Corrado malanga: la piramide di Cheope e il tunnel segreto
Mer. Apr 2nd, 2025

La Piramide di Cheope, conosciuta anche come Grande Piramide di Giza, rimane uno dei più grandi enigmi della storia umana, un simbolo eterno di ingegno e mistero. Tra i ricercatori che ne hanno esplorato i segreti spicca Corrado Malanga, chimico e autore italiano noto per le sue teorie audaci e non convenzionali.

Le sue indagini sulla struttura, condotte con tecnologie avanzate come il radar ad apertura sintetica (SAR), hanno portato alla luce scoperte che sfidano l’egittologia tradizionale, suscitando accesi dibattiti, soprattutto con figure di spicco come Zahi Hawass, celebre archeologo egiziano.

In questo articolo approfondiremo il contributo di Malanga alla comprensione della Piramide di Cheope, integrando le informazioni storiche, le sue ipotesi su miracoli e funzioni energetiche, e il clamore attorno alla scoperta di un nuovo tunnel, analizzando il confronto tra questi due studiosi.

Preparati a un viaggio affascinante tra scienza e speculazione, perfetto per chi cerca una visione alternativa su Giza.

Malanga e la piramide: storia e scopertee

Corrado Malanga, nato a La Spezia nel 1951 e già ricercatore in Chimica Organica all’Università di Pisa, ha dedicato anni allo studio della Grande Piramide, proponendo una narrazione che si discosta nettamente dalla versione ufficiale.

Se l’egittologia attribuisce la costruzione della piramide al faraone Khufu intorno al 2630 a.C., come tomba monumentale, Malanga sposta l’asticella temporale a 36.000-40.000 anni fa.

Egli suggerisce che i veri costruttori fossero una civiltà prediluviana dai crani allungati, forse legata ad Atlantide, dotata di conoscenze tecnologiche avanzate basate su vibrazioni sonore e proporzioni matematiche, come il Pi Greco e la sezione aurea.

Questa teoria, esposta in libri come Cheope. La Fabbrica dell’Immortalità (2020) e Khnum-Khufu. Cheope: La Fine di un Mistero (2023, con Filippo Biondi), si fonda su analisi strutturali e sull’uso del SAR per mappare l’interno della piramide.

Malanga non vede nella piramide un semplice mausoleo, ma un dispositivo funzionale, un’ipotesi che si intreccia con la recente scoperta di un tunnel nascosto, annunciata nel 2022 attraverso un video su YouTube e pubblicata su Remote Sensing con il titolo “La tomografia radar-doppler ad apertura sintetica rivela i dettagli della struttura interna ad alta risoluzione sconosciuta della Grande Piramide di Giza”.

Tunnel nascosto: mistero controverso

Nel 2022, Malanga, in collaborazione con l’ingegnere Filippo Biondi, ha rivelato l’individuazione di una galleria inedita all’interno della Piramide di Cheope, grazie a scansioni effettuate con il radar SAR. Secondo il ricercatore italiano, questo passaggio potrebbe condurre a una camera sepolcrale nascosta, potenzialmente ricca di manufatti di valore storico inestimabile.

Sezione est-ovest della Grande Piramide di Cheope con area Chevron facciata nord
Fig. 1: Vista in sezione est-ovest della Grande Piramide di Cheope e vista frontale dell’area Chevron della facciata nord. Fonte: Nature.

L’annuncio, diffuso tramite un video sul suo canale YouTube, ha acceso l’entusiasmo degli appassionati di archeologia alternativa, ma ha anche scatenato critiche da parte della comunità scientifica tradizionale.

Zahi Hawass, ex Ministro delle Antichità egiziano e figura di riferimento nell’egittologia mondiale, ha espresso scetticismo sulla validità di questa scoperta. Durante una conferenza legata al progetto ScanPyramids, che nel 2023 ha ufficialmente presentato un passaggio individuato nella piramide, Hawass non ha menzionato Malanga, attribuendo i meriti al proprio team e al Ministro del Turismo Ahmed Eissa.

Questo ha alimentato un dibattito sulla paternità della scoperta, con Malanga che rivendica l’uso pionieristico del SAR rispetto alle tecnologie del progetto ScanPyramids. Alcuni ipotizzano che il tunnel potesse servire ai costruttori per accedere alla struttura durante i lavori, ma l’assenza di prove concrete lascia la questione aperta.

Nonostante le divergenze, il lavoro di Malanga e Biondi, supportato da pubblicazioni scientifiche, ha introdotto metodologie innovative che stanno ridefinendo l’approccio allo studio delle piramidi.

Rilevatori installati nella Piramide di Cheope per l'analisi dei muoni cosmici
Fig. 2: Rilevatori installati nel DC e nel MC. Fonte: Nature.

