Corrado Malanga e la verità sul tunnel di Cheope
Sab. Dic 21st, 2024

La scoperta di un passaggio all’interno della piramide di Cheope ha suscitato accese discussioni tra gli appassionati di archeologia, specialmente a causa del confronto tra Corrado Malanga e Zahi Hawass. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sui fatti accaduti. Il ricercatore e scrittore italiano ha rivelato la scoperta tramite uno dei suoi video su YouTube, suscitando un ampio dibattito tra gli studiosi dell’Egitto antico e gli appassionati di storia.

Tuttavia, Zahi Hawass, archeologo egiziano di fama mondiale, ha sollevato dubbi riguardo la validità della scoperta. Questo articolo si propone di analizzare la questione del tunnel all’interno della grande struttura, esaminando le opinioni contrastanti tra i due studiosi.

La scoperta del nuovo tunnel

Nel 2022, il professor Malanga, docente di archeologia presso l’Università di Pisa, ha annunciato la scoperta di una galleria sconosciuta all’interno della Piramide di Cheope. L’individuazione sarebbe stata resa possibile grazie all’impiego di tecnologie avanzate di scansione, tra cui il radar ad apertura sintetica (SAR), utilizzato per l’analisi dei dati e la mappatura delle strutture interne.

Secondo l’autore, la nuova area sembra condurre a una camera sepolcrale nascosta, che sarebbe in grado di contenere manufatti e tesori di rilevante valore storico. Tuttavia, questa affermazione ha incontrato scetticismo da parte di numerosi archeologi e storici dell’arte, che hanno espresso dubbi riguardo l’affidabilità delle metodologie utilizzate e l’interpretazione dei dati.

Inoltre, è stata avanzata l’ipotesi che il tunnel potesse essere stato utilizzato dai costruttori della piramide per accedere alla struttura durante la fase di costruzione, una teoria che ha suscitato ulteriori controversie, in quanto non esistono prove concrete a sostegno di questa ipotesi.

Le scoperte, condotte in collaborazione con il Dott. Filippo Biondi, sono state pubblicate sulla rivista Remote Sensing, con l’articolo intitolato “La tomografia radar-doppler ad apertura sintetica rivela i dettagli della struttura interna ad alta risoluzione sconosciuta della Grande Piramide di Giza”.

Nel contesto di queste discussioni, va sottolineato il professore non è stato menzionato durante la recente conferenza di Zahi Hawass, che ha presentato ufficialmente una “presunta” scoperta del passaggio nell’ambito del progetto ScanPyramids. Questa ricerca, condotta da Hawass e dal ministro del Turismo Ahmed Eissa, ha dato luogo a un’ulteriore divergenza di opinioni sulla paternità della scoperta.

Nonostante le divergenze, è fondamentale riconoscere il significativo contributo di Malanga e Biondi, il cui lavoro ha introdotto nuove tecnologie e metodologie che hanno permesso di avanzare nella comprensione della struttura. Il loro impegno ha aperto nuovi orizzonti nella ricerca archeologica, spingendo a riflessioni più profonde sulla storia dell’Egitto antico.

Per chi fosse interessato a ulteriori approfondimenti, si consiglia di consultare il video e l’articolo relativo alla scoperta, al fine di ottenere una comprensione più completa degli sviluppi in quest’ambito.

A cura di Ufoalieni.it

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Di ufoalieni

Da oltre dieci anni mi appassiona scrivere di civiltà antiche, storia, vita aliena e altri temi affascinanti. Sono curioso di natura e cerco sempre di approfondire le mie conoscenze attraverso la lettura, la ricerca e l'esplorazione di nuovi campi di interesse. Con il mio sito, voglio condividere la mia passione e stimolare la vostra curiosità verso il mondo che ci circonda.

4 pensiero su “Corrado Malanga e la verità sul tunnel di Cheope”
  1. Ma che pessimo articolo!
    Non si capisce niente di quello che è accaduto veramente. Malanga e Biondi hanno usato un radar satellitare per ricostruire TUTTA la struttura della grande piramide. Anche del corridoio, ovviamente. Lo hanno fatto in modo praticamente gratuito, in pochi mesi. Lo studio è stato pubblicato su una rivista scientifica e Hawass non ha mai menzionato il loro lavoro per contestarlo. Anzi, sia lui che l’equipe giapponese lo hanno ignorato, probabilmente per prendersi i meriti di una scoperta che non hanno fatto.
    Chi ha scritto questo articolo dovrebbe documentarsi meglio e riscriverlo completamente

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