Mar. Nov 11th, 2025

Nel 2025 la comunità scientifica ha annunciato la scoperta di un nuovo visitatore cosmico: 3I/ATLAS, il terzo oggetto interstellare mai osservato dall’uomo dopo ʻOumuamua (2017) e 2I/Borisov (2019). La conferma ufficiale è arrivata dal Minor Planet Center il 2 luglio 2025, con la designazione formale 3I (“Interstellar Object”) che lo colloca nella storia dell’astronomia come la terza prova concreta di corpi provenienti da altri sistemi stellari.

Scatto Hubble di 3I/ATLAS evidenziato nel campo stellare, luglio 2025
Un recente scatto del telescopio spaziale Hubble, rilanciato da Space.com, mostra 3I/ATLAS evidenziato nel campo stellare. L’immagine conferma la traiettoria interstellare del corpo.

Non è un semplice asteroide o una cometa tradizionale. La sua traiettoria iperbolica, la velocità estrema, oltre 60 km al secondo,  e l’orbita che non appartiene al Sole lo rendono inequivocabilmente un oggetto interstellare.

Scoperto dal telescopio ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) alle Hawaii, 3I/ATLAS ha riacceso il dibattito scientifico e mediatico sulle origini della materia che popola la nostra galassia e sulla possibilità che corpi simili trasportino informazioni, molecole organiche o persino tracce di vita. (NASA, 2025).

Dopo ʻOumuamua e Borisov: il fenomeno non è più un’eccezione

ʻOumuamua, scoperto nel 2017, fu una sorpresa assoluta. La sua forma allungata e l’accelerazione anomala alimentarono ipotesi azzardate, fino a suggerire possibili origini artificiali. Due anni dopo arrivò 2I/Borisov, una cometa “classica” con coda e nucleo ghiacciato, che mostrò come il nostro Sistema Solare non sia un’isola isolata, ma attraversato da viaggiatori provenienti da altrove.

Con 3I/ATLAS non si tratta più di eccezioni isolate, ma di un fenomeno che appare sempre più frequente. Alcuni studi recenti stimano che potrebbero esserci quasi sempre oggetti interstellari nel nostro Sistema Solare, invisibili ai telescopi ma costantemente in transito. In questo senso, ogni nuova scoperta amplia il quadro e rafforza l’idea che siamo immersi in un flusso continuo di materia galattica. (Space.com, 2025).

Le caratteristiche di 3I/ATLAS: numeri e incertezze

Le osservazioni di ATLAS e successivi telescopi indicano che 3I/ATLAS ha dimensioni comprese in un range piuttosto ampio: tra circa 0,3 e 5 chilometri di diametro. La stima iniziale di poche centinaia di metri si è rivelata troppo prudente: i dati raccolti dal telescopio Hubble il 21 luglio 2025 hanno mostrato che il nucleo potrebbe essere più grande, anche se con grande incertezza.

3I/ATLAS osservato dal telescopio Hubble con chioma visibile, luglio 2025
Osservazione di 3I/ATLAS realizzata dal telescopio spaziale Hubble il 21 luglio 2025, con una debole chioma che conferma la sua attività cometaria. NASA/ESA/Hubble – science.nasa.gov

Il 15 luglio 2025, il telescopio Gemini North ha registrato immagini ad alta risoluzione che rivelano la formazione di una chioma e segni di attività cometaria. Tuttavia, rispetto a Borisov, la coda di 3I/ATLAS appare ancora debole e irregolare, segno che il corpo potrebbe essere parzialmente “spento” o con riserve limitate di ghiaccio volatile.

La sua orbita è inequivocabile: una traiettoria iperbolica, con perielio previsto il 30 ottobre 2025 a circa 1,4 unità astronomiche dal Sole (oltre l’orbita terrestre) e una distanza minima dalla Terra stimata in circa 1,8 AU. Non c’è alcun rischio di collisione: 3I/ATLAS è un visitatore che attraverserà i nostri cieli per pochi mesi prima di perdersi di nuovo nello spazio profondo.

