Indice
- 1 Dopo ʻOumuamua e Borisov: il fenomeno non è più un’eccezione
- 2 Le caratteristiche di 3I/ATLAS: numeri e incertezze
- 3 Scienza e mistero: cosa rappresenta un ISO
- 4 Implicazioni per l’astrobiologia e la panspermia
- 5 Missioni future: inseguire i viaggiatori cosmici
- 6 Conclusione: messaggeri silenziosi della galassia
Nel 2025 la comunità scientifica ha annunciato la scoperta di un nuovo visitatore cosmico: 3I/ATLAS, il terzo oggetto interstellare mai osservato dall’uomo dopo ʻOumuamua (2017) e 2I/Borisov (2019). La conferma ufficiale è arrivata dal Minor Planet Center il 2 luglio 2025, con la designazione formale 3I (“Interstellar Object”) che lo colloca nella storia dell’astronomia come la terza prova concreta di corpi provenienti da altri sistemi stellari.

Non è un semplice asteroide o una cometa tradizionale. La sua traiettoria iperbolica, la velocità estrema, oltre 60 km al secondo, e l’orbita che non appartiene al Sole lo rendono inequivocabilmente un oggetto interstellare.
Scoperto dal telescopio ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) alle Hawaii, 3I/ATLAS ha riacceso il dibattito scientifico e mediatico sulle origini della materia che popola la nostra galassia e sulla possibilità che corpi simili trasportino informazioni, molecole organiche o persino tracce di vita. (NASA, 2025).
Dopo ʻOumuamua e Borisov: il fenomeno non è più un’eccezione
ʻOumuamua, scoperto nel 2017, fu una sorpresa assoluta. La sua forma allungata e l’accelerazione anomala alimentarono ipotesi azzardate, fino a suggerire possibili origini artificiali. Due anni dopo arrivò 2I/Borisov, una cometa “classica” con coda e nucleo ghiacciato, che mostrò come il nostro Sistema Solare non sia un’isola isolata, ma attraversato da viaggiatori provenienti da altrove.
Con 3I/ATLAS non si tratta più di eccezioni isolate, ma di un fenomeno che appare sempre più frequente. Alcuni studi recenti stimano che potrebbero esserci quasi sempre oggetti interstellari nel nostro Sistema Solare, invisibili ai telescopi ma costantemente in transito. In questo senso, ogni nuova scoperta amplia il quadro e rafforza l’idea che siamo immersi in un flusso continuo di materia galattica. (Space.com, 2025).
Le caratteristiche di 3I/ATLAS: numeri e incertezze
Le osservazioni di ATLAS e successivi telescopi indicano che 3I/ATLAS ha dimensioni comprese in un range piuttosto ampio: tra circa 0,3 e 5 chilometri di diametro. La stima iniziale di poche centinaia di metri si è rivelata troppo prudente: i dati raccolti dal telescopio Hubble il 21 luglio 2025 hanno mostrato che il nucleo potrebbe essere più grande, anche se con grande incertezza.

Il 15 luglio 2025, il telescopio Gemini North ha registrato immagini ad alta risoluzione che rivelano la formazione di una chioma e segni di attività cometaria. Tuttavia, rispetto a Borisov, la coda di 3I/ATLAS appare ancora debole e irregolare, segno che il corpo potrebbe essere parzialmente “spento” o con riserve limitate di ghiaccio volatile.
La sua orbita è inequivocabile: una traiettoria iperbolica, con perielio previsto il 30 ottobre 2025 a circa 1,4 unità astronomiche dal Sole (oltre l’orbita terrestre) e una distanza minima dalla Terra stimata in circa 1,8 AU. Non c’è alcun rischio di collisione: 3I/ATLAS è un visitatore che attraverserà i nostri cieli per pochi mesi prima di perdersi di nuovo nello spazio profondo.

Scienza e mistero: cosa rappresenta un ISO
Per la maggior parte degli astronomi, 3I/ATLAS è la conferma che la Via Lattea pullula di detriti interstellari, espulsi dai sistemi planetari in formazione e destinati a viaggiare indefinitamente. Analizzare questi corpi significa aprire una finestra su ambienti stellari lontani milioni di anni luce.
Eppure, ogni ISO porta con sé anche un’aura di mistero. ʻOumuamua aveva mostrato un’accelerazione anomala non spiegata dai modelli standard. Per questo studiosi come Avi Loeb sostengono che, pur essendo più probabile un’origine naturale, non si debba escludere a priori l’ipotesi di sonde artificiali o manufatti di civiltà extraterrestri. Un approccio aperto, che invita a non chiudere nessuna possibilità finché i dati non sono definitivi.
Implicazioni per l’astrobiologia e la panspermia

Gli oggetti interstellari non sono soltanto curiosità astronomiche. Ogni corpo è un messaggero chimico: le loro superfici e i loro nuclei potrebbero custodire molecole organiche complesse, le stesse che sulla Terra hanno rappresentato i mattoni della vita.
La teoria della panspermia ipotizza che microrganismi o composti prebiotici possano viaggiare da un sistema stellare all’altro grazie a comete e asteroidi. Se in 3I/ATLAS venissero individuati composti organici, questo rafforzerebbe l’idea che la vita non sia un fenomeno confinato a un solo pianeta, ma un processo potenzialmente diffuso nella galassia.
Collegare 3I/ATLAS agli studi di esopianeti come TRAPPIST-1e o K2-18b, già al centro delle osservazioni del James Webb Space Telescope, significa capire che i tasselli della vita possono essere comuni e viaggiare nello spazio interstellare.
Missioni future: inseguire i viaggiatori cosmici
La NASA e l’ESA stanno studiando da anni il concetto di Interstellar Probe, una sonda progettata per intercettare un ISO e analizzarlo da vicino. L’opportunità con 3I/ATLAS è ormai sfumata: la sua velocità e la traiettoria lo allontanano rapidamente.
Tuttavia, con il lancio del Vera C. Rubin Observatory (2025) e altri strumenti di nuova generazione, gli scienziati prevedono che nei prossimi decenni verranno scoperti molti altri ISO. La possibilità di preparare missioni rapide di intercettazione diventerà concreta, e con essa la prospettiva di raccogliere campioni diretti di materia interstellare. Sarebbe un passo epocale, il più vicino che l’umanità abbia mai fatto a un contatto diretto con la chimica di altri mondi.
Conclusione: messaggeri silenziosi della galassia
3I/ATLAS continuerà il suo viaggio e presto scomparirà dai nostri cieli, ma la sua scoperta resterà un punto fermo. Ogni oggetto interstellare che osserviamo amplia i confini della nostra conoscenza, ricordandoci che viviamo in un universo in continuo scambio di materia.
Che si tratti di una cometa ghiacciata, di un asteroide vagabondo o, in ipotesi più ardite, di una sonda aliena, il valore di 3I/ATLAS è simbolico e scientifico allo stesso tempo. È il segno che non siamo soli in una bolla chiusa, ma parte di un flusso galattico che unisce mondi lontani.
A cura di Singolaris
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📚 Riferimenti autorevoli
- NASA. (2025). Comet 3I/ATLAS Overview
- Minor Planet Center. (2025). MPEC 2025-N12 – 3I/ATLAS Discovery
- NASA/Hubble. (2025). Hubble makes size estimate of 3I/ATLAS
- Gemini Observatory. (2025). Gemini North Observes Comet 3I/ATLAS
- Space.com. (2025). Interstellar visitors may always be in the Solar System
- arXiv. (2025). JWST detection of CO₂-rich coma in 3I/ATLAS
