolare il libero arbitrio o creare consenso forzato su larga scala.

Fase 4: Disastri artificiali e invasione aliena

L’ultima fase comprenderebbe una serie di disastri provocati artificialmente, catastrofi naturali, epidemie, crisi ambientali, per alimentare il caos e preparare l’opinione pubblica ad accettare un’autorità globale come “salvatrice”.

Infine, una simulazione di un’invasione aliena o il ritorno di figure messianiche rinforzerebbero il controllo, giustificando l’instaurazione di un governo unico mondiale.

Sebbene molte di queste paure trovino eco in opere di fantascienza o in timori collettivi profondamente radicati, non vi è alcuna prova concreta dell’esistenza di un simile piano.

Blue Beam: prove scientifiche e debunking

Molti credenti nella teoria sostengono che alcune fasi siano già in corso, ma la comunità scientifica e le istituzioni negano con fermezza qualsiasi fondamento.

In particolare, il Dipartimento della Difesa statunitense ha ribadito più volte che HAARP è un progetto di ricerca ionosferica aperto e privo di finalità militari occulte, respingendo ogni collegamento con presunti programmi di controllo mentale o climatico.

Gli studiosi invitano a mantenere un approccio critico. Sebbene il termine “complotto” venga spesso usato per screditare ogni ipotesi alternativa, è fondamentale distinguere tra immaginazione e realtà verificabile. Alcuni spunti narrativi possono riflettere tensioni culturali o disagi sociali reali, ma ciò non implica che i fatti sottostanti siano autentici.

Conclusione

Il Progetto Blue Beam resta una delle teorie più iconiche dell’universo cospirazionista, un mix potente di tecnologia, religione e fantascienza. Tuttavia, non esistono evidenze concrete che ne confermino l’esistenza. Prima di accettare narrazioni così estreme, è fondamentale:

  • Verificare le fonti: prediligere documenti ufficiali o studi peer-reviewed.
  • Conoscere i limiti della tecnologia: gli ologrammi non possono sostituire la realtà.
  • Evitare soluzioni semplicistiche per spiegare dinamiche globali complesse.

Spesso, la verità è meno spettacolare di quanto suggeriscano queste idee. Ma proprio per questo, merita di essere cercata con rigore e spirito critico.

Blue Beam: domande frequenti

1. Cos’è il Progetto Blue Beam?

Una narrazione su un piano globale per imporre un NWO con ologrammi e controllo mentale.

2. È legata agli UFO segnalati dal Pentagono?

Non ci sono prove che li colleghino direttamente, ma i teorici часто li accostano.

3. Quali sono le fasi principali?

Distruzione archeologica, ologrammi divini, controllo mentale, invasione aliena simulata.

4. HAARP è coinvolto?

No, HAARP è ricerca scientifica, non un’arma di controllo.

5. Esistono prove concrete?

No, è una teoria complottista senza basi scientifiche o istituzionali.

A cura di Singolaris

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Di Singolaris

Da oltre dieci anni mi dedico alla ricerca e alla divulgazione su tecnologie emergenti, intelligenza artificiale, ufologia e scienza. Con Singolaris voglio offrire un punto di riferimento per chi desidera approfondire questi temi con un approccio serio e documentato.

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