Immagine a colori di 3I/ATLAS catturata dal telescopio Gemini North il 15 luglio 2025
Il telescopio Gemini North ha ripreso 3I/ATLAS il 15 luglio 2025. Nell’immagine a colori, l’oggetto interstellare appare come una striscia multicolore in mezzo al campo stellare. Gemini Observatory / NOIRLab – gemini.edu

Scienza e mistero: cosa rappresenta un ISO

Per la maggior parte degli astronomi, 3I/ATLAS è la conferma che la Via Lattea pullula di detriti interstellari, espulsi dai sistemi planetari in formazione e destinati a viaggiare indefinitamente. Analizzare questi corpi significa aprire una finestra su ambienti stellari lontani milioni di anni luce.

Eppure, ogni ISO porta con sé anche un’aura di mistero. ʻOumuamua aveva mostrato un’accelerazione anomala non spiegata dai modelli standard. Per questo studiosi come Avi Loeb sostengono che, pur essendo più probabile un’origine naturale, non si debba escludere a priori l’ipotesi di sonde artificiali o manufatti di civiltà extraterrestri. Un approccio aperto, che invita a non chiudere nessuna possibilità finché i dati non sono definitivi.

Implicazioni per l’astrobiologia e la panspermia

Orbita interstellare di 3I/ATLAS rispetto a Terra, Marte e Giove – NASA/JPL 2025
Schema dell’orbita iperbolica di 3I/ATLAS nel 2025, con il passaggio a 1,4 unità astronomiche dal Sole e 1,8 AU dalla Terra. Crediti: NASA/JPL

Gli oggetti interstellari non sono soltanto curiosità astronomiche. Ogni corpo è un messaggero chimico: le loro superfici e i loro nuclei potrebbero custodire molecole organiche complesse, le stesse che sulla Terra hanno rappresentato i mattoni della vita.

La teoria della panspermia ipotizza che microrganismi o composti prebiotici possano viaggiare da un sistema stellare all’altro grazie a comete e asteroidi. Se in 3I/ATLAS venissero individuati composti organici, questo rafforzerebbe l’idea che la vita non sia un fenomeno confinato a un solo pianeta, ma un processo potenzialmente diffuso nella galassia.

Collegare 3I/ATLAS agli studi di esopianeti come TRAPPIST-1e o K2-18b, già al centro delle osservazioni del James Webb Space Telescope, significa capire che i tasselli della vita possono essere comuni e viaggiare nello spazio interstellare.

Missioni future: inseguire i viaggiatori cosmici

La NASA e l’ESA stanno studiando da anni il concetto di Interstellar Probe, una sonda progettata per intercettare un ISO e analizzarlo da vicino. L’opportunità con 3I/ATLAS è ormai sfumata: la sua velocità e la traiettoria lo allontanano rapidamente.

Tuttavia, con il lancio del Vera C. Rubin Observatory (2025) e altri strumenti di nuova generazione, gli scienziati prevedono che nei prossimi decenni verranno scoperti molti altri ISO. La possibilità di preparare missioni rapide di intercettazione diventerà concreta, e con essa la prospettiva di raccogliere campioni diretti di materia interstellare. Sarebbe un passo epocale, il più vicino che l’umanità abbia mai fatto a un contatto diretto con la chimica di altri mondi.

Conclusione: messaggeri silenziosi della galassia

3I/ATLAS continuerà il suo viaggio e presto scomparirà dai nostri cieli, ma la sua scoperta resterà un punto fermo. Ogni oggetto interstellare che osserviamo amplia i confini della nostra conoscenza, ricordandoci che viviamo in un universo in continuo scambio di materia.

Che si tratti di una cometa ghiacciata, di un asteroide vagabondo o, in ipotesi più ardite, di una sonda aliena, il valore di 3I/ATLAS è simbolico e scientifico allo stesso tempo. È il segno che non siamo soli in una bolla chiusa, ma parte di un flusso galattico che unisce mondi lontani.

A cura di Singolaris

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Di Singolaris

Da oltre dieci anni mi dedico alla ricerca e alla divulgazione su tecnologie emergenti, intelligenza artificiale, ufologia e scienza. Con Singolaris voglio offrire un punto di riferimento per chi desidera approfondire questi temi con un approccio serio e documentato.

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