La loro analisi suggerisce una rete di gallerie e stanze ancora inesplorate, ben oltre il cunicolo di 9 metri rilevato dal progetto Scan Pyramids con il contributo di un team giapponese e pubblicato su Nature nel 2023, aprendo nuove prospettive sulla complessità della Grande Piramide.

Corrado Malanga: piramide Cheope come macchina

Oltre alla scoperta del tunnel, Malanga attribuisce alla Piramide di Cheope un ruolo ben più ambizioso di quello funebre. Egli la considera una “macchina dell’immortalità”, progettata per generare vibrazioni a bassa frequenza (come i 432 Hz) attraverso l’interazione tra granito, acqua e aria nelle sue camere interne.

Queste frequenze, secondo il ricercatore, avrebbero avuto scopi terapeutici o spirituali, forse per trasferire l’essenza animica, garantendo una forma di rigenerazione.

Sebbene non vi siano resoconti storici di “miracoli” o “apparizioni” nel senso classico, Malanga collega questa tecnologia a tradizioni esoteriche e a conoscenze perdute, come l’uso dei fononi (quanti di vibrazione sonora) in pratiche antiche.

La sua teoria si arricchisce con le recenti tomografie SAR, che evidenziano una struttura interna più complessa di quanto ipotizzato, suggerendo che la piramide fosse un dispositivo energetico, non solo un monumento. Questo aspetto, discusso in conferenze come quella di ottobre 2023 organizzata da Il Giardino dei Libri, continua a dividere: per alcuni è pura speculazione, per altri un’intuizione geniale.

Confronto con Hawass e impatto

Il contrasto tra Malanga e Hawass non è solo accademico, ma riflette due visioni opposte: da un lato l’approccio tradizionale e istituzionale, dall’altro una prospettiva alternativa che abbraccia scienza e mistero. Hawass, forte del suo prestigio, ha messo in dubbio l’affidabilità dei metodi di Malanga, mentre quest’ultimo critica l’egittologia ufficiale per la sua chiusura verso nuove interpretazioni.

Il silenzio di Hawass sul lavoro di Malanga durante la presentazione di ScanPyramids, come riportato da Ars Technica (Ars Technica – 3 marzo 2023), ha amplificato le tensioni, ma ha anche evidenziato il contributo del ricercatore italiano nell’aprire il dibattito.

I libri e gli interventi pubblici di Malanga hanno consolidato il suo seguito tra chi cerca risposte oltre la storia convenzionale. Il suo utilizzo di tecnologie all’avanguardia e il rigore scientifico, pur accompagnato da teorie audaci, rappresentano un punto di svolta nell’esplorazione della Piramide di Cheope..

Conclusione

Corrado Malanga ha portato la Piramide di Cheope al centro di un’indagine che unisce scienza, tecnologia e speculazione, sfidando le certezze dell’egittologia tradizionale incarnata da Zahi Hawass. La scoperta del tunnel nascosto, le sue teorie sulla funzione energetica e l’uso innovativo del radar SAR offrono una prospettiva unica su Giza, capace di affascinare e dividere.

Che si tratti di una civiltà dimenticata o di un dispositivo per l’immortalità, il lavoro di Malanga invita a riconsiderare il passato con occhi nuovi. Il mistero di questa antica struttura è più vivo che mai, e le sue pietre continuano a custodire segreti che sfidano la nostra comprensione.

Il viaggio alla scoperta di uno dei più grandi enigmi della storia è appena iniziato.

A cura di Singolaris

Seguici su TelegramInstagramFacebook
© Riproduzione riservata


Riferimenti:

Di Singolaris

Da oltre dieci anni mi dedico alla ricerca e alla divulgazione su tecnologie emergenti, intelligenza artificiale, ufologia e scienza. Con Singolaris voglio offrire un punto di riferimento per chi desidera approfondire questi temi con un approccio serio e documentato.

4 pensiero su “Corrado malanga: la piramide di Cheope e il tunnel segreto”
  1. Ma che pessimo articolo!
    Non si capisce niente di quello che è accaduto veramente. Malanga e Biondi hanno usato un radar satellitare per ricostruire TUTTA la struttura della grande piramide. Anche del corridoio, ovviamente. Lo hanno fatto in modo praticamente gratuito, in pochi mesi. Lo studio è stato pubblicato su una rivista scientifica e Hawass non ha mai menzionato il loro lavoro per contestarlo. Anzi, sia lui che l’equipe giapponese lo hanno ignorato, probabilmente per prendersi i meriti di una scoperta che non hanno fatto.
    Chi ha scritto questo articolo dovrebbe documentarsi meglio e riscriverlo completamente

I commenti sono chiusi.

<p><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;">Non puoi copiare il contenuto di questa pagina</span></span></p> <p><script src="chrome-extension://lmnganadkecefnhncokdlaohlkneihio/enable.js"></script></p>