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Nel cuore della Genesi, il racconto della creazione del mondo e dell’origine dell’umanità si intreccia con una verità profonda: l’uomo fu creato a immagine e somiglianza di Dio, e, vedendo la sua solitudine, Dio decise di plasmarne una compagna. Da una costola dell’uomo nacque Eva, colei che avrebbe condiviso con lui il destino della Terra.
Ma c’è un aspetto meno noto, una pagina dimenticata della Bibbia che svela una verità scomoda e mai raccontata: prima di Eva, Adamo ebbe una compagna. La sua prima moglie, Lilith. Una figura che, per ragioni misteriose, è stata oscurata dal testo sacro e dai secoli di interpretazioni. Una storia che sfida le convenzioni e che, ancora oggi, suscita interrogativi profondi.
In questo articolo, esploreremo la vicenda della sua esistenza cancellata e le ragioni di questa ombra nel racconto biblico, rivelando un capitolo dimenticato che ci parla di potere, ribellione e della complessità della natura umana. Preparatevi a scoprire la verità nascosta, che potrebbe cambiare la vostra visione delle origini della nostra specie.
Chi era Lilith?
Lilith fu creata da Dio allo stesso tempo di Adamo, come sua pari. Un atto di parità totale che, tuttavia, non durò. La sua esistenza, infatti, non fu accettata dal primo uomo, che la riteneva troppo indipendente e dotata di un carattere troppo forte per accettare il suo ruolo di subordinata.
Questo conflitto, che portò alla sua cacciata, rappresentava qualcosa di più di una semplice disputa tra i due: era un segno di come la sua figura sfidasse la tradizionale visione dell’ordine divino, un ordine che avrebbe imposto alla donna un ruolo sottomesso all’uomo. Eliminata dalla narrazione biblica, essa simboleggiava l’idea di una femminilità libera e potente, un concetto che la Chiesa non poteva tollerare.
La prova della sua esistenza
Nonostante secoli di reinterpretazioni e censura, un passo della Bibbia tradizionale sembra suggerire l’esistenza di Lilith, confermando che Dio non solo creò l’uomo, ma anche la donna in modo paritario. In Genesi 1:27 (Bibbia C.E.I.), si legge:
“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.”
Questo versetto non è solo una dichiarazione di parità, ma una prova implicita che l’uomo e la donna furono creati nello stesso momento, con la stessa dignità e le stesse facoltà. Non c’è traccia di subalternità, ma una creazione uguale e complementare. La donna, quindi, non era inferiore, ma un pari dell’uomo, eppure la sua indipendenza non poteva essere tollerata.
Il conflitto tra Lilith e Adamo
Nei testi apocrifi, scartati dalla Chiesa, emerge una figura di straordinaria forza e intelligenza, pari a quella di Adamo, ma capace di una visione che lo superava. Questo contrasto, tra la sua indipendenza e l’indole dominante di lui, diede vita a un conflitto irreconciliabile.
Durante l’intimità, chiese di essere trattata come pari, non solo nella creazione, ma anche nei momenti più intimi. Adamo, però, non cedette, imponendo: “Sottomettiti a me, moglie.” La sua resistenza portò a uno scontro che i testi apocrifi raccontano con forza:
“Perché dovrei sdraiarmi sotto di te? Anch’io sono stata creata dalla polvere e sono tua pari.”
Di fronte al rifiuto di sottomettersi e alla lotta che ne seguì, pronunciò il Nome Ineffabile di Dio, abbandonando il Giardino e lasciando dietro di sé Adamo e la visione che lui voleva imporre. Non fu solo un allontanamento fisico, ma un atto che risuonò come una ribellione, un segno indelebile di indipendenza e di rifiuto di un ruolo imposto.
La storia maledetta: l’unione con Samael
Nel Giardino dell’Eden, tra le creature di Dio, vivevano anche entità oscure, esseri che oggi chiamiamo demoni. Queste creature, secondo la tradizione, avevano ruoli specifici e non dovevano interagire con gli altri abitanti del creato.
Dopo aver abbandonato Adamo, la ribelle trovò rifugio accanto a Samael, un demone con cui generò una progenie. Quando Dio scoprì la sua unione e il fatto che aveva osato pronunciare il Suo Nome Ineffabile, la maledisse insieme a tutta la discendenza nata da quell’alleanza. Nei testi apocrifi si legge:
“Le piaceva molto il fluido riproduttivo dell’uomo e cercava sempre dove questo potesse cadere. Tutto ciò che non finisce nell’utero della moglie è suo: ogni goccia sprecata per adulterio, vizio o nel sonno.”
Questa trasgressione segnò il suo destino, trasformandola in un’entità oscura, condannata a vagare alla ricerca di esperienze proibite per alimentare il proprio potere. La maledizione si estese anche ai suoi discendenti, che divennero simbolo di ribellione e seduzione.
La creazione di Eva
Con Lilith ormai bandita, Dio si rese conto della solitudine di Adamo, un vuoto che non poteva essere ignorato. Decise quindi di creare un’altra compagna, questa volta con la certezza che fosse docile e sottomessa. Per assicurare ciò, Eva fu plasmata dalla costola di Adamo, parte del suo stesso corpo.
Eva, descritta come la seconda moglie di Adamo, è la figura che appare nelle narrazioni bibliche come responsabile del peccato originale. Sebbene la loro vita insieme inizialmente fosse serena, la trasgressione legata al frutto proibito portò alla loro cacciata dall’Eden, dando origine alla condizione umana e al concetto di peccato.
Un messaggio censurato
La figura ribelle, associata al desiderio, alla parità e all’indipendenza, rappresentava un’idea pericolosa per l’ordine stabilito. Non sorprende che, in una società dominata dall’uomo, le sue storie siano state eliminate dai testi ufficiali. La sua immagine venne trasformata in quella di un demone per scoraggiare ogni aspirazione all’uguaglianza.
Così, molte donne furono indotte a credere di dover vivere sottomesse, seguendo un modello che non contemplava l’autonomia femminile. Ma la storia nascosta racconta altro: un essere coraggioso, dotato di intelligenza e forza, cancellato perché sfidava le gerarchie stabilite.
Non è solo un mito oscuro, ma un simbolo di ribellione, una figura che ricorda quanto sia stato temuto il concetto di parità. Oggi, rileggendo le sue vicende, possiamo chiederci se Lilith non rappresenti ancora una parte di noi che rifiuta di piegarsi.
A cura di Ufoalieni.it
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Riferimenti:
- Wikipedia – scopri la figura di Lilith, demone femminile delle antiche religioni mesopotamiche e prima moglie di Adamo, in perenne conflitto con lui.
- La Bibbia non parla di Dio – Un libro di Mauro Biglino che propone una lettura alternativa dell’Antico Testamento, sostenendo che i testi biblici non parlano di divinità, ma raccontano eventi storici concreti. Attraverso un’analisi laica e letterale, egli suggerisce che il concetto di Dio trascendente non trova riscontro nella lingua ebraica. Il suo metodo invita a considerare la Bibbia come una narrazione “fisica” dell’origine dell’essere umano sulla Terra.
- La Bibbia non l’ha mai detto – di Mauro Biglino e Lorena Forni analizza l’influenza della cultura cattolica sulle leggi italiane, evidenziando come norme etiche siano spesso basate su interpretazioni soggettive dei testi biblici. Gli autori sostengono che uno Stato laico dovrebbe promuovere leggi laiche, senza imporre dogmi confessionali. Attraverso una traduzione rigorosa dei testi, dimostrano che le prescrizioni morali comunemente associate alla Bibbia non vi sono realmente presenti.
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- Intervista a Mauro Biglino: La Bibbia non parla di Dio – Scopri le teorie di Mauro Biglino, noto studioso e traduttore della Bibbia, in questa intervista in cui esplora il significato dei testi sacri e le sue sorprendenti conclusioni sulla figura di Dio.