C’è un fatto che alcuni continuano ancora a negare, ma che ai più appare come un dato assodato. I siti archeologici dell’antichità presentano tutti, in un modo o nell’altro, un allineamento cosmico. Le costruzioni delle popolazioni del passato tenevano sempre conto, in modo matematicamente molto preciso, della posizione di stelle e pianeti.
Chi nega questo fatto, lo fa perché non può ammettere che civiltà tanto antiche avessero conoscenze così sofisticate, tali che spesso sfuggono alla comprensione dell’uomo moderno.
Non serve immaginare un mondo privo dell’illuminazione contemporanea per capire quanto il cielo notturno fosse presente nella vita di chi è vissuto centinaia e migliaia di anni fa. Le stelle erano numerose e significative, molto più di fuochi fatui accesi nella notte. Lo dimostra una delle più popolari teorie in tal senso, quella della corrispondenza tra le tre stelle della Cintura di Orione e le tre Piramidi della piana di Giza in Egitto.
La cintura di Orione
Non casualmente, si pensa, ci sono soprattutto due elementi astronomici, una stella e una costellazione, che sembrano aver rivestito un ruolo di primaria importanza tra le civiltà antiche. La prima è la stella Sirio, a cui si legano, ad esempio, le credenze del popolo dei Dogon. Sirio è la stella più luminosa. C’è poi Orione, una costellazione così chiamata a seguito di un mito greco.
La costellazione di Orione si compone di molte stelle, circa 130 visibili ad occhio nudo, ed è facilmente identificabile. Anche se le stelle più luminose sono altre, le tre più famose sono chiamate Mintaka, Alnilam e Alnitak e compongono la cosiddetta “cintura di Orione”. Le tre stelle della cintura sono orientate verso sud-est in direzione di Sirio.
Nell’antico Egitto, Sirio e Orione erano considerati il luogo di provenienza delle due divinità principali del pantheon religioso, ovvero Iside e Osiride. Iside e Osiride avevano dato origine all’umanità sulla Terra scendendo dalle stelle, a cui sarebbero poi tornati e da dove, un giorno, sarebbero ritornati. La cintura di Orione si credeva anche sede di una sorta di oltremondo, a cui anche gli uomini un giorno sarebbero ascesi. In particolar modo, quella era la destinazione del Faraone dopo la morte.
Le Piramidi di Giza
La necropoli di Giza è il sito archeologico dell’Antico Egitto più noto e affascinante, ma anche quello che continua a celare il maggior numero di misteri. Si compone di un complesso formato da molte piramidi, ma dove sono tre le principali, quelle costruite dai faraoni Chefren, Micerino (nome ellenizzato del faraone Menkaure) e Cheope. Inoltre, a vigilare il tutto vi è l’imponente ed enigmatica Sfinge.
L’egittologia dice che queste piramidi furono costruire all’incirca 2500 anni prima di Cristo, anche se c’è chi invece propone datazioni anteriori. Molto spesso, per dare una datazione più antica ci si rifà ad una teoria che è stata messa a punto solo in tempi recenti, ma che con il tempo ha acquisito sempre maggior corpo. Ancora oggi, però, vi è chi la osteggia e la definisce “pseudoscienza”.
Nel 1983 il ricercatore britannico Robert Bauval notò, riportando le sue osservazioni in seguito nell’opera “Discussions in Egyptology”, che le tre grandi piramidi di Giza erano perfettamente allineate con le tre stelle della Cintura di Orione. Da una prima osservazione superficiale seguirono degli approfondimenti che scaturirono nella stesura di un libro pubblicato nel 1994: “The Orion Mystery: Unlocking the Secrets of the Pyramids”.
Che cos’erano le Piramidi
Rimane, da sempre, un grande interrogativo. Anche se ufficialmente l’egittologia scheda le piramidi, non solo le tre di Giza ma tutte quelle dell’Antico Egitto, come tombe dei faraoni, la verità è che questa spiegazione non sembra convincente. Le stanze funebri sono sempre spoglie, decisamente in contrasto con la grande accuratezza dell’arte egizia. Senza contare che non è stata trovata alcuna mummia dentro le Piramidi.
La scoperta di Bauval, che fu in seguito ripresa e approfondita da altri studiosi quali Adrian Gilbert e Graham Hancock, era stupefacente non solo perché dimostrava una perizia costruttiva che trascende persino la già stupefacente architettura delle Piramidi. Affinché l’allineamento delle tre Piramidi con la cintura di Orione risultasse coerente, bisognava pensare anche al momento esatto in cui le stelle erano allineate in modo perfetto. Sappiamo infatti che le stelle si “spostano” nel cielo notturno, a causa della precessione degli equinozi.
Cercando quindi il momento in cui il cielo notturno potesse corrispondere alla piana di Giza, ipotizzando che il fiume Nilo fosse la Via Lattea e la Sfinge la costellazione del Leone, il risultato era abbastanza stupefacente. Il cielo aveva quella configurazione circa 10.500 anni prima di Cristo. Da ciò si deduce che le Piramidi sono state costruire ben prima di quanto non si creda comunemente. Quella data segnava anche l’inizio dell’Era Astronomica del Leone.
Stelle e uomini
Qualunque cosa si pensi delle teorie di Bauval, ormai sono troppe le prove del fatto che gran parte, se non tutti, i siti antichi erano orientati, in un modo o nell’altro, nel cielo notturno. Questo non si può ascrivere al mero caso, né ad una superstiziosa venerazione delle stelle in quanto tali. Anche il fatto che le Piramidi, e la Sfinge, possano essere più antiche di quel che si dice diventa un’ipotesi sempre più concreta.
A cosa servivano davvero quelle imponenti costruzioni? Come mai i passaggi che si trovano all’interno della piramide di Cheope, l’unica che abbia passaggi ascendenti e discendenti, spesso puntano direttamente verso alcune stelle? C’è chi ha pensato a questi edifici come a degli “stargate”, dei veicoli che consentivano all’anima del faraone di ascendere direttamente alle stelle. Alla sua anima, o forse anche al suo corpo?
Tra le molte recenti scoperte che sono state fatte sulle piramidi, è che presentano particolari risonanze magnetiche, e anche anomalie a livello termico che potrebbero celare spazi vuoti non ancora scoperti. Dopo tanti secoli, le Piramidi continuano a costituire un enigma a cui chiave di volta forse è la Sfinge che le veglia. Napoleone Bonaparte disse
Dall’alto di queste piramidi, quaranta secoli ci osservano
Forse quei secoli sono più di quaranta, ma di certo dall’alto di quelle Piramidi il punto di osservazione è molto diverso da quello che abbiamo quaggiù.